Di Stefano presiede la cabina di regia interministeriale sul mare

ROMA\ aise\ - Si è tenuta oggi in videoconferenza la Cabina di Regia interministeriale sul Mare. Presieduti dal Sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano, ai lavori hanno partecipato rappresentanti dei Ministeri dell’Interno, della Difesa, dello Sviluppo Economico, delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dell’Ambiente e delle Infrastrutture, oltre che il Presidente della Federazione del Mare, Mario Mattioli.
Numerosi i temi trattati, dalla rilevanza della cosiddetta Blue Economy per l’economia nazionale, alla delimitazione dei confini marittimi del nostro Paese con gli Stati vicini e frontisti, anche in funzione del disegno di legge Di Stasio per la istituzione di una Zona Economica Esclusiva (ZEE) italiana nelle acque circostanti le nostre coste e dell’esistente Zona di Protezione Ecologica (ZPE). Nel corso della riunione, da più parti si è rilevata l’importanza di questo coordinamento tra i numerosi attori istituzionali interessati allo sviluppo dell’economia del mare.
“Nello scacchiere mediterraneo - ha dichiarato il Sottosegretario Di Stefano - è fondamentale avere un posizionamento nazionale deciso ma anche trovare gli strumenti negoziali e giuridici più appropriati per far valere la nostra visione e i nostri diritti, ovviamente nel rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS), nonché in ottemperanza alle normative europee. Il processo di progressiva ‘territorializzazione’ del Mar Mediterraneo non ci trova impreparati, ma anzi determinati a portare avanti in maniera coerente l’interesse nazionale in uno scenario internazionale mutevole e vario”.
“Questi temi non sono solo strategici per il nostro Paese ma hanno anche importantissime ricadute economiche, appunto in quella che chiamiamo Blue Economy, e che riguarda lo sfruttamento responsabile e sostenibile del mare e delle sue risorse”, ha concluso il Sottosegretario. “Nel Mediterraneo vogliamo assicurare al nostro Paese quella centralità politica ed economica connaturata alla sua centralità geografica”.
Il presidente Mattioli, dal canto suo, ha ricordato che “nel contesto internazionale, tutte le componenti del cluster marittimo, mettono in rete l’economia dell’Italia. Il nostro sistema marittimo è vincente ed è per questo che occorre assicurargli una sede politico-amministrativa adeguata con poteri di coordinamento, in modo che una catena di comando ben integrata porti ad una maggior efficacia nell’adozione e nell’attuazione delle decisioni in campo marittimo (tra queste in primis una semplificazione burocratica) e sia in grado di farlo in tempi conformi agli standard europei e internazionali caratteristici di questo mondo”.
“Apprezziamo quanto il MAECI sta facendo attraverso l’importante focal point marittimo grazie al quale molte problematiche con l’estero possono essere risolte”, ha aggiunto. “Così come non dimentico i rapporti con i Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Ambiente, con i quali il settore è in quotidiano contatto”.
L’Italia, ha evidenziato Mattioli, “si trova in una posizione privilegiata, vera piattaforma al centro di un mare come il Mediterraneo ove passa circa il 20% dell'intero traffico marittimo mondiale, credo – ha aggiunto il Presidente della Federazione del Mare – nonostante ciò, il gap logistico-infrastrutturale dell’Italia viene valutato in circa 70 miliardi di Euro: cifra allarmante per un Paese importatore, trasformatore ed esportatore, che fonda la sua competitività nel contesto globale sulla capacità ed efficienza del sistema logistico. Per questo è fondamentale per gli interessi economici e di proiezione internazionale del nostro Paese, sostenere politiche volte a promuovere blue economy e attività legate al settore marittimo, alla navigazione, alla pesca, alle tecnologie blu, al turismo costiero e alle energie rinnovabili. Le risorse del Recovery Fund potranno rappresentare importanti opportunità per tutta la nostra economia marittima”.
“In questo contesto, - ha concluso – la proposta di legge che mira alla creazione di una zona economica esclusiva, è una buona notizia! La ZEE infatti permetterà al nostro Paese di esercitare, nel rispetto del diritto alla libertà di navigazione, il diritto sovrano di sfruttamento esclusivo delle risorse naturali e l’installazione di strutture artificiali per la tutela ambientale e la ricerca scientifica e sarà anche un importante strumento per sostenere la blue economy e tutto l’indotto economico delle comunità costiere”. (aise)