Il turismo religioso come leva di sviluppo: incontri a Winterthur e Torino con i Lucani nel Mondo

POTENZA\ aise\ - Con gli eventi di Sabato 29 novembre a Winterthur, in Svizzera, e di domenica 30 novembre a Torino, presso la Chiesa di San Donato, si è concluso il primo ciclo di iniziative dedicate alla valorizzazione di San Giustino de Jacobis protettore dei Lucani nel Mondo ed alla contestuale promozione del Comune di San Fele nella competizione Rai "Il Borgo dei Borghi", che era stato aperto il 24 novembre con l'evento dedicato ai giovani delle scuole, nel Palazzo Vescovile di Melfi.
A Winterthur hanno avuto luogo gli incontri con la Federazione dei Lucani in Svizzera, con le autorità elvetiche e con il Comitato Pro San Fele, guidati da Giuseppe Ticchio e Antonio Carlucci. A Torino, con la Comunità lucana e la Federazione delle Associazioni dei Lucani in Piemonte guidata da Pietro Pittaro e la presenza del parlamentare italiano di origini lucane Mauro Laus.
Partendo da questo assunto e dall'idea di sostenere lo sforzo di un Comune che partecipa al concorso della Rai del "Borgo dei Borghi", si è dato vita ad una serie di iniziative che guarda al riconoscimento sempre più concreto della figura di San Giustino Patrono dei Lucani nel Mondo ed alle occasioni di sviluppo del territorio nella programmazione ed attivazione di progetto che favoriscono il Turismo religioso e delle radici. L’iniziativa ha visto il sostegno della Regione Basilicata e del Comune di San Fele. Inoltre, ha coinvolto diversi partner operativi sul tema delle migrazioni, in particolare del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo, di SmarterLand e l'alto patrocinio della Diocesi di Melfi e della Parrocchia di San Fele.
Un connubio imprescindibile, in questa stagione di eventi dedicati alle progettualità ed alle opportunità del turismo religioso come elemento di riflessione su quella che è stata la figura dell'uomo migrante e quello che accade ai migranti di oggi costretti a vivere esperienze indicibili pur di raggiungere l'agognata meta ed una condizione di vita accettabile.
Per chi nega l'evidenza, va detto, come spiegano i dati ufficiali, che se si entra nel dettaglio "scopriamo che, storicamente, il turismo religioso in Italia rappresenta tra l'1 e il 4% delle presenze totali in Italia e, anche se con dati precedenti alla pandemia, è anche possibile tracciare un identikit del viaggiatore religioso medio che per il 59% è italiano e per il 41% straniero: in genere, adulto, 45 anni di età media per gli italiani e 30 anni per gli stranieri, in leggera prevalenza di sesso maschile (51,2% uomini contro il 48,8% di donne). L'Italia è meta classica del turismo religioso, non fosse altro che per la Città del Vaticano. La sola basilica di San Pietro a Roma accoglie ogni anno 11 milioni di visitatori, che contribuiscono a creare oltre 30 milioni di presenze nella Penisola, con un movimento economico di cifrca 5,5 miliardi di dollari ed una crescita annuale del 15,3% di presenze".
A Melfi è stato dato spazio alle riflessioni, ma anche alla presentazione di una iniziativa concorsuale dedicata agli studenti delle scuole superiori ricadenti nel comprensorio della Diocesi di Melfi voluta dal Parroco di San Fele delegato vescovile per le istituzioni, don Michele del Cogliano e dal Vescovo di Melfi, Mons. Ciro Fanelli, arricchito dagli interventi di Donato Sperduto (Sindaco di San Fele e delegato del Presidente Bardi per le aree interne), Giuseppe Maglione (Sindaco di Melfi), Gerardo Larocca (Presidente ANCI Basilicata) e con le relazioni di Luigi Scaglione (Presidente del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo-CIM Basilicata) e Giacomo Rosa (Presidente Svimar) .
In Svizzera, ci sono state ampie riflessioni sulle opportunità di una voglia di ritornare e sentire forte il legame con le proprie origini, mentre a Torino è emersa la vivacità di un mondo organizzato che trae la sua forza dalla capacità di resilienza e volontà di aggregazione nonostante la poca attenzione istituzionale. (aise)