SCUOLA ITALIANA AD ASMARA: SERENI RISPONDE A FDI E 5 STELLE

ROMA\ aise\ - “Sin dall’inizio della vicenda il Governo italiano ha mostrato, e continuerà a mostrare, ampia disponibilità al dialogo. Considerata l’importanza anche storica dell’Istituto Italiano Omnicomprensivo di Asmara ed il suo ruolo a beneficio delle giovani generazioni eritree ed italiane, il Governo proseguirà con determinazione nella ricerca di ogni soluzione utile alla ripresa e al rilancio delle attività scolastiche”. È quanto assicurato dal vice ministro degli esteri Marina Sereni che mercoledì scorso, in Commissione Esteri al Senato, ha risposto alle interrogazioni di Urso (FdI) e Marilotti (M5S) sulla chiusura della scuola italiana ad Asmara, in Eritrea.
Sereni ha prima di tutto ripercorso la storia dell’Istituto, “attivo ad Asmara dal 1903”, che negli anni “ha formato generazioni di giovani eritree ed eritrei”, rappresentando questi ultimi “la grande maggioranza della sua popolazione studentesca”.
“Il percorso bilingue e biculturale, con un articolato curriculum integrato per tutto il ciclo primario e secondario, vede impegnati oltre 1.200 alunni (di cui circa l’88% eritrei) e circa 120 dipendenti a pieno regime tra personale di ruolo inviato dall'Italia e personale locale a contratto”, ha aggiunto, sottolineando come la scuola sia “parte, a tutti gli effetti, del Sistema d’istruzione nazionale” visto che “rilascia titoli di studio aventi corso legale in Italia. La sua gestione, al pari di tutte le altre scuole statali, ricade sotto la responsabilità dello Stato italiano”.
Osservato che “le scuole statali all’estero operano, inevitabilmente, in contesti diversi da quello nazionale e devono possedere capacità di adattamento alle contingenze locali e di flessibilità di curriculum”, Sereni ha aggiunto che la scuola di Asmara “ha finora soddisfatto tali caratteristiche, con grande apprezzamento degli studenti e delle loro famiglie”.
“Il 21 settembre 2012 – ha proseguito Sereni – è stato firmato l’Accordo Tecnico sullo status delle scuole italiane in Asmara e del loro personale, tuttora in vigore. L’articolo 17 dell’accordo prevede, a partire dal 2017, il rinnovo tacito di anno in anno. L’articolo 15 istituisce inoltre il Comitato Tecnico Congiunto, con il compito di "monitorare gli indirizzi pedagogici ed alcuni altri specifici aspetti relativi al funzionamento delle Scuole Italiane, tra cui quelli didattici". Da parte italiana, è stata più volte sollecitata la piena attuazione dell’accordo, tra cui la costituzione del Comitato Tecnico Congiunto (l’ultima volta con una Nota Verbale dell’Ambasciata ad Asmara del 10 febbraio). In questa Nota è stata espressa ampia disponibilità ad accogliere eventuali modifiche richieste da parte eritrea, insieme all’opportunità di adeguarlo al Decreto Legislativo n. 64 del 2017 per quanto riguarda la durata dei mandati all’estero del personale di ruolo. Da parte eritrea non è stato però dato alcun riscontro alle richieste italiane. L’assenza del Comitato Congiunto non ha in realtà pregiudicato la funzionalità dell’Istituto. La Scuola ha, infatti, promosso la costituzione di un Comitato Genitori, composto, quasi esclusivamente, da membri eritrei a sostegno delle attività didattiche e alla programmazione. Il Comitato Genitori è stato deputato, nei fatti, anche a facilitare il dialogo e la collaborazione con le Autorità di Asmara, affiancandosi ai contatti in materia scolastica tra le autorità eritree e l’Ambasciata italiana”.
Arrivando all’oggi, Sereni ha sostenuto che “la situazione che ha generato la sospensione delle attività dell’Istituto deriva, piuttosto, da decisioni assunte unilateralmente da parte di Asmara. Il 25 marzo, il Direttore dell’Ufficio di Presidenza dello Stato eritreo ha comunicato alla Dirigente Scolastica della Scuola la fine dall’accordo tecnico bilaterale e la revoca della licenza ad operare. Il motivo addotto è stato quello della asserita "chiusura" della scuola da parte italiana. In realtà, sei giorni prima, il 19 marzo, di fronte alle ordinanze locali anti-Covid contro gli assembramenti e al fatto che diversi docenti si trovavano temporaneamente bloccati fuori dal Paese o in quarantena in Eritrea dopo il loro rientro dall’Italia, il nostro Ambasciatore ad Asmara aveva semplicemente disposto l’interruzione delle attività in presenza e la prosecuzione della didattica con altri mezzi”.
