IIC: una panoramica
ROMA – focus/ aise - Per la rassegna #PerNonDimenticare e nell’ambito della Settimana della Memoria del Distretto di Amburgo-Mitte, la Biblioteca Centrale di Amburgo ospiterà martedì 4 maggio, dalle ore 18:00 alle ore 19:30, un evento organizzato in collaborazione con la Weltlesebühne (Palcoscenico della lettura mondiale) e l'Istituto Italiano di Cultura di Amburgo, durante il quale tre traduttori amburghesi – Ulrike Schimming, Annette Kopetzki e Cornelius Hartz – leggeranno dai racconti dei testimoni oculari dell’Olocausto e del fascismo e parleranno del loro lavoro.
L'evento si svolgerà online via zoom. Il numero di partecipanti è limitato: è necessario iscriversi al segente indirizzo email: kundenservice@buecherhallen.de. Il link alla manifestazione sarà inviato via email il 3 maggio, il giorno prima dell'evento.
76 anni dopo la fine della guerra e la liberazione dei campi di concentramento, sono state pubblicate nuove biografie di sopravvissuti all'Olocausto e romanzi sul periodo del fascismo e del nazionalsocialismo. Per i traduttori questi sono sempre incarichi molto delicati: come si fa ad affrontare i propri sentimenti quando si portano in tedesco storie così tragiche e crudeli? Cosa viene portato nei testi? E di quante spiegazioni hanno bisogno i lettori di oggi sulla realtà della vita nei campi o nel fascismo italiano di allora? Tre traduttori discutono sul tema.
Ulrike Schimming presenta la testimonianza delle sorelle italiane Tatiana e Andra Bucci: Wir, Mädchen in Auschwitz, pubblicato da Nagel & Kimche. Titolo originale: Noi, bambine ad Auschwitz, pubblicato da Mondadori nel 2019.
Le bambine avevano quattro e sei anni quando furono deportate da Fiume (oggi Rijeka) ad Auschwitz nel 1944. Passarono dieci mesi a Birkenau e tornarono dai loro genitori in Italia nel 1946 dopo la liberazione, passando per Praga e Lingfield in Inghilterra. Danno un resoconto molto personale delle loro esperienze nel campo e delle loro vite dopo la liberazione. Sono le cugine di Sergio De Simone, uno dei venti bambini assassinati a Bullenhuser Damm ad Amburgo-Rothenburgsort.
Cornelius Hartz legge dal libro di memorie di Dita Kraus, Ein aufgeschobenes Leben, tradotto dall'inglese, pubblicato da Wallstein Verlag. Titolo originale: A delayed life, pubblicato da Ebury Press nel 2020.
Dita Kraus è nata ebrea tedesca a Praga nel 1929. Nel 1942 viene deportata prima con i suoi genitori a Theresienstadt, poi ad Auschwitz, Neuengamme e Bergen-Belsen. Più tardi emigra in Israele. Nelle sue memorie, racconta la sua giovinezza, il suo periodo nei campi di concentramento e il difficile nuovo inizio in Israele dopo la guerra.
Annette Kopetzki chiude il tavolo con estratti dal romanzo italiano, Il bambino del treno (Piemme 2018), di Paolo Casadio, che sarà presto pubblicato in tedesco da Hoffmann & Campe con il titolo Der Junge, der an das Glück glaubte. Il testo riccamente dettagliato e denso di atmosfera descrive la vita sotto il fascismo e le leggi razziali di Mussolini. Romeo cresce come figlio del capostazione in un paese di montagna sugli Appennini. Una sera del 1943, un treno che trasporta ebrei deportati si ferma alla stazione: le persone sono autorizzate a passare la notte nell'edificio della stazione finché il binario bombardato a nord non sarà riparato. Il piccolo Romeo si innamora di una ragazza ebrea, e quando il viaggio continua, la raggiunge sul treno.
In occasione dei 160 anni dell'Unità d'Italia, l'Istituto italiano di Cultura di Mosca ha organizzato la presentazione del libro “Italiani per forza. Le leggende contro l’Unità d’Italia” (Solferino, 2021) di Dino Messina.
Fu colonizzazione del Mezzogiorno o nascita di un Paese moderno? A centosessant'anni dall'Unità d'Italia, un'inchiesta storica che prende le distanze dal mito dell'impresa eroica e senza macchie ma ridimensiona soprattutto le ricostruzioni di un Meridione felice e florido sotto i Borbone, aggredito a tradimento dai Savoia. Il Regno delle due Sicilie era davvero una grande potenza economica in ascesa tra cantieristica, acciaierie, tessile e agroalimentare? Quali erano effettivamente il tenore di vita di un abitante del Regno e il suo livello di istruzione? E nell'impresa dei Mille quanti furono i patrioti di origine meridionale? Quanti i liberali che insorsero e si unirono ai garibaldini? Quale fu in quegli anni il vero ruolo della malavita organizzata e quello del brigantaggio? I capitoli controversi analizzati e «rivoltati» dall'autore sono molti: dai fatti di Fenestrelle agli incendi di Pontelandolfo e Casalduni sul cui fuoco continuano a soffiare i “neoborbonici”.
All’incontro di presentazione, che si terrà lunedì 19 aprile, alle 18 ora italiana (alle 19 ora russa), prenderanno parte l’autore Dino Messina e Giuseppe Monsagrati, ordinario di Storia del Risorgimento dell’Università La Sapienza di Roma. Modera Paola Cioni, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo.
L’evento verrà tramesso in diretta sulla pagina Facebook dell’Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo.
Dino Messina, lucano di nascita (1954), milanese d’adozione, è giornalista e lavora dal 1986 al “Corriere dellaSera”, dove ha ricoperto vari ruoli nella cronaca di Milano, quindi nella redazione Cultura. Laureato in Lettere moderne con una tesi di Storia contemporanea con Giorgio Rumi. Ha pubblicato numerosi saggi, tra i quali: C’eravamo tanto odiati (1997), interviste parallele con il partigiano Rosario Bentivenga e il repubblichino Carlo Mazzantini sugli anni della guerra civile italiana, Salviamo la costituzione italiana. Il tema che dominerà la nuova stagione politica (2008), Italiani due volte dalle foibe all’esodo: una ferita nella storia italiana (2019). Attualmente scrive di temi storici per le pagine culturali del “Corriere della Sera”. Sul sito www.corriere.it cura il blog “La nostra storia”.
Giuseppe Monsagrati, ordinario di Storia del Risorgimento all’Università di Roma “La Sapienza”, dal 1998 al 2010 è stato redattore del Dizionario biografico degli Italiani per il quale ha diretto la sezione di Storia contemporanea. Tra i temi della sua ricerca il principale è quello relativo all’area democratica nel Risorgimento e alle sue relazioni trans-nazionali,. A tali temi e in particolare alla figura di Mazzini e dei suoi collaboratori ha dedicato numerosi saggi, varie biografie pubblicate nel Dizionario biografico degli Italiani, tre volumi dell’Epistolario di Garibaldi e una lunga serie di studi sulla Repubblica romana del 1849 culminati di recente in una monografia. Altro filone di studio è quello relativo alla storia di Roma intesa sia come storia della Chiesa e delle sue strutture di governo sia come storia della città, della sua popolazione, della valenza simbolica da essa assunta nel corso del Risorgimento.
In occasione del centenario della commedia “Sei personaggi in cerca d’autore”, composta nel 1921, il Teatro dell'Università di Tel Aviv, con il sostegno dell'Istituto Italiano di Cultura, presenta un nuovo allestimento attualizzato, con la partecipazione dei migliori studenti di recitazione diretti da Ofira Henig, regista di fama internazionale e direttrice del Corso di Regia presso il Dipartimento di Arti Drammatiche dell'Università di Tel Aviv.
In uno spazio abbandonato, un giovane regista ed alcuni attori stanno provando uno spettacolo, quando improvvisamente irrompe un gruppo di persone che affermano di essere state concepite come personaggi. Sono in cerca di qualcuno che scriva le loro storie in forma teatrale e le metta in scena. Questo incontro immaginario stimola domande e riflessioni sui concetti di verità e di illusione, sull’identità, i punti di vista, le realtà differenti e la diversa percezione del tempo nel teatro e nella vita. Lo spettacolo è ricco di umorismo ed emozioni, insieme ironico e drammatico, riflessivo e dinamico. Un canto d'amore per il teatro.
Lo spettacolo avrà luogo presso la Schutlander Hall, nell’aula 140 del Gilman Building, presso la Facoltà di Studi Umani dell’Università di Tel Aviv, dal 19 al 28 aprile, alle 20:30 tranne il venerdì alle 12:00.
La versione in ebraico dello spettacolo è a cura di Shimon Buzaglo, l’arrangiamento, regia e montaggio musicale sono di Ofira Henig. Sul palco Daniel Beloglovski, Itamar Brafman, Hadas Epel, Aseel Farhat, Daniel Hale, Wael Hamdone, Firas Mana, Hadas Miron, Tal Shahar, Danielle Shapira, Atallah Tannous, Lynn Volroz, Shira Weiss, Menver Yosef, Abigail Zamir e Sean Zilbershtein con la partecipazione straordinaria di Lani Shahaf. (focus\ aise)