ELETTORI ALL’ESTERO E INDIRIZZI EMAIL: UNGARO (IV) INTERROGA IL GOVERNO

ROMA\ aise\ - “Predisporre le più utili iniziative normative per modificare la disciplina in vigore e aggiornare gli elenchi dei cittadini italiani residenti all'estero aventi diritto al voto e quelli aventi diritto al voto per l'elezione del Comitato degli italiani all'estero, associando a ciascun elettore iscritto all'Aire anche l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica personale”. Questo sul suggerimento che Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva eletto in Europa, affida ad una interrogazione ai ministri dell'interno Lamorgese e degli affari esteri e della cooperazione internazionale Di Maio.
“Secondo i più recenti dati della Fondazione Migrantes e dell'Istat – riporta Ungaro nella premessa – su un totale di oltre 60 milioni di cittadini residenti in Italia, l'8,8 per cento è residente all'estero. In termini assoluti, gli iscritti all'Anagrafe italiani residenti all'estero sono nel 2020 oltre 5.200.000; lo svolgimento della campagna elettorale per l'elezione dei senatori e dei deputati nella circoscrizione estero è regolato da apposite forme di collaborazione che lo Stato italiano conclude, ove possibile, con gli Stati nel cui territorio risiedono gli elettori di cittadinanza italiana. I partiti, i gruppi politici e i candidati devono osservare le leggi sulla campagna elettorale vigenti nel territorio italiano sulla base di tali forme di collaborazione (legge n. 459 del 2001, articolo 17, commi 1 e 2). Di più, la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo predispone specifiche trasmissioni informative e tribune elettorali per i cittadini che votano nella circoscrizione estero”.
“Secondo quanto stabilito dalla legge n. 212 del 1956 – ricorda il deputato – è permessa e sempre più diffusa, oltre ai tradizionali mezzi di comunicazione rappresentati da radio/tv/giornali, la propaganda elettorale tramite chiamate telefoniche preregistrate, email, telefax whatsapp, mms o sms. Secondo una parte della prassi sin qui consolidata, chi utilizza queste modalità di comunicazione per la propaganda elettorale ha l'obbligo di acquisire il consenso preventivo e informato degli abbonati a servizi di comunicazione elettronica o di telefonia mobile e gli utilizzatori di schede di traffico prepagato”.
“Il Garante per la protezione dei dati personali – ricorda ancora Ungaro – ha fornito indicazioni sulle modalità con cui partiti, organismi politici, comitati promotori e sostenitori e singoli candidati possono utilizzare, rispettando i diritti e le libertà fondamentali degli interessati, dati personali dei cittadini per iniziative di propaganda elettorale. Inoltre, per finalità di propaganda elettorale, i partiti e i singoli candidati possono trattare dati personali estratti da «fonti pubbliche» senza richiedere il consenso degli interessati. In particolare, possono essere utilizzati i dati estratti da: liste elettorali detenute presso i comuni; elenco degli elettori italiani che votano all'estero per le elezioni del Parlamento europeo; liste aggiunte dei cittadini elettori di uno Stato membro dell'Unione europea residenti in Italia e che intendano ivi esercitare il diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo; elenco provvisorio dei cittadini italiani residenti all'estero aventi diritto al voto e quelli aventi diritto al voto per l'elezione del Comitato degli italiani all'estero. I partiti sono anche esonerati dall'obbligo di rendere l'informativa preventiva (ai sensi dell'articolo 13 del decreto legislativo n. 196 del 2003) sul trattamento dei dati personali estratti da tali elenchi durante il periodo a partire dal 60° giorno antecedente la data del voto, fino al 60° giorno successivo”.
Il deputato, quindi, sostiene che “favorire l'invio telematico di messaggi di propaganda elettorale, oltre a consentire risparmi di materiale cartaceo, permette notevoli risparmi economici e, conseguentemente, rafforza il principio democratico della contendibilità delle cariche elettive per i minori costi delle campagne elettorali”.
Per questo, Ungaro chiede ai ministri se “non intendano predisporre le più utili iniziative normative per modificare la disciplina in vigore e aggiornare gli elenchi dei cittadini italiani residenti all'estero aventi diritto al voto e quelli aventi diritto al voto per l'elezione del Comitato degli italiani all'estero, associando a ciascun elettore iscritto all'Aire anche l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica personale”. (aise)