Polizze sanitarie per i contrattisti negli Usa: Nissoli (Fi) interroga Di Maio

ROMA\ aise\ - “Tutelare il diritto alla salute dei lavoratori del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale negli Usa, preservando le garanzie finora riconosciute ed escludendo qualsivoglia misura volta a recare nocumento ai lavoratori”. È quanto richiede Fucsia Nissoli, deputata di Forza Italia eletta in Centro e nord America, in una interrogazione al ministro degli esteri Luigi Di Maio.
Nella premessa, Nissoli riporta che “nei giorni scorsi il capo dell'ufficio amministrativo dell'ambasciata italiana negli Usa abbia riferito al personale della sede che, a decorrere dal prossimo 1° aprile vi sarebbero state delle variazioni in pejus delle coperture assicurative sanitarie per tutto il personale operativo negli Usa soggiacente al welfare italiano, diplomatici, impiegati di ruolo e impiegati a contratto, assicurato con Blue Cross Blue Shield”.
“La notizia della rimodulazione assicurativa, a quanto consta all'interrogante, è stata veicolata al personale senza alcun preavviso, senza alcuna nota esplicativa e ad appena una settimana dall'entrata in vigore delle nuove disposizioni, senza consentire alcuna possibilità di confronto con l'amministrazione e lasciando i lavoratori deprivati della possibilità di riorganizzarsi sotto il profilo delle cure e della gestione delle risorse personali destinate a queste ultime”, scrive Nissoli, che aggiunge: “stando alle informazioni a disposizione dell'interrogante, il capo dell'ufficio amministrativo avrebbe addotto come motivazione, la variazione di una normativa nazionale che avrebbe rimodulato l'applicazione dei livelli essenziali di assistenza e l'erogazione dei farmaci a carico del servizio sanitario e, di conseguenza, tale evoluzione normativa sarebbe andata a palesarsi anche nella copertura assicurativa sanitaria riconosciuta ai lavoratori del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale negli Usa; pertanto, la questione, malgrado la evidente delicatezza e gravità, non sarebbe stato oggetto di confronto con il personale e nemmeno con le rappresentanze sindacali in sede”.
“Le variazioni in questione, se dovessero essere applicate, - rileva Nissoli – comporteranno una cancellazione delle prestazioni sanitarie precedentemente rientranti nella garanzia assicurativa, con particolare riferimento alle prestazioni medico-specialistiche psichiatrico-neurologiche e alle terapie riabilitative fisioterapiche, compromettendo anche la fruizione di circa 5.000 farmaci da prescrizione medica che dal 1° aprile 2021 non saranno più concessi gratuitamente, i cui costi dovranno essere sostenuti interamente dall'assistito; secondo le informazioni in possesso dell'interrogante, non sarebbero nemmeno tutelati i soggetti fragili, che avrebbero il diritto di fruire gratuitamente delle citate prestazioni e che, stando alla nuova postura amministrativa, saranno soggetti alla discrezionalità dell'ufficio amministrativo della sede, il quale vagherà i singoli casi valutando la sussistenza delle condizioni atte a legittimare la deroga”.
Nissoli quindi denuncia “l’eloquente paradosso secondo cui, malgrado dal marzo 2020 si siano susseguiti proclami tesi a sottolineare la priorità di implementare, gli strumenti assistenziali e le garanzie di salute, e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) abbia previsto 19,72 miliardi di euro per il sistema sanitario e in ultimo il cosiddetto decreto-legge “sostegni” abbia previsto un fondo da un miliardo di euro, per concorrere al rimborso delle spese sanitarie sostenute dalle regioni, si assiste a manovre di tal natura in cui sono palesemente compromessi i diritti inalienabili dei cittadini e lavoratori, in primis il diritto alla salute costituzionalmente sancito, con interventi a giudizio dell'interrogante privi di legittimità sotto il profilo formale e sostanziale, che sembrano fondati su previsioni legislative di cui non sono stati forniti né dettagli né le eventuali correlazioni con interventi in sede assicurativa o bilaterale”.
Al ministro Di Maio Nissoli chiede “se non intenda chiarire quanto verificatosi e, in particolare, le ragioni dell'informativa di cui in premessa, e su quale previsione normativa le richiamate variazioni trovino fondamento” e “se ritenga di dover intraprendere ogni opportuna iniziativa volta a tutelare il diritto alla salute dei lavoratori del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale negli Usa, preservando le garanzie finora riconosciute ed escludendo qualsivoglia misura volta a recare nocumento ai lavoratori”. (aise)