VITA D’AMBASCIATORE (2)

ROMA – focus/ aise - Voli “umanitari” dal Venezuela all’Italia. È il desiderio espresso da tanti connazionali attraverso le reti sociali. Oltre ai circa 150 cittadini che hanno affidato l’accorato appello ad un “tweet”, anche altri hanno chiesto alla nostra Ambasciata di organizzare, di concerto con il Ministero degli Esteri, voli umanitari che permettano loro di rientrare in Italia.
Con una lettera, l’Ambasciatore d’Italia a Caracas, Placido Vigo, ha voluto fornire alla Collettività informazioni su quanto è stato fatto e quanto si continuerà a fare.
Nella lettera, l’Ambasciatore Vigo spiega che sin dal gennaio 2020 e ben prima della pandemia Covid-19, sono stati lanciati “numerosi avvisi invitando i connazionali a lasciare immediatamente il Paese, approfittando dei voli commerciali che ancora operavano”. Un invito riportato anche sul sito “Viaggiare Sicuri”.
“Dall’inizio dell’emergenza sanitaria in Venezuela, decretata il 15 marzo – spiega l’Ambasciatore Vigo -, in coordinamento con il CGIE e con il COMITES, questa Ambasciata ha rinnovato, con ogni mezzo, calorosi inviti a tutti i nostri connazionali temporaneamente in Venezuela a lasciare il Paese con i voli umanitari”.
Prosegue quindi sottolineando che “in stretto coordinamento con la Farnesina e le altre Rappresentanze dell’Unione Europea”, l’Ambasciata ha organizzato “9 voli speciali umanitari per l’Europa (di cui uno diretto a Roma), 8 voli interni e 36 operazioni (con voli e navi) dai Paesi di secondario accreditamento (Barbados, Dominica, Grenada, Guyana, St. Lucia, St. Vincent e le Grenadine, Trinidad e Tobago). L’Italia è stato il primo Paese ad organizzare autonomamente un volo speciale per il rimpatrio dei suoi connazionali. Purtroppo, nonostante l’offerta, non tutti hanno approfittato delle opportunità suggerite: l’aereo Conviasa diretto per Roma è partito solo con 190 passeggeri”.
L’Ambasciatore rileva che, nonostante un organico inferiore a quello di altre Ambasciate, la nostra, con solo 13 dipendenti e in condizioni assai difficili, “è stata l’unica ad organizzare anche 8 voli interni (da Maracaibo e da Margarita) per far convergere su Caracas tutti i passeggeri bloccati”. L’Ambasciata, fa poi notare che ha fornito “a ciascun connazionale lasciapassare nominativi, autorizzati singolarmente dopo richieste ad hoc rivolte alle Autorità? locali”.
Quindi informa che, ad oggi, i concittadini rimpatriati sono stati complessivamente 569.
“Presto – prosegue nella lettera – ci saranno altre opportunità, già in questa settimana”. Tuttavia, segnala, “si tratta di operazioni estremamente complesse, autorizzate eccezionalmente” dato il regime “di quarantena disposto nel Paese”. Operazioni, sottolinea, “realizzatesi sempre in piena sicurezza sia pur in un contesto estremamente difficile vista l’emergenza sanitaria, aggravatasi negli ultimi mesi. La maggior parte di coloro che oggi reclamano – prosegue la lettera – non hanno approfittato delle opportunità? offerte, presumo sperando nella riapertura dei voli commerciali in modo da poter utilizzare il biglietto aereo di rientro”.
Come è noto afferma l’Ambasciatore Vigo, “in Venezuela e in Italia sono state introdotte deroghe molto rigide, per evitare il diffondersi dei contagi: in Venezuela non consentono la partenza ai residenti nel Paese; il Ministero della Salute italiano ha limitato l’ingresso per eccezionali motivi ai connazionali residenti in Italia (quindi non doppi cittadini o residenti all’estero) e ha sospeso i collegamenti aerei con 16 Nazioni. In queste condizioni, i voli commerciali speciali di rimpatrio permettono quindi solo la partenza verso la città di residenza in Europa ma non il rientro in Venezuela”.
A conclusione della lettera, il nostro Ambasciatore si augura che la problematica venezuelana sia illustrata dal consigliere Nello Collevecchio in seno all’Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero. Ed assicura che un intervento sul Governo in tale sede sarà materia di riflessione da parte del Ministero della Salute e permetterà di illustrare “il prezioso lavoro svolto per contribuire alla tutela e valorizzazione delle nostre comunità? all’estero”.
In visita nella Municipalità di Shanghai, l’Ambasciatore d’Italia a Pechino, Luca Ferrari, accompagnato dal Console Generale a Shanghai, Michele Cecchi, ha incontrato oggi l’Amministratrice Delegata della società cinese di servizi di viaggio Ctrip, Jane Sun, con la quale ha discusso lo stato dell’arte del settore turistico cinese e la riattivazione dei flussi turistici dei cittadini cinesi verso l’Italia, a fronte della pandemia da COVID-19.
Con oltre 40.000 dipendenti nel mondo, una sede a Milano e 400 milioni di utenti che utilizzano i suoi strumenti, Ctrip rappresenta il più grande conglomerato di servizi per il turismo. Nelle scorse settimane il gruppo cinese ha lanciato un piano operativo di ripresa da 141 milioni di dollari.
Ferrari e la CEO Sun – riporta l’ambasciata – hanno quindi discusso come favorire sinergie tra questo ambizioso programma e le attività dell’ENIT, che a breve aprirà un ufficio a Shanghai e con il quale Ctrip ha firmato un Memorandum d’intesa per la promozione turistica nel marzo 2019. L’Ambasciatore Ferrari ha inoltre ringraziato Ctrip per la consistente donazione di materiale medico-sanitario effettuata all'Italia a marzo, a testimonianza del grande legame con il "Bel Paese".
A conclusione dell’incontro, l’Ambasciatore Ferrari ha commentato: “siamo già al lavoro per riattivare i flussi turistici cinesi verso l’Italia. Nel 2022 avremo l’anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, che abbiamo dovuto posticipare visto l’insorgere della pandemia da COVID-19. L’Italia era diventata la prima meta di destinazione europea per i cittadini cinesi e intendiamo mantenere saldo questo primato attraverso una serie di attività, inclusa la proficua collaborazione tra Ctrip e il costituendo Ufficio ENIT a Shanghai". (focus\ aise)