Lungo le rotte del Mar Nero: a Venezia il convegno sugli italiani tra XIX e XX secolo in Romania e Turchia

VENEZIA\ aise\ - L’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, l’Università “Sitki Koçman” di Mugla (Turchia), il Centro Interuniversitario di Studi Ungheresi e sull’Europa Centrale e Orientale (CISUECO), The Levantine Heritage Foundation e l’Associazione culturale Zemlja di Sacile, ha organizzato per il prossimo 2 ottobre il Convegno internazionale “Lungo le rotte del Mar Nero: presenze italiane nello spazio pontico e carpatico–danubiano tra XIX e XX secolo” che si terrà nella Sala Conferenze dell’Istituto, dalle 10.00 alle 19.15.
Questo Convegno internazionale, che vedrà coinvolti presso la sede dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia studiosi italiani, romeni e turchi, intende fare il punto su una serie di vicende inedite legate alla presenza italiana nella storia sociale ed economica, nell’architettura e nelle arti delle città di quei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mar Nero e che afferiscono allo spazio pontico–danubiano, in particolare la Romania e la Turchia.
Con il coinvolgimento di alcune università, istituti di ricerca italiani, romeni e turchi e di altre istituzioni culturali si esploreranno i contributi e le storie collettive o individuali degli italiani che operarono nello spazio pontico e carpatico–danubiano, in un contesto la cui narrazione fu fortemente influenzata dalla presenza e dall’influsso sociale e culturale dell’Impero ottomano e dal ruolo cosmopolita svolto dalla capitale Istanbul, posta in relazione con i riflessi e le dinamiche storiche che interessarono Italia, Romania e Turchia, soprattutto dalla metà dell’Ottocento in seguito alla formazione degli Stati nazionali.
L’obiettivo è quello di comprendere più a fondo le connessioni storiche e i legami a più dimensioni che consentirono ad una diaspora di operatori commerciali, architetti, ingegneri, imprenditori e artisti italiani di contribuire alle trasformazioni socioeconomiche della Romania e della Turchia moderna e, in periodi precedenti, di regioni e città sviluppatesi nella stagione conclusiva dell’amministrazione ottomana. Inizialmente gli ambienti in cui questi interpreti del cambiamento intervennero erano ancora in gran parte “ottomani” dal punto di vista urbano: caratterizzati da una composizione demografica plurale, dall’assenza di una borghesia omogenea, dalla flessibilità del tessuto sociale. Italiani di varia provenienza, estrazione e formazione, si avvicinarono a questo spazio, notevolmente diverso da quello d’origine, come consulenti o collaboratori, talvolta stagionali, cui vennero accordati ruoli di rilievo, con l’auspicio di perseguire una prospettiva generale di modernizzazione. In questa prospettiva le Società di navigazione commerciale e le Compagnie di assicurazione svolsero un ruolo determinante di vettori della modernizzazione socio–economica. In diverse occasioni, alcuni fra loro furono in grado di trasferire nel contesto di adozione saperi e conoscenze, o tipi edilizi e forme architettoniche più proprie della cultura occidentale di provenienza: fra questi Raimondo D’Aronco a Istanbul, Giulio Mongeri e Luigi Storari a Smirne, i Seminati – padre e figlio – a Bucarest. Altri furono impegnati nello sviluppo di attività commerciali o di apertura al dialogo verso gli usi locali, diventando propulsori d’interessanti contaminazioni culturali, nel momento in cui ormai stavano diventando sempre più pressanti le istanze verso il passaggio a strutture statali di tipo nazionale.
Studiosi di comprovata esperienza accademica e ricercatori di diversa formazione, provenienti da tre diversi Paesi, discuteranno, sulla base di ricerche originali e di materiali inediti, il contributo storico italiano alla definizione di luoghi e ambienti, in una geografia estesa da Ankara a Bucarest, da Smirne a Constanta, da Istanbul a Braila o Galati, e che videro il coinvolgimento anche di altre importanti città della Turchia, dei Principati Romeni, quindi del Vecchio Regno e della Grande Romania. (aise)