LO STATO DELLA RETE (3)

ROMA – focus/ aise – Si è svolta il 22 settembre scorso nella città di Shijiazhuang, nella provincia dello Hebei, la cerimonia di firma di un Memorandum fra la società italiana Danieli & C. Officine Meccaniche S.p.a. e il Gruppo siderurgico cinese Hebei Iron and Stees (HBIS), per avviare un’importante cooperazione azionaria tra le due società e stabilire una partnership di lungo periodo per la fornitura di attrezzature, tecnologie e i relativi servizi di gestione. L’accordo prevede la presa di partecipazione di Danieli in Shisteel (filiale di HBIS basata in ShijiaZhuang) fino al 15% delle azioni.
Alla cerimonia di firma del Memorandum sono intervenuti il Presidente di Danieli, Gianpietro Benedetti, il CEO della società, Giacomo Mareschi Danieli, l’Assessore regionale alle Attività produttive della Regione Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini, e il Chairman del Gruppo HBIS Yu Yong.
Come ha sottolineato il Ministro Consigliere Emanuele de Maigret, in rappresentanza dell’Ambasciata d’Italia a Pechino, “l’importante risultato raggiunto conferma l’efficacia della strategia del Gruppo italiano fondata su costanza, serietà, innovazione e soluzioni rispettose dell’ambiente, elementi necessari per affermarsi con successo nel mercato cinese.
“Not in my BIN!”. Questo il titolo del webinar che la rappresentanza permanente dell’Italia all’Onu presenterà il prossimo 23 settembre alle 15.00 (ora italiana) e che fa parte dell’iniziativa “I Principi della Dieta Mediterranea per l'Agenda 2030”. Questa iniziativa consiste in una serie di sessioni tematiche promosse dalla Rappresentanza Permanente Italiana che hanno lo scopo di sensibilizzare su come la Dieta Mediterranea possa aiutare a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Una dieta che dovrebbe garantire la sicurezza alimentare, promuovere stili di vita sani, evitare perdite e sprechi alimentari, contribuire alla riduzione degli impatti ambientali e al miglioramento del benessere per le generazioni attuali e future.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario trasformare le diete attuali che sono diventate un importante fattore di rischio per malattie e morte. Le diete, in molte parti del mondo, hanno subito drastici cambiamenti nella loro composizione con conseguente aumento del loro contenuto energetico, di grassi, grassi saturi, sale e zuccheri con un associato aumento della prevalenza di malattie legate all'alimentazione. Le ultime stime indicano che a livello globale 2 miliardi di adulti sono in sovrappeso o obesi e 41 milioni di bambini sono in sovrappeso (SOFA, 2019). Nel 2017, ci sono stati oltre 4,5 milioni di morti per cause legate all'obesità. Sebbene le cause dell'obesità e del sovrappeso siano complesse, una delle loro cause principali è legata al consumo eccessivo di cibi ad alto contenuto energetico associato a una ridotta attività fisica e stili di vita sedentari. Gli attuali sistemi alimentari non generano problemi solo per la salute umana ma anche per l'ambiente in cui si produce il cibo. L'agricoltura è responsabile del 30% delle emissioni di gas serra e del 70% dello sfruttamento e dello spreco delle risorse naturali: acqua, terra ed energia e un importante contributo alla perdita di biodiversità e alla distruzione del suolo e delle foreste.
La riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari contribuisce a migliorare la sostenibilità dei sistemi alimentari. La perdita di cibo e la riduzione degli sprechi possono portare benefici alla società nel suo insieme migliorando la sicurezza alimentare e la nutrizione, riducendo le emissioni di gas serra e le pressioni sulla terra e sulle risorse idriche, aumentando la produttività e la crescita economica. È importante notare che spesso gli alimenti più nutrienti come frutta e verdura, in virtù del loro alto grado di deperibilità sono i più suscettibili ad alti livelli di perdite e sprechi.
La serie sulla dieta mediterranea di questo mese dà una mano all'imminente prima Giornata internazionale della consapevolezza della perdita e dello spreco alimentare (IDAFLW), che si terrà il 29 settembre per richiamare l'attenzione sui temi della perdita e dello spreco alimentare. Il raggiungimento di un sistema di produzione alimentare sostenibile e la riduzione dello spreco di cibo sono fondamentali per affrontare la crescente domanda di alimenti nutrienti necessari per diete sane per tutti. "Stop alla perdita e allo spreco di cibo per le persone e per il pianeta". È necessaria la registrazione.
L’Ambasciata d’Italia a Brasilia e la Banca Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale del Brasile (BNDES) hanno organizzato oggi una videoconferenza con Cassa Depositi e Prestiti e 55 società italiane, sulle opportunità di investimento infrastrutturale in Brasile ed il ruolo finanziario di BNDES. Presenti anche SACE-SIMEST, Agenzia ICE, Banca d’Italia, ENIT, Confindustria, ANCE, Federazione ANIE, Camere di commercio italo-brasiliane e la Rete consolare italiana.
