2° Festa dell’Emigrante coi Padovani nel Mondo

ROMA\ aise\ - Si terrà la prossima domenica 21 maggio la seconda Festa dell’Emigrante organizzata dall’Associazione Padovani nel Mondo, che nel programma prevede anche l’inaugurazione della mostra “Le grandi tragedia dell’emigrazione italiana” a Fontanaviva.
Il programma prenderà il via domenica alle ore 10.30 con la Messa solenne concelebrata dal parroco don Andrea Mazzon e dal Delegato vescovile della Pastorale Migrantes Vicenza padre Sergio Durigon. Alle ore 11.30, poi, l’inaugurazione della Mostra presso la Palestra Scuola Media in cui sono previsti anche interventi delle Autorità. Si prosegue poi martedì 23 maggio 2023 presso la Sala Nicolini, con la presentazione alle ore 20.30 della Tesi di Laurea di Mattia Campagnolo “Verso il Brasile. L’emigrazione dall’Alta Padovana, dal Distretto di Cittadella e dal Comune di Fontaniva (1876 – 1900)”. Infine l’ultimo appuntamento domenica 28 maggio alle 15.00 è in programma la proiezione del film “Legado Italiano” sulla storia dell’emigrazione veneta in Brasile in collaborazione con l’Associazione Trevisani nel Mondo.
La Mostra fotografica sulle Grandi Tragedie dell'Emigrazione parte dal 1870, con i 27 milioni di italiani emigrati, dei quali 3 milioni del Veneto, la regione che ha avuto più emigrati in Italia. La storia dell'emigrazione è costellata da tragedie individuali e collettive, incidenti sul lavoro, stragi di uomini, sfruttamento.
Era l’8 agosto del 1956, quando un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier (Marcinelle – Belgio) provocò un disastro che segnò per sempre la storia dell’emigrazione italiana. In questa data l’Italia ricorda la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. “Le loro fatiche sono state feconde, esse hanno contribuito a edificare un continente capace di lasciarsi alle spalle le devastazioni della seconda guerra mondiale e di offrire alle generazioni più giovani un futuro di pace, di crescita economica, di maggiore equità sociale”, ci ricorda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando la tragedia.
Quello che hanno subito i nostri caduti dobbiamo ricordarlo. Cadere all'estero sul lavoro per mandare il sostentamento alle proprie famiglie è un destino che ha coinvolto centinaia di emigranti, anche veneti.
Angelo Galvan di Mezzaselva di Roana, fra i sopravvissuti, conosce tutti i segreti delle gallerie. Si reca immediatamente sul posto e scende nel pozzo per giorni nel vano tentativo di salvare qualcuno. Il Re del Belgio, Baldovino, lo premierà come l’”Eroe di Marcinelle”.
Il 6 dicembre 1907, 361 uomini, fra cui oltre 170 italiani, furono vittime ufficiali del più grave incidente minerario occorso negli Stati Uniti e della storia dell’emigrazione italiana, verificatosi nella miniera di Monongah (West Virginia). Le cifre non ufficiali calcolano almeno 1.000 morti perché i minatori potevano portarsi bambini e adolescenti che non venivano registrati. Quel 1907 non ci fu Natale a Monongah. Fra le vittime figura anche un veneto, Davià Vittorio di Domegge di Cadore (BL). La vedova, De Carlo Catterina, rimasta sola a badare ai cinque figli, riuscì a garantire loro una vita più che dignitosa, battendosi al fianco delle altre donne, vedove e madri, affinché la causa del loro dolore – la sciagura nelle gallerie 6 e 8 della Fairmont Coal Company – non cadesse nell’oblio.
Il 24 marzo 1939 nella tragedia di Izourt, sui Pirenei francesi, dei 31 operai italiani morti sepolti da una slavina, 29 erano veneti e friulani. In tasca a Ercole Gregorutti di Cassacco (UD) trovarono una piccola bambola. Saputo che la moglie Emma era incinta, Ercole sognava di portare a casa, al ritorno, una bambola francese, la più bella del mondo. L’aveva ordinata a Perpignan dove fabbricavano le stupende bambole “Belle”, uniche nel loro genere. Ora quella piccola bambolina è conservata come ricordo dalla nipote.
Fra i morti in miniera, Bruno Romanello di San Giorgio in Bosco, dopo essere rimasto gravemente ferito, morì a Ressaix (Belgio) nel 1950. (aise)