Sguardi sulle migrazioni: a Rovereto il 35° RAM film festival

ROVERETO\ aise\ - Dal 2 a 6 ottobre a Rovereto (Trento) si terrà la 35° edizione del RAM film festival, il festival italiano dedicato ai documentari di archeologia e patrimonio culturale materiale e immateriale, che porta la storia nella società contemporanea.
Il titolo del focus scelto per questa edizione è “Sguardi sulle migrazioni” che, analizzando i flussi del passato, propone approfondimenti sulle influenze, le problematiche e le opportunità legate alle migrazioni del presente.
Il festival, il più longevo in Italia in questo ambito, è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto e diretto per il settimo anno da Alessandra Cattoi.
I film in concorso, selezionati tra gli oltre 400 iscritti, sono 59, più 5 nella sezione Fulldome, provenienti da 29 Paesi di tutto il mondo. In programma 28 premiere (dieci tra prime assolute e internazionali, quattro prime europee e quattordici prime italiane). Due i film fuori concorso nelle serate speciali.
Quattro le sezioni principali in cui è articolato il festival: Cinema archeologico, giuria presieduta dall’archeologa Barbara Maurina; l’Italia si racconta, presieduta dalla scrittrice e giornalista Isabella Bossi Fedrigotti; Sguardi dal mondo, presidente l’antropologo Duccio Canestrini; Cultura animata, presieduta da Andrea Artusi, fumettista e autore.
Al premio della giuria si aggiungerà quello del pubblico che potrà votare in occasione delle proiezioni.
I vincitori saranno annunciati domenica 6 ottobre nella serata conclusiva del festival.
Tra i molti film recentissimi e attesi, sono in programma nel focus sulle migrazioni il film spagnolo in prima assoluta, appena prodotto, “Ingegneria romana. Los puertos”, di José Antonio Muñiz (2024), ultimo episodio della serie sul legato romano in Europa; il documentario italiano “Approdi” di Lorenzo Scaraggi (2024), sulla multiforme identità dei porti pugliesi; il francese “On les appelle Vikings, di Laureline Amanieux, (2023) sul popolo nordico che ha fatto dell'espansione via mare uno stile di vita, oppure ancora documentari sull'apporto sulle culture di migrazioni più recenti, come il britannico “Aworan”, (2024) del regista di origini nigeriane Bayo Brahms (2024).
Da non perdere alcuni appassionanti film sulla preistoria e sull’arte rupestre, per scoprire, tra Neanderthal e Sapiens, chi sia stato a creare per primo una forma d’arte: “Néandertal, premier artiste de l'humanité?”, di Thibaud Marchand e “Sapiens ou la naissance de l’art”, di Pascal Goblot. Di Linda Tugnoli il film “Rosso, i colori dell’arte” (2023), che ripercorre la storia del colore rosso nella storia dell’umanità.
Ancora prima della nascita dell’uomo, in prima assoluta il secondo episodio della serie francese sui dinosauri dell’emisfero australe “L’autre monde des Dinosaures” (2024) di Pascal Cuissot, e sui grandi uccelli della preistoria “Le mystère des oiseaux géants” di Bertrand loyer. Non mancano alcuni lavori sul patrimonio in pericolo, distrutto, saccheggiato, ritrovato: in questo filone si segnalano gli italiani “Sala 5”, di Stefano Santamato, che racconta l'innovativo progetto espositivo del cartone di Raffaello della Scuola di Atene all’Ambrosiana di Milano; “Askòs, il canto della Sirena”, di Antonio Martino (2023) sulla rocambolesca storia di un prezioso reperto sottratto e riportato in Italia; i francesi “Mésopotamie, la redécouverte des trésors d’Irak” di Olivier Julien sui ritrovati siti iracheni; “La Grotte Cosquer, un chef d'œuvre en sursis” sui pericoli del cambiamento climatico per il prezioso sito. Patrimonio mondiale sono anche i grandi pensatori contemporanei. Lo testimonia il film italiano “La rosada e l’ardilut. Nel Friuli del giovane Pasolini” di Roberta Cortella (2023), realizzato in occasione del centenario della nascita dello scrittore e regista. Alcuni film sono dedicati alla storia recente, come “La notte del Conte Rosso” (2024) di Mario Bonetti e Giovanni Zanotti, sulle vicende di un piroscafo affondato al largo di Siracusa nel 1941, oppure “Il corpo e il nome. Gli ignoti delle Fosse Ardeatine” (2023), di Daniele Cini, che documenta a 60 anni dalla strage, la ricerca di tre donne per restituire alle famiglie l’identificazione certa di alcuni dei corpi rimasti ignoti.
