I volti del Made in Italy

ROMA – focus/ aise - L’Università di Trento ancora una volta protagonista di Google Hash Code, la competizione internazionale di programmazione a squadre che mette a confronto talenti informatici del globo, abbattendo almeno per qualche ora distanze e barriere. La sfida, infatti, vede alla prova studenti, studentesse, esperti ed esperte in collegamento con il loro computer da ogni angolo della terra.
La maratona è organizzata da Google che pone un problema ingegneristico reale da risolvere. Quest’anno consisteva nell’ottimizzare la sincronizzazione dei semafori su mappe stradali di città di grandi dimensioni quali Lisbona.
I/le partecipanti, da parte loro, scelgono la propria squadra e il linguaggio di programmazione. L’obiettivo di fondo è promuovere le competenze informatiche e individuare giovani talenti del settore.
La gara si è disputata ieri, dalle 18.30 alle 22.30 (ora italiana). UniTrento è scesa in campo con 46 squadre per un totale di 165 studenti e studentesse (23 in più dell’anno scorso) e ha ottenuto nuovamente il secondo posto al mondo nella classifica generale e il primo nella categoria delle squadre universitarie.
Il risultato è stato comunicato ieri sera da Google al termine delle quattro ore di prova.
Per il quinto anno consecutivo il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione dell’Università di Trento ha organizzato un Hub per il Round di qualificazione online di Hash Code 2021.
Alberto Montresor, il coordinatore dell’iniziativa per UniTrento, commenta: “Nonostante i problemi legati alla pandemia, il numero dei partecipanti ha addirittura superato quello dello scorso anno. Questo la dice lunga sulla voglia dei nostri studenti di tornare a vivere l’università al di là delle lezioni online. Oltre ad essere contento della partecipazione, sono entusiasta del risultato: i nostri studenti sono stati eccezionali”.
A causa di Covid-19 il concorso ha preso il via con le qualifiche online, in cui ciascuna squadra ha potuto competere dai cosiddetti “hub“, organizzati da università, industrie e associazioni. Il numero di squadre nel mondo è molto calato (erano 25mila l’anno scorso, 9mila quest’anno), ma quelle presenti erano molto motivate: ben l’80% di loro ha concluso con successo. Di queste, 276 erano squadre italiane e ben 43 dell’Università di Trento. Alla competizione erano presenti anche altre università italiane (Padova, Bergamo, Bolzano, Venezia, Salerno) ma con meno di una decina di squadre ciascuna.
Le migliori squadre sono ora invitate a partecipare alle finali mondiali virtuali delle Google's Coding Competitions.
L’Unità d’Italia, Dante Alighieri, il 90° compleanno della Maglia Rosa (indossata per la prima volta nel 1931 – prima tappa vinta da Learco Guerra e Giro vinto da Francesco Camusso), le grandi montagne, i paesaggi, i borghi e le città italiane, le Olimpiadi invernali e il ricordo di grandi uomini e campioni che hanno dato lustro al ciclismo e al Giro d’Italia. Sono solo alcuni degli ingredienti della 104° edizione del Giro d’Italia presentato ieri, 24 febbraio, e in programma dall’8 al 30 maggio prossimi.
A 10 anni di distanza dall’ultima volta, e nel 160° Anniversario dell’Unità d’Italia, Torino e la Regione Piemonte ospiteranno la Grande Partenza del Giro d’Italia. La prima frazione sarà una cronometro individuale di 9 chilometri per le vie di Torino; la seconda una tappa adatta ai velocisti da Stupinigi (Nichelino) a Novara (173 chilometri) mentre la terza partirà da Biella per terminare a Canale dopo 187 km (tappa mossa adatta ai finisseur o ai colpi di mano). Primo arrivo in salita, nella quarta tappa, a Sestola con partenza da Piacenza. La parola ai velocisti nella Modena – Cattolica di mercoledì 12 maggio. Sesta frazione molto insidiosa con 3.400 metri di dislivello che porterà il gruppo dalle Grotte di Frasassi ad Ascoli Piceno (San Giacomo) con due Gpm nel mezzo e l’arrivo posto quota 1090 m. La Notaresco – Termoli (178 km) è una tappa adatta ancora alle ruote veloci del gruppo. Sabato 15 maggio la Foggia – Guardia Sanframondi (173 chilometri) con ancora difficoltà altimetriche (3.400m di dislivello) con il GPM di Bocca della Selva a 53 km dal traguardo. Inedito arrivo in salita in Abruzzo, a Campo Felice, nella frazione di domenica 16 maggio con partenza da Castel di Sangro. Una tappa con ancora 3.400 m di dislivello che prevede tre Gran premi della Montagna prima dell’erta finale. La 10^ tappa di lunedì 17 maggio, da L’Aquila a Foligno, potrebbe adattarsi a fughe da lontano o colpi di mano nel finale. Martedì 18 è previsto il primo giorno di riposo del Giro.