Oltre all’Ambasciatore Azzarello sono intervenuti il Presidente di BNDES, Montezano, la Dottoressa Baldino per CDP ed altri Direttori di BNDES.
Fondata nel 1952, con sede a Rio de Janeiro, la BNDES è una delle principali banche di sviluppo a livello mondiale ed il principale strumento del Governo brasiliano per finanziare, in cooperazione con il settore privato, gli investimenti in vari settori dell’economia. Negli ultimi mesi, la BNDES ha sviluppato un ampio programma di progetti di privatizzazioni e concessioni infrastrutturali, per un totale di USD 40 miliardi, in settori quali autostrade, porti, aeroporti, trattamento delle acque, infrastruttura idrica, illuminazione pubblica, ospedali, parchi pubblici, gas e petrolio, filiera agroalimentare, investimenti verdi e sicurezza pubblica.
Il Presidente Montezano ha sottolineato che l’obiettivo della BNDES è aprire il mercato infrastrutturale brasiliano per renderlo più competitivo, in cooperazione con il settore finanziario straniero. La Dottoressa Baldino ha a sua volta espresso l’interesse di Cassa Depositi e Prestiti ad approfondire le possibili forme di cooperazione, nell’ambito di un dialogo già avviato.
Su invito del Consolato d'Italia a Belo Horizonte, degli Istituti Italiani di Cultura di San Paolo e Rio de Janeiro e della Casa Fiat di Cultura, il professore italiano, sociologo del lavoro e scrittore Domenico De Masi affronterà in un'intervista i cambiamenti della società, che arriverà trasformata nel 2030.
In una conversazione con la giornalista Daniella Zupo, De Masi presenterà la sua visione su tecnologia, tempo libero, lavoro, ecologia, cultura, demografia e il ruolo delle donne nella vita contemporanea.
L'evento intitolato "L'evoluzione della societá nei prossimi dieci anni" fa parte della 14a edizione della Primavera dei Musei e si terrà il 22 settembre dalle 14:00 alle 15:30, ora italiana, in diretta streaming sul canale YouTube della Casa Fiat di Cultura.
Per il professore italiano, il Covid-19 può essere interpretato come un tentativo estremo della natura di ricordare e insegnare agli uomini che sono esseri mortali e che l'homo sapiens non è saggio come pensa di essere. Un tentativo di insegnarci e ricordare che la salute viene prima della democrazia e la democrazia viene prima dell'economia; che le risorse del pianeta hanno un limite e che, invece di combatterci a vicenda, faremmo bene a unirci contro tre nemici comuni: il virus, il riscaldamento globale e le disuguaglianze. Quanto all'economia, il nuovo coronavirus ci ha insegnato l'importanza dell'intervento pubblico e la priorità del necessario sul superfluo.
De Masi, conoscitore di un Brasile che lo ricambia con grande affetto, offre la sua chiave di lettura da intellettuale sugli insegnamenti che possono essere tratti dalla pandemia di Covid-19 e sui grandi cambiamenti che attendono l'umanità, dal lavoro e didattica a distanza, al ruolo e futuro della donna. “La situazione inedita in cui ci siamo trovati ha ridefinito la relazione tra tempo e spazio. Prima potevamo muoverci liberamente, in aereo o in auto, ma non avevamo tempo, troppo assorbiti dai tanti impegni che ci impedivano di riflettere e pensare. Con l'arrivo della pandemia, improvvisamente non avevamo più spazio, eravamo imprigionati nelle nostre case, ma avevamo molto più tempo” spiega De Masi.
A conclusione dell'intervista registrata in italiano e presentata con sottotitoli in portoghese, De Masi si collegherà dal vivo per rispondere alle domande del pubblico.
Domenico De Masi è professore emerito di Sociologia del Lavoro presso l'Università “La Sapienza” di Roma, dove è stato Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione. È membro del comitato etico della Fondazione Veronesi. Ha fondato e diretto “S3.Studium”, società di ricerca e studio in scienze organizzative, “SIT - Società italiana telelavoro” e la rivista “NEXT. Strumenti per l'innovazione”. È stato dirigente e docente presso l'Iri Center for the Study of Corporate Management Functions (IFAP); Presidente di In / Arch (Istituto Italiano di Architettura) e AIF (Associazione Italiana Formatori). È autore di numerosi saggi su sociologia urbana, sviluppo, lavoro, organizzazione e macrosistemi. Ricordiamo, nella sua bibliografia: L’ozio creativo (Ediesse, 1995/Rizzoli, 2000), MappaMundi. Modelli di vita per una società senza orientamento (Rizzoli, 2014), Una semplice rivoluzione (Rizzoli, 2016), Il mondo è giovane ancora (Rizzoli, 2018), Lo Stato necessario (Rizzoli, 2020). (focus\ aise)