FARNESINA, DAI VISTI UN GIRO D’AFFARI PER L’ECONOMIA DI 5 MILIARDI - di Gerardo Pelosi

MILANO\ aise\ - “I circa 2 milioni di visti all'estero che vengono concessi ogni anno per entrare in Italia, (circa la metà a cittadini cinesi e russi) per motivi più diversi come affari, turismo e studio creano un gettito per lo Stato di circa 110 milioni di Euro ma l'effetto complessivo sul sistema economico italiano è stato valutato nel complesso in 5 miliardi di Euro. È questo il risultato di uno studio realizzato dalla società Prometeia dopo che l'idea era stata lanciata nel 2018 nella conferenza dei Consoli. Partendo da un campione di 20 sedi lo studio stima infatti in circa 5 miliardi l'effetto complessivo sull'economia nel 2019 della rete visti italiana”. A scriverne è Gerardo Pelosi sul “Sole 24 ore”, che ha pubblicato l’articolo nell’edizione di venerdì, 27 novembre.
A cittadini cinesi nel 2019 concessi 561mila visti
Più in particolare è stato valutato in 3,4 miliardi il valore dei consumi in Italia dei titolari di visto, in 424 milioni il valore della partecipazione a fiere e incontri d'affari e in 1,2 miliardi di euro il valore dei prodotti acquistati in Italia e che vengono consumati ancora all'estero o addirittura importati nel Paese di origine tanto che, secondo lo studio, all'aumento dell'1% dei visti turistici corrisponde un aumento dell'export di Made in Italy dello 0,57%. Cina e Russia sono stati i Paesi seguiti da India e Turchia che hanno richiesto nel 2019 più visti italiani. A cittadini cinesi sono stati concessi 561mila visti e a quelli russi 550mila.
Vignali: quest’anno per Covid tre quarti di visti in meno
“Tutto questo ovviamente avveniva in era pre Covid– spiega Luigi Vignali, capo della Direzione generale della Farnesina per gli italiani all'estero e le politiche migratorie – da marzo c'è stata purtroppo una drastica riduzione dei viaggi d'affari, di lavoro e soprattutto di turismo; quest'anno finora sono stati concessi 338mila visti e a fine anni difficilmente si supereranno i 400, 500 mila visti ossia un quarto rispetto a quelli concessi nel 2019”.
Vignali sottolinea come anche nella fase più acuta della pandemia la Farnesina abbia assicurato il funzionamento degli uffici visti della rete per consentire l'istruttoria delle richieste di visto per i viaggi consentiti anche dalla normativa attuale. “Sono state anche adeguate – aggiunge Vignali – le soglie di investimento necessarie per richiedere il cosiddetto visto investitore adeguandole a quanto prevedono altri Paesi Ue; per cui il permesso di soggiorno avrà validità due anni per coloro che investano almeno 2 milioni in titoli del debito pubblico italiano o 500mila euro in una società italiana o 250mila euro in una start up innovativa oppure, in alternativa, un milione in beneficenza”.
Bloccata negli uffici visti un’ondata di 155 mila ingressi irregolari
Ma c'è anche una selezione molto rigida agli ingressi. “Nel 2019 –osserva sempre Luigi Vignali –sono stati rifiutati per vari motivi, dall'insufficienza dei mezzi di sostentamento al rischio per la sciurezza del Paese e altro ben 155mila visti, in pratica un'ondata migratoria irregolare è stata bloccata già negli uffici visti dei Consolati e delle Ambasciate all'estero; quest'anno finora sono stati 34 mila i visti negati con punte del 50% di rifiuto in alcuni Paesi africani e del Sud Est asiatico mentre nei 20 Paesi esaminati dallo studio Prometeia il tasso di respingimenti non ha superato il 3, 4%””. (aise)