CORONAVIRUS/ UNICEF: RAGGIUNTE MILIONI DI PERSONE CON AIUTI E MESSAGGI DI PREVENZIONE
ROMA\ aise\ - Dall’inizio di gennaio, l’UNICEF sta rispondendo all’epidemia di Covid-19 nel mondo. Gli uffici Paese dell’UNICEF continuano a supportare i governi nella promozione della comunicazione sui rischi per prevenire la diffusione della malattia. Finora, 36 milioni di persone sono state raggiunte con messaggi chiave sulla prevenzione utilizzando diverse piattaforme social in Asia Meridionale e ulteriori 80 milioni con aiuti e messaggi di prevenzione in Asia Orientale e Pacifico, dove programma di raggiungere ulteriori 210 milioni di persone.
In sintesi, ecco un punto sugli aiuti e le attività effettuate:
Cina: l’UNICEF finora ha consegnato 118.791 mascherine N95 e 180.850 maschere chirurgiche, 38.543 tute protettive, 13.844 camici, 45.632 occhiali protettivi, 1,2 milioni di guanti chirurgici, 20.004 guanti pesanti/guanti da esame, 4.991 kit per la raccolta di campioni e 5.916 termometri al governo cinese.
Asia Orientale e Pacifico: oltre 80 milioni di persone raggiunte dall’UNICEF con aiuti e messaggi di prevenzione del contagio. Nel corso dei prossimi 6 mesi l’UNICEF programma di fornire nella regione 4.912.380 equipaggiamenti protettivi, tra mascherine, guanti e occhiali.
Cina, Malesia e RDP del Laos: l'UNICEF ha fornito dispositivi di protezione individuale essenziali, altri aiuti medici a sostegno della risposta del sistema sanitario e aiuti per il lavaggio delle mani.
Afghanistan: l’UNICEF sta dando sostegno agli ospedali di 5 regioni su COVID-19, anche con formazione del personale sanitario e ha sviluppato messaggi chiave su igiene e salute.
Filippine: l'UNICEF ha fornito al governo 20 tende per i triage ospedalieri.
Algeria, Bhutan, Eritrea, Indonesia, Iran, Liberia, Nigeria, Pakistan, Palestina e Venezuela: l’UNICEF sta inviando dispositivi di protezione individuale del valore di quasi un milione di dollari.
La pandemia ha anche importanti impatti secondari sulle famiglie e le comunità. Un numero record di bambini e giovani non frequentano la scuola o l'università a causa di chiusure temporanee o indefinite disposte dai governi nel tentativo di rallentare la diffusione del Coronavirus. Al 12 marzo, 49 Paesi avevano annunciato o attuato la chiusura di scuole e università: 29 Paesi avevano chiuso le scuole in tutta la nazione, mentre altri 20 Paesi avevano attuato chiusure scolastiche localizzate per prevenire o contenere la diffusione del Covid-19. Queste chiusure hanno riguardato 776,7 milioni di bambini. Se i paesi con chiusure localizzate disponessero anche la chiusura delle scuole e delle università a livello nazionale, le conseguenze riguarderebbero più di altri 500 milioni di bambini e giovani.
L’UNICEF, l’OMS e la FICR (Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa) hanno lanciato nuove linee guida per la prevenzione e il controllo del COVID-19 nelle scuole.
L’UNICEF continua a lavorare insieme all'OMS, ai governi e ai suoi partner per fermare la trasmissione del virus, ridurre la morbilità e la mortalità e minimizzare i suoi effetti sui servizi sociali e sanitari e sulle popolazioni più vulnerabili. Lavora nelle e con le comunità colpite per mitigare gli impatti secondari dell'epidemia e per le relative misure di prevenzione sui bambini, tra cui la chiusura delle scuole, l'onere sui sistemi sanitari locali per la fornitura di cure primarie, i rischi per la protezione e le pressioni economiche avvertite da alcune famiglie.
Quando non vengono previste soluzioni alternative di assistenza, queste misure potrebbero avere conseguenze sulla protezione dell'infanzia. L'impatto della chiusura di piccole imprese e società e del rallentamento dell'economia è avvertito soprattutto da quelle famiglie che avevano un lavoro precario o salari bassi. Inoltre, i Paesi con sistemi sanitari più deboli e con capacità limitate di affrontare una grave epidemia sono particolarmente a rischio. (aise)