Per la seconda settimana, che parte mercoledì 19, con una tappa che promette spettacolo da Perugia a Montalcino (Brunello di Montalcino Wine Stage) con una prima parte ondulata mentre negli ultimi 70 chilometri 35 saranno di Strade Bianche. L’ultimo arrivo a Montalcino, nel 2010, vide Cadel Evans aggiudicarsi la tappa in Maglia Iridata in una giornata contraddistinta dalla pioggia e dal fango. La Siena – Bagno di Romagna (Tappa Bartali) renderà omaggio a due uomini speciali che hanno reso grande il ciclismo: Gino Bartali e Alfredo Martini. La corsa toccherà, infatti, sia Ponte a Ema che Sesto Fiorentino per concludersi a Bagno di Romagna dopo 3 GPM e 3.700m di dislivello. Nel ricordo di Dante Alighieri, nel settecentesimo anniversario dalla morte, la 13^ tappa da Ravenna (dove il Sommo Poeta è sepolto) a Verona che attende gli sprinter. Sabato 22 maggio, con partenza da Cittadella, è il giorno del temuto Zoncolan (si sale dal versante di Sutrio). L’unica volta che fu affrontato da quel versante risale al 2003 con la vittoria di Gilberto Simoni. La Grado –Gorizia, frazione adatta ai finisseur, prevede un circuito, da ripetere tre volte, che sconfinerà nella vicina Slovenia. La Sacile – Cortina d’Ampezzo, di lunedì 24 maggio, chiuderà la seconda settimana. È il tappone Dolomitico con il Passo Fedaia (Montagna Pantani), il Passo Pordoi (Cima Coppi) e Il Passo di Giau prima del traguardo nella città che ospiterà nel 2026 le Olimpiadi Invernali.
Dopo il secondo giorno di riposo si riparte con un’altra tappa di montagna da Canazei a Sega di Ala (arrivo in salita inedito per il Giro). Da scalare, prima dell’ascesa finale, il Passo san Valentino. Giovedì 27 maggio, la 18^ tappa da Rovereto a Stradella. Una frazione insidiosa con diversi strappi nel finale tra le colline dell’Oltrepò Pavese. Muoverà da Abbiategrasso la tappa numero 19 che terminerà sull’Alpe di Mera in Valsesia (arrivo inedito). Questa frazione con 3.700m di dislivello comprende anche l’ascesa del Mottarone e quella della Colma di Varallo. Da Verbania partirà una tappa contrassegnata da 5 stellette di difficoltà e 4.800 m di dislivello che terminerà sull’Alpe di Motta nella Valle Spluga in Valtellina. Da scalare anche il Passo San Bernardino e il Passo dello Spluga, due salite che porteranno il gruppo oltre i duemila metri. Gran finale, domenica 30 maggio, con una cronometro individuale di 29,4 km che partirà da Senago e terminerà sotto il Duomo di Milano.
Alla presentazione di ieri, tra gli altri è intervenuto anche il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che ha detto: “È la 104° edizione del Giro d’Italia e il novantesimo compleanno della Maglia Rosa, entrambi diventati simbolo del nostro Paese nel mondo nello sport e della competizione che unisce sotto un’unica passione i tanti tifosi, amanti del ciclismo e non solo. Proprio a questi ultimi, così come a tutti gli operatori, va il mio caloroso saluto e un ringraziamento speciale per aver contribuito al successo dell’iniziativa nel corso degli anni. Il mio augurio è quello di poter assistere “dal vivo” all’atteso spettacolo, nel rispetto delle prescrizioni. L’Italia e la sua capacità attrattiva prendono forma in una manifestazione capace di unire il territorio, ripercorrendo i luoghi simbolo della nostra cultura e della nostra identità. Il Giro d’Italia è da sempre un riferimento per il settore turistico sportivo, capace di incarnare e veicolare valori positivi da ogni prospettiva. Ci aspettano per questo delle grandi sfide e speriamo che la ripartenza possa rappresentare un nuovo inizio per l’Italia, una rinascita che ci auguriamo possa giungere il prima possibile”.
Anche il Direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni, ha parlato: “Questo Giro d’Italia sarà una corsa dura già dalla prima settimana. I corridori troveranno tappe insidiose e per questo dovranno farsi trovare subito pronti. Tra le tappe su cui metterei un circoletto rosso di certo ci sono le due cronometro di apertura e chiusura, i 4 arrivi in salita della prima settimana, l’arrivo sullo Zoncolan, il tappone dolomitico con arrivo a cortina con Fedaia, Pordoi e Giau e la penultima tappa che da Verbania arriverà all’Alpe di Motta in Vallespluga. Inoltre, una frazione che promette spettacolo è la Wine Stage legata al Brunello con arrivo a Montalcino, vino che tutto il mondo ci invidia. Negli ultimi 70 km della tappa ben 35 saranno su strade bianche. Ricordo l’ultimo arrivo a Montalcino, nel 2010, con Cadel Evans che vinse in Maglia Iridata in una giornata contraddistinta dalla pioggia e dal fango. Sono certo che sarà un Giro che trasmetterà forti emozioni dal primo all’ultimo giorno”.
