Allo Studio G7 di Bologna la personale di Letizia Cariello “Fuso Orario”

BOLOGNA\ aise\ - La stagione espositiva di Studio G7 riprende, con la riapertura delle gallerie d’arte a Bologna, con Fuso Orario, prima mostra personale di Letizia Cariello nel capoluogo emiliano-romagnolo. Con questo nuovo progetto, prorogato sino al 5 giugno, a cura di Leonardo Regano, Cariello esplora il sottile confine tra spazio interno e spazio esterno, entrambi intesi come caratteristici della natura umana.
L’artista indaga ciò che lega il corpo fisico e il corpo spirituale, riuscendo ad evidenziare un'anatomia occulta dell'essere che risulta in potenzialità percettiva, una ricerca ispirata ai principi della Geometria Spirituale, alle teorie teosofiche e neoplatoniche.
Sette Volumi compongono la grande installazione realizzata a parete; disposti secondo uno schema stellare che traccia una mappa del cielo testimone del momento di incontro tra Giove e Saturno, i Volumi rappresentano idealmente l'interazione tra i sette diversi piani sottili della natura umana, qui esplorati secondo i singoli colori che ne rendono manifesta la radiazione luminosa. Un marmo è posto su ogni Volume secondo la gradazione di tono del poliedro stesso; il calendario inciso sulla superficie marmorea lega la percezione del tempo terreste, nei suoi diversi fusi orari, sia a un tempo dell'Io arcaico sia al mondo etereo. Il concetto di tempo, inteso come controllo sull'esistenza, si annienta nel confronto con l'inconscio e l'incertezza di un mondo spirituale che può solo essere percepito.
L’installazione si riflette nell’opera site-specific Sistema Sottile, un ricamo a parete che per la prima volta l’artista realizza con fili di diversi colori, legati a costruire una figura geometrica che riprende lo schema della congiunzione Giove-Saturno.
Letizia Cariello (Copparo, Ferrara) vive e lavora a Milano. La ricerca di Letizia Cariello esplora attraverso diversi media (disegno, installazione, fotografia, scultura e video) la relazione fra spazio interno e spazio esterno. Il tentativo di intercettare la consistenza materiale del tempo si concentra nell’inseguimento delle tracce che il tempo lascia, segnandolo in scrittura (Calendari), oggetti e materia. Scopo di questo processo è un servizio continuo di ricostruzione di legami, connessioni, relazioni (il Filo Rosso), attraverso l’identificazione e la letterale ricucitura di oggetti e spazi, sia nel macro, sia nel micro: dagli alberi alle teiere, dalle tazzine alle fotografie ricamate. Sue opere appartengono a numerose collezioni pubbliche e private quali, tra le altra, Museo Nazionale delle Donne nelle Arti, Washington DC (US); Mint Museum, Charlotte, North Carolina (US); Collezione Farnesina – Experimenta, Ministero degli Esteri, Roma; Certosa di San Lorenzo, Padula; Museion / Ar-Ge Kunst, Bolzano; Rocca di Montestaffoli, San Giminiano; Collezione Artrust, Lugano (CH); Collezione Borromeo, Milano; Hangar 2173/Monte Bianco – Skyway, Courmayeur (AO). Espone in Italia e all’estero; nel 2019 è tra i relatori di TED x Busto Arsizio. Nel 2020 viene selezionata all’interno del premio Level 0 di ArtVerona dal Museo M9, Mestre (VE). (aise)