LE AFFINITÀ CULTURALI TRA ITALIA E SPAGNA AL CENTRO DEL PROGETTO DELL’IIC MADRID

MADRID\ aise\ - Lo scorso 20 aprile l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid ha lanciato sul proprio sito web e sui propri social un progetto audiovisivo in cui noti autori, artisti e intellettuali italiani hanno riflettuto sulle affinità culturali italiana e spagnola, prendendo come punto di partenza l’isolamento globale nel quale ci troviamo da varie settimane.
Il progetto è costituto da una serie di video, il cui insieme si chiama “Un pensiero da pensare insieme tra Italia e Spagna”, #unpensieroIICMadrid nei quali diversi studiosi esprimono le proprie riflessioni dal confinamento obbligato nelle proprie case.
Dopo il lancio delle prime registrazioni di Nicola Lagioia, Annarosa Buttarelli, Andrea Tarabbia, Giovanni Solimine, Helena Janeczek, Michela Marzano, si arrichirà il progetto attraverso il “pensiero” di altri dodici intellettuali.
Così, Daria Bignardi, giornalista, conduttrice televisiva, scrittrice e autrice di Storia della mia ansia (Mondadori, 2018), pubblicato in Spagna da Duomo Ediciones (Historia de mi ansia, 2019), riflette sullo stato d’animo globale e la reazione verso la difficile situazione che stiamo vivendo ricordando la protagonista del suo romanzo, Lea, una donna che convive con un’ansia vecchia e femminile, ma riesce a tirare fuori una straordinaria vitalità per affrontare un futuro incerto. Le risorse che hanno in comune l’Italia, la Spagna e gli altri paesi dell’Europa Mediterranea per combattere, imparare e superare la pandemia che ci ha colpiti rapprensentano il punto di partenza della riflessione di Stefano Boeri, architetto di fama internazionale e ideatore del Bosco Verticale. Boeri considera che, rispetto agli altri paesi, sono soprattutto l’Italia e la Spagna a possedere la capacità di evitare le distopie del controllo digitale grazie alla vitalità che caratterizza le nostre città, la cultura e la tradizione degli spazi aperti. Questa stessa inventiva ci aiuterà a ripensare tutte le attività culturali, lo sport, il tempo libero, nel rispetto della mobilità sostenibile. Una sfida che le città italiane e spagnole, quelle francesi e quelle greche, abituate alla vita all’aperto e all’imprevedibilità, vinceranno, perché fanno degli spazi aperti la nostra vera ricchezza e parte importante del nostro patrimonio storico. Lo scrittore Adrián Bravi, nato in Argentina e residente da molti anni in Italia, considera lo spagnolo e l’italiano le “lingue del cuore” e la Spagna e l’Italia due gemelle eterozigote che nel corso dei secoli hanno sempre vissuto momenti di scambio e incrocio, anche dal punto di vista linguistico. Colpite ora dalla stessa pandemia, le gemelle eterozigote hanno bisogno di rafforzare il vincolo che le ha tenute insieme fin dalla nascita per avere di nuovo voce in capitolo in Europa: anche se non conoscono la strada, supereranno questo momento unite dalla fratellanza che le ha sempre caratterizzate.
Successivamente, Pietro Del Soldà, saggista, autore e conduttore del programma di Rai Radio3 Tutta la città ne parla, sottolinea la stretta relazione e le affinità tra l’Italia e la Spagna, non solo in questo momento, ma nella modalità “di stare al mondo”, di vivere, di socializzare e in tutte le manifestazioni dell’arte e della cultura. Riflette soprattutto sull’unione e sul “nuovo pensiero” comune europeo nel valutare nuove modalità di fare cultura, per incontrarci di nuovo, vivere le nostre piazze e le nostre meravigliose città. Lo scrittore Mauro Covacich, ricordando il suo viaggio a Barcellona alla fine di gennaio e la sospensione di quello a Madrid per partecipare all’ultimo incontro del nostro Ciclo E3+ - Encuentros Editores Escritores Atlante dei Sentimenti programmato il 12 marzo, in questo momento di smarrimento considera necessario aggrapparsi alle poche certezze che abbiamo. A suo parere, forse, una delle poche certezze è rappresentata dai classici. E a chi chiedere? Lui, senza dubbio, chiede a Dante, a Boccaccio, a Petrarca, a Ariosto, a Tasso o anche all’anonimo Lazarillo de Tormes o a Cervantes; e, per dimostrarlo, ricorre alla spiegazione del significato di libertà che Alonso Quijano offre a Sancio nella seconda parte del Don Chisciotte. La poetessa Alessandra Carnaroli esprime la sua riflessione sul difficile momento che stiamo attraversando, la vita nelle nostre case, la famiglia, il confinamento, con la lettura della poesia inedita Telecronica. Il patriottismo e il senso di comunità sono alla base delle considerazioni della scrittrice Claudia Durastanti. In una situazione di grande “Risiko collettivo”, inevitabilmente emergono il patriottismo involontario e una sorta di competizione tra i paesi. Quello che maggiormente la identifica in questo momento è il senso di comunità e ce lo espone ricordando la traduzione del saggio Staying with the Trouble de Donna Haraway; lancia un messaggio di speranza al mondo della cultura in cui dovrà avere un ruolo importante la sfida ad approfondire quegli aspetti non considerati fino ad oggi. Leonardo Sangiorgi, fondatore di Studio Azzurro, ricorda e recita il poema mitologico Favola di Polifemo y Galatea del poeta e drammaturgo spagnolo barocco Luis de Góngora, in cui viene menzionato Capo Lilibeo –il punto più a ovest della Sicilia-, dove Studio Azzurro ha realizzato un museo mai aperto. In questi giorni di paradossi e eccessi, Capo Lilibeo, il suo museo e la immaginaria possibilità di osservare da lì le coste spagnole, è un modo per evocare la relazione, strana e paradossale, tra l’Italia e la Spagna. Federica Manzon, scrittrice e direttrice didattica della Scuola Holden di Alessandro Baricco di Torino, riflette sul ruolo della narrativa come apertura verso mondi e luoghi sconosciuti, soprattutto in situazioni complicate come quella che stiamo vivendo. A questo proposito, sottolinea il valore che ha avuto la letteratura spagnola per gli scrittori italiani e quella italiana per gli scrittori spagnoli e ringrazia i traduttori per l’importante lavoro svolto, che ha permesso, permette e permetterà il dialogo e lo scambio tra le nostre culture. La poetessa Gisella Genna ricorda la frase finale di un breve testo che ha scritto qualche mese e che, nonostante fossero momento diversi, sembra descrivere il suo attuale stato d’animo, il modo di relazionarsi e aprirsi, in questa distanza obbligata, alle paure e ai sentimenti provocati dal confinamento. Lo scrittore Alcide Pierantozzi condivide il suo augurio, che è anche una richiesta, chiedendo agli scrittori spagnoli –per molti aspetti simili agli italiani- di cercare di non eludere le domande importanti. E Giuseppe Catozzella, scrittore, affronta il confinamento che stiamo vivendo come un “dono”: da una parte abbiamo di nuovo a che fare con l’antica domanda di Diogene: chi sono io?, dall’altra sembra essere tornati a un mondo ormai sorpassato, vale a dire a un mondo di cose semplici, piccole, elementari. È il momento di utilizzare l’arte, il cinema, la letteratura e la cultura in tutte le sue manifestazioni perché è proprio questa che ci aiuta a capire chi siamo. L’arte disegna e costruisce il mondo futuro. (aise)