Il programma di quest’anno si arricchisce inoltre di una sezione Fulldome, la prima (e unica) in un festival italiano dedicato al world heritage. Nel Planetario del Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto il pubblico potrà scoprire i siti antichi immergendosi in un’esperienza a 360°. Le proiezioni scelte sono tutte prime italiane.
In programma, fuori concorso: “One Sky Project” realizzato da INAF e dedicato agli antichi cieli dei nativi; In concorso: “From the shadows of the stones” di Matt Wright e Janire Najera (2024) su abbazie, castelli e tombe del Galles; “Suprematism” dedicato all’omonimo movimento artistico nel film tedesco di Sergej Prokofiev (2024); una visione profonda della storia epica australiana in "The Earth Above: A Deep Time View of Australia's Epic History" (2024) a cura del Ruwe collective, un collettivo di registi australiani indigeni e non; “The secrets from a forest” di Jim Brandenburg e Neil Luca per il Bell Museum in cui i musicisti della Minnesota Orchestra suonano nella foresta di Paneveggio da cui proviene il legno degli strumenti; dal Canada arriva “Lands of the Americas” di Patrick Bossé (2021) sulla vita e le opere di René Derouin, che collega le creazioni dell’artista alle aree chiave delle sue migrazioni: dal Québec al Messico, al Giappone agli Stati Uniti, attraversando il Grande Nord canadese.
Un’altra novità di quest’anno è RAM-X, uno spazio sperimentale con installazioni di realtà virtuale curato dal videomaker Filippo Maria Pontiggia, esperto di VR, tecnologie immersive e linguaggi innovativi. L’intervento nasce dalla collaborazione con il festival aostano FRONTDOC dedicato al cinema di frontiera.
Uno sguardo al futuro arriva anche dal Premio “Nuovi Sguardi” destinato ai film realizzati da registi neo diplomati dalle scuole di cinematografia di tutto il mondo. La giuria dedicata sarà formata da under 35.
Tra le novità del Festival anche il recupero dello storico Cinema Rosmini, da tempo chiuso al pubblico, che accoglierà le scuole per le matinée dedicate agli studenti e alcune proiezioni del programma.
Il programma di RAM 2024 si completa con le visite guidate alla scoperta dei siti di interesse sul territorio, masterclass, presentazioni e incontri. Tra gli ospiti in programma per due serate speciali Christian Greco, Direttore del Museo Egizio di Torino che festeggia il bicentenario nel 2024 e Stefano Allievi, professore di sociologia all’Università di Padova, specializzato nello studio dei fenomeni migratori. Per gli aperitivi d’autore: Valentina Coia, ricercatrice Senior presso EURAC Research di Bolzano, esperta di genetica delle popolazioni umane; Luca Misculin, giornalista de Il Post e autore del podcast “L’invasione”; Jacopo Tabolli, professore di archeologia ed etruscologia; l’antropologo, giornalista e scrittore Duccio Canestrini; il regista Olmo Parenti in un incontro con la giornalista di Will Media Luna Esposito.
Tutte le proiezioni e gli appuntamenti del festival sono a ingresso gratuito; per alcuni è necessaria la prenotazione (info sul sito https://www.ramfilmfestival.it/).
Il RAM film festival è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto, promosso da Comune di Rovereto, Provincia Autonoma di Trento, Regione Trentino Alto Adige, APT Rovereto Vallagarina Monte Baldo, e il Ministero della Cultura.
Con il sostegno della Fondazione Caritro e della Cassa Rurale Alto Garda Rovereto, media partner Archeo. (aise)