VICINI IN TEMPO DI PANDEMIA

ROMA – focus/ aise - Si è conclusa domenica scorsa, 16 agosto, la missione in Serbia di un'equipe sanitaria italiana composta da due medici anestesisti, un urgentista, uno specialista di malattie infettive, un chirurgo e una specialista infermiera. Il gruppo è tornato in Italia con un volo speciale dall’aeroporto Nikola Tesla di Belgrado.
Lo staff sanitario è giunto in Serbia su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale italiano in coordinamento con il Dipartimento della Protezione Civile e ha operato grazie ad un accordo tra i Governi italiano e serbo.
Nel corso della missione, i sanitari italiani sono stati ricevuti dal ministro della Salute, Zlatibor Loncar, e hanno visitato il Centro Clinico della Serbia, la Clinica per le Malattie infettive e tropicali di Belgrado, l’Ospedale di Zemun, i Centri Clinici di Bežanijska Kosa, Niš, Novi Sad e Kragujevac. Tali incontri hanno consentito di scambiare informazioni ed esperienze sul trattamento del COVID19 con i medici e lo staff sanitario locale, al fine di poter meglio affrontare in ambito ospedaliero la gestione dei pazienti affetti dal virus.
“La missione ha pienamente raggiunto i propri obiettivi clinico-sanitari, con reciproca soddisfazione delle parti coinvolte e delle Autorità italiane e serbe”, riferisce con soddisfazione l’Ambasciata d’Italia a Belgrado. “L’iniziativa ha inoltre permesso di evidenziare l’eccellente livello di cooperazione bilaterale tra Italia e Serbia, nonché di ricambiare il generoso aiuto della Serbia al popolo italiano nella fase più acuta dell’epidemia lo scorso aprile”.
Lo scorso 14 agosto si è svolto in Colombia l’evento virtuale di lancio del progetto “Mapiripán, territorio di pace e sviluppo sostenibile” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) per un importo di 2.4 milioni di euro.
Eseguito dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) in coordinamento con l’Agenzia per il Rinnovamento del Territorio colombiana (ART), il progetto mira alla riattivazione economica e l’integrazione sociale del Municipio PDET di Mapiripán (Meta), beneficiando direttamente 1.500 persone, attraverso l’avvio di sistemi di produzione sostenibili, generando reddito per le famiglie contadine.
L’ambasciatore d’Italia a Bogotà, Gherardo Amaduzzi, ha messo in risalto la grande opportunità offerta al Paese di coniugare riconciliazione e sviluppo rurale in uno dei municipi più colpiti dalla violenza, attraverso un progetto che potrà rappresentare un modello replicabile di intervento territoriale articolato ed integrato, in cui il settore privato, quello pubblico e la società civile potranno ridisegnare un modello produttivo di sviluppo più partecipativo e sostenibile.
Alla luce delle decisioni israeliane relative all'esenzione dalla quarantena per chi proviene da un certo numero di Paesi “verdi”, tra cui l’Italia, l’Ambasciata d’Itaia a Tel Aviv ha pubblicato un aggiornamento dell’avviso in evidenza sulla pagina dedicata a Israele del sito Viaggiare Sicuri.
“Nell’ambito delle misure adottate per la prevenzione della diffusione del COVID-19, l’ingresso in Israele ai cittadini non israeliani è consentito solo previa autorizzazione da parte delle Autorità israeliane. La procedura prevede il rilascio di un permesso di ingresso da parte dell’Ambasciata israeliana del Paese di origine e la compilazione online, non prima di 24 ore dalla partenza, di una domanda di autorizzazione all’ingresso (c.d. “inbound clearance application”). La procedura e il link per la compilazione online della domanda è reperibile qui.
A partire dal 16 agosto 2020, i viaggiatori autorizzati a entrare in Israele provenienti dall’Italia o da altri Paesi in “lista verde” (Regno Unito, Slovenia, Nuova Zelanda, Georgia, Danimarca, Austria, Canada, Estonia, Ruanda, Finlandia, Lettonia, Hong Kong, Germania, Ungheria, Cipro, Grecia, Croazia e Bulgaria) non sono più soggetti all’obbligo di quarantena, purché nei 14 giorni precedenti all’arrivo in Israele non abbiano soggiornato in un Paese diverso da quelli in “lista verde”.
Le disposizioni israeliane prevedono che un’analoga domanda online venga compilata alla partenza da Israele (c.d. “outbound clearance application”). La procedura e il link per la compilazione online della domanda è reperibile qui.
La situazione resta fluida e le Autorità israeliane potrebbero modificare ulteriormente le disposizioni relative agli ingressi nel Paese. Si raccomanda pertanto di monitorare costantemente il sito del Ministero della Salute israeliano e quello dell’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv.
Si raccomanda infine di contattare direttamente la propria compagnia aerea di riferimento per accertarsi dell’operatività dei voli tra Italia e Israele e dell'esistenza di ulteriori richieste documentali per l’accettazione all'imbarco”. (focus\ aise)