REFERENDUM ALL’ESTERO: GARGIULO (CGIE) SCRIVE A DI MAIO

SANTIAGO\ aise\ - “Onorevole Ministro, mi rivolgo a Lei, anche nella Sua funzione di Presidente del CGIE, e le scrivo da uno dei Paesi più lontani dall’Italia, il Cile che è tra quelli che in America Latina e forse del mondo in questo momento vive una fase molto acuta di contagi epidemiologici. L’entrata dell’inverno in questi giorni e la primavera ancora lontana fanno da sfondo alle grandi preoccupazioni puntando ancora timidamente il dito verso la ripresa, che potrebbe tardare più del previsto. Una situazione che probabilmente è comune a molti altri paesi in America Latina”. Inizia così la lettera che Nello Gargiulo, consigliere del Cgie per il Cile, ha inviato nei giorni scorsi al Ministro Di Maio per chiedergli di rinviare il referendum sul taglio dei parlamentari, alla luce delle difficoltà che la pandemia in corso produrrebbe, in aggiunta alle note criticità di cui è vittima il voto all’estero. Ne pubblichiamo di seguito la versione integrale.
“Questa situazione ci induce a pensare che, in merito alla tenuta del referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari, le condizioni sia di preparazione della fase elettorale (mese di agosto), come quelle della sua realizzazione potrebbero trovare diversi paesi dei due continenti americani ancora in emergenza sanitaria e, quindi, anche i nostri Consolati in difficoltà ad assicurare il lineare processo referendario.
Va da sé che in questo momento la riflessione comune porta tutti noi a ipotizzare la situazione sociale nei prossimi mesi e questo essenzialmente per tre motivi, che nella Circoscrizione estero esulano dai posizionamenti politici dei fautori o contrari alla modifica costituzionale.
Ad oggi, considerato il replicarsi di focolai di trasmissione di contagi, siamo perplessi sui tempi perché rischiano di estromettere dal volto molti elettori della circoscrizione estero mentre lo sforzo delle istituzioni dovrà muovere per garantire la partecipazione di tutti nel rispetto dei dettami costituzionali.
Ministro Di Maio mi permetto di porre alla Sua attenzione tre dubbi che ho raccolto tra la nostra comunità in Cile.
1. Se i consolati italiani non sono in piena normalità di personale dalla fine di luglio, con il lavoro in presenza, vuol dire che la situazione nei paesi è ancora complessa per spostarsi, andare nelle tipografie, fare i dovuti controlli per garantire la sicurezza del voto ecc. Se si potesse utilizzare il materiale che è gíà stato stampato per la data di marzo, con qualche accorgimento lo scenario sarebbe diverso.
2. I servizi postali che nei grandi Paesi latino americani vanno a rilento, in una situazione così confusa potrebbero rendere più difficoltosa la distribuzione dei plichi e il loro rientro nei tempi stabiliti, vanificando la reale partecipazione. Al danno d’immagine si assocerebbe la beffa, lo spreco del materiale e dei costi dei servizi postali, che agli occhi di molti apparirebbero incomprensibili ed estemporanei sebbene si tratti di un processo legale e costituzionale.
3. Una votazione sufficientemente informata delle modifiche costituzionali nonostante le sue difficoltà.
Con queste brevi note, che vanno ad aggiungersi a altre considerazioni più dettagliate e complete, che suppongo le saranno giunte da altre parti del mondo, le chiedo, signor Presidente, di pensare a un rinvio del referendum di qualche mese compatibilmente con l’evoluzione della situazione sanitaria negli altri paesi, senza escludere un atto di generosità politica che consenta di riconsiderare anche in altre forme la presenza in Parlamento degli italiani all’estero. Attiro la sua attenzione che “La legge è fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge”, e mai come in questa circostanza questo detto è attuale.
Onorevole Ministro, caro Presidente, La saluto e le auguro buon lavoro anche nella comune amicizia con Don Peppino Gambardella di Pomigiano D’Arco, che 45 anni fa scelsi come Padrino di Cresima, e che purtroppo, non vedo personalmente da molti anni se non nei giornali in qualche foto insieme a Lei. Mi prometto appena verrò in Italia di fargli una visita a Pomigliano D’ Arco per parlargli del CGIE e della grande famiglia delle Comunità degli italiani all’estero”. (aise)