“L’Ambasciatore – ha precisato il vice ministro – ne aveva tempestivamente informato il Ministero degli Esteri di Asmara. Le stesse scuole eritree avrebbero sospeso le attività pochi giorni dopo. Anche sul piano formale, la lettera dell’Ufficio di Presidenza indirizzata alla Dirigente scolastica contravviene a quanto previsto dall’Accordo Tecnico intergovernativo del 2012, secondo cui ogni eventuale divergenza deve essere risolta attraverso canali diplomatici. I numerosi passi effettuati a Roma e ad Asmara, scritti e verbali, a tutti i livelli, per chiarire la situazione e indurre le autorità eritree ad un ripensamento, non hanno fin qui ricevuto riscontro”.
“Oltre alla mia lettera al Ministro degli Esteri di Asmara del 22 giugno e al mio incontro alla Farnesina con l’Ambasciatore eritreo a Roma del 26 giugno, il Presidente del Consiglio Conte ha inviato, sull’argomento, una lettera al presidente Afewerki”, ha ricordato. “Tra luglio e agosto, il Ministero dell’Educazione eritreo ha proceduto ad inventariare i beni presenti nella scuola, ospitata da edifici di proprietà dello Stato eritreo, e ad apporvi i sigilli. Di fronte all’assenza di segnali positivi è stato inevitabile decretare la chiusura temporanea della Scuola a partire dal 1° settembre. Con l’obiettivo di lasciare aperta la possibilità di un riavvio graduale delle attività, le 13 posizioni vacanti di personale di ruolo presso la Scuola sono riattivabili, in caso si rendesse possibile la riapertura”.
“Sin dall’inizio della vicenda – ha sottolineato Sereni - il Governo italiano ha mostrato, e continuerà a mostrare, ampia disponibilità al dialogo. Considerata l’importanza anche storica dell’Istituto Italiano Omnicomprensivo di Asmara ed il suo ruolo a beneficio delle giovani generazioni eritree ed italiane, il Governo proseguirà con determinazione nella ricerca di ogni soluzione utile alla ripresa e al rilancio delle attività scolastiche”. Un obiettivo, ha concluso, che “il nuovo Ambasciatore d'Italia ha intenzione di raggiungere”.
Nella replica, il senatore Urso, primo firmatario dell’interrogazione di Fratelli d’Italia, si è detto “parzialmente soddisfatto” della risposta.
La scuola italiana ad Asmara, ha detto Urso, “rappresenta uno strumento vitale per l'implementazione degli interessi nazionali strategici in loco, soprattutto alla luce del processo di pace da poco avviato tra Etiopia ed Eritrea. A mio parere è possibile che sia stato commesso qualche errore nella trattativa intercorsa, a livello diplomatico, tra Roma e Asmara. Sotto tale profilo, mi auguro che il nuovo ambasciatore italiano designato sia in grado di intavolare un diverso approccio negoziale con gli interlocutori eritrei, sempre considerando la circostanza che l'Istituto scolastico in questione rappresenta un vero e proprio caposaldo a presidio della diffusione della cultura e della lingua italiana nella popolazione eritrea”.
Il senatore ha quindi invitato il Governo ad “esercitare il massimo sforzo affinché si pervenga alla riapertura della scuola, che opera - non bisogna mai dimenticarlo - in un contesto geopolitico delicato come quello del Corno d'Africa, che, notoriamente, inciderà sempre di più negli equilibri globali”.
Di “superficialità” ha parlato invece il senatore Marilotti, primo firmatario dell’interrogazione 5 Stelle, anche lui solo “parzialmente soddisfatto” della risposta.
“Non posso esimermi dal segnalare l'impostazione in qualche modo superficiale con la quale, a mio parere, l'Italia ha trattato l'intera questione, non tenendo conto, probabilmente, della ben conosciuta sensibilità degli eritrei, i quali, in realtà, hanno anch'essi interesse ad una riapertura dell'Istituto scolastico. Dal mio punto di vista - ma ritengo anche dal punto di vista del complesso della Commissione esteri del Senato, che da tempo segue con particolare attenzione questa incresciosa vicenda - sarebbe opportuno che il Governo si adoperi ulteriormente e con sollecitudine per incrementare le occasioni di cooperazione con il Governo eritreo al fine di pervenire alla riapertura della sede scolastica”. (aise)