The God of NY: il libro di Luigi Fontanella all’IIC di New York

NEW YORK\ aise\ - Si intitola “The God of NY” il libro che Luigi Fontanella presenterà martedì prossimo, 28 marzo, alle 18.00 all’Istituto Italiano di Cultura a New York.
A conversare con l’autore il professor Anthony Tamburri, Dean del John D. Calandra Italian American Institute (Queens College, CUNY) e Distinguished Professor of European Languages and Literatures, e la traduttrice Siân Elaine Gibby.
New York, 1910. Pasquale D'Angelo, sedicenne abruzzese, arriva a Ellis Island insieme al padre e a un gruppo di compagni in cerca di una vita migliore. Lo shock del Nuovo Mondo è brutale, uno dei peggiori vissuti dai nostri emigranti; ma allo stesso tempo, per Pasquale (che diventa “Pascal”) è potentemente attraente, elettrizzante. A differenza dei suoi compagni, il cui unico scopo è migliorare la propria condizione e mandare dei soldi a casa alle loro famiglie in Italia, Pascal sviluppa il desiderio di diventare uno scrittore, un poeta americano.
Per farlo studia l'inglese assiduamente, notte e giorno, sfruttando ogni momento libero che ottiene durante il suo spietato programma di lavoro come tagliapietre, manovale, piccone e badile. Con quantità titaniche di perseveranza e una fede indistruttibile nella poesia, Pascal andrà avanti fino a raggiungere il limite delle sue sofferenze. Col tempo si convincerà di avere una missione a cui è destinato fin dalla nascita, e la responsabilità di obbedire alla sua voce interiore di fronte alle a circostanze di vita enormemente difficili e agli innumerevoli sacrifici che deve sopportare, e di una nuova lingua appresa con un fatiscente Dizionario Webster e con l'aiuto di insegnanti sublimi come Keats e Shelley, insegnanti che illuminano il suo cammino e gli danno la forza per andare avanti.
È una lotta impari, resa più difficile da una miseria paralizzante, una lotta che porterà il giovane tagliapietre a lasciare i suoi amici dopo un lungo ed estenuante periodