Intervista a Mimmo Scali: l’artista italo-canadese di pittura astratta contemporanea – di Giulia Verticchio

MONTREAL\ aise\ - “Nato a Montréal da genitori italiani, mamma di Benevento e papà di Reggio Calabria, terzo di 4 figli, Mimmo Scali, ragazzo dalla risata serena e profonda, amava la pittura fin da bambino: “Ero l’unico a scuola che prendeva le ore di arte sul serio!”. Era talentuoso, ma c’era qualcosa di particolare. A 12 anni gli viene diagnosticata la discromatopsia (o daltonismo), un difetto della vista che compromette la percezione di alcuni colori”. Così scrive Giulia Verticchio che ha intervistato Mimmo Scali per “il Cittadino canadese”, settimanale diretto a Montreal da Basilio Giordano.
““Per me i colori sono vita, passione, spontaneità, felicità e ho voluto continuare la mia ricerca. Ho iniziato con la Pop Art, ispirato da Andy Warhol, Roy Lichtenstein, dal vintage. Sono anche andato a New York un po’ di tempo per approfondire. Ma qualcosa dentro di me stava dormendo. Un giorno ho preso una tela e l’ho cosparsa di rosa, poi di blu, oro e tutti i colori che vedevo nella mia mente. Ho fatto un passo indietro per vedere cosa avevo combinato e non mi è piaciuto. Ci ho dormito su e la mattina dopo guardandolo ho sentito un brivido e da quel momento in poi ho fatto solo pittura astratta”.
“I colori hanno un’influenza su di noi, fisiologica e psicologica, esprimono delle emozioni senza bisogno di parole. Le opere che faccio spontaneamente traggono creatività da tutto ciò che mi circonda. Adesso però faccio anche quadri su commissione e se un cliente vuole determinati toni o sfumature ho delle tecniche per identificare anche i colori che io in realtà non identifico. E il quadro avrà le tonalità richieste dal cliente. Solo che io lo vedo diversamente…”.
La madre di Mimmo ha sempre supportato la sua passione, mentre il papà all’inizio non era d’accordo: “Voleva diventassi avvocato, medico, contabile… una cosa così. Poi nel tempo ho fatto delle esposizioni alla Casa d’Italia o alla Semaine Italienne e un po’ ha iniziato ad essere soddisfatto. Sono molto fiero di figurare tra gli italiani notevoli di oggi alla mostra Montréal à l’italienne al museo Pointe-à-Callière! Adesso lavoro soprattutto su Montreal e Toronto. Prima della pandemia anche in California. In questa situazione i social media come Facebook e Instagram sono stati fondamentali, ma senza eventi, showroom e gallerie è più difficile, l’allure dell’opera dal vivo è un’altra cosa…””. (aise)