“Il Giro d’Italia - ha chiosato Cordiano Dagnoni, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana - è un evento di grande valore per la nostra Federazione. Un patrimonio culturale per tutti gli sportivi italiani e non. Quest’anno, in particolare si celebra un personaggio importante del ciclismo, Alfredo Martini, che per 22 anni è stato Commissario Tecnico della Nazionale, lasciandoci in dote un indelebile ricordo e 6 maglie iridate. Mio padre Mario faceva parte della struttura tecnica dei professionisti e spesso si viveva la tappa in auto con Alfredo, emozioni indelebili. I miei primi personali ricordi al Giro risalgono invece al 1974. Ero un ragazzino e vidi vincere il cannibale, Eddy Merckx, su Gian Battista Baronchelli e Felice Gimondi. Fuente in maglia verde. L’arrivo era dentro al mitico velodromo Vigorelli, che all’estero ci invidiano ancora. Mi piacerebbe rivivere ancora un’emozione del genere in quell’anfiteatro che è un vero tempio del ciclismo”.
Decollata dal Kennedy Space Center lo scorso 30 luglio, dopo circa 7 mesi di viaggio, la missione NASA Mars 2020, con a bordo il nuovo rover Perseverance e il piccolo elicottero Ingenuity, ha raggiunto la superficie di Marte, portando con sé anche una tecnologia italiana: il microriflettore LaRA (Laser Retroreflector Array) realizzato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare.
La discesa del rover è avvenuta nel cratere Jezero, un grosso bacino che si pensa aver ospitato un tempo un lago marziano e dove si spera possano essere state preservate antiche forme di vita.
Perseverance è un nuovo successo della NASA sul pianeta rosso, dove son già arrivati Sojourner (1997), Spirit (2004), Opportunity (2004) e Curiosity (2011). Con Perseverance si apre un'ulteriore fase dell'esplorazione, con esami astrobiologici e geologici, sull'atmosfera marziana, sulla presenza di antiche forme di vita anche solo microbica oggi estinte, e sulla produzione di ossigeno; una sperimentazione, quest'ultima, essenziale per assicurare una futura permanenza umana. Il rover è predisposto non solo per raccogliere ed esaminare campioni, ma anche per stoccarli in attesa che si realizzi la possibilità di portarli sulla Terra. Sono inoltre per la prima volta presenti anche alcuni microfoni. L'altra novità introdotta da Perseverance è l’elicottero Ingenuity, che all’inizio della missione sperimenterà delle ricognizioni nei dintorni del rover, un po’ come i piccolo droni terrestri a eliche diventati comuni sulla Terra.
Tra le tecnologie di bordo di Perseverance anche quelle sviluppate dai Paesi europei: la Francia (Supercam), la Spagna (MEDA - Mars Environmental Dynamics Analyzer), la Norvegia (RIMFAX - Radar Imager for Mars' Subsurface Experiment) e l'Italia (LaRA).
Il microriflettore LaRA (Laser Retroreflector Array) realizzato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) per conto dell’Agenzia spaziale italiana permetterà, in futuro, di acquisire la posizione del rover con precisione, e di rendere i futuri atterraggi sul pianeta più precisi. Si tratta di un piccolo oggetto, che sta nel palmo di una mano, progettato per riflettere un fascio laser nella stessa direzione di provenienza. Analogo riflettore (LaRRI) era stato montato su Insight, altro lander della NASA atterrato nel 2018 su Marte.
LaRA è stato consegnato nel giugno 2019 al NASA Jet Propulsion Laboratory dal responsabile scientifico dell'esperimento Simone Dell'Agnello oggi addetto scientifico presso il Consolato di San Francisco, alla presenza istituzionale della console generale di Los Angeles, Silvia Chiave.
L'esplorazione marziana ha fino ad oggi visto un costante contributo dell'Italia: basti pensare ai radar di manifattura italiana Marsis e Sharad che hanno partecipato alla scoperta di ingenti quantità d'acqua anche in forma liquida e di ghiaccio, elementi abilitanti a future missioni umane.
La guida e il supporto di ASI, insieme ai principali centri di ricerca italiani come INFN, INAF ed altri, continueranno ad essere cruciali per consolidare ed espandere il ruolo italiano nell'esplorazione e la ricerca spaziale nell'ambito del sistema marziano, tanto in ambito ESA quanto attraverso collaborazioni bilaterali, come quelle già in atto anche con JPL, dove operano apprezzati scienziati ed esperti italiani.
Il prossimo tentativo di discesa controllata al suolo sarà ora della Cina, con la missione Tianwen-1, attualmente in orbita marziana; il suo lander è previsto tentare l'atterraggio nel mese di maggio o giugno 2021. (focus\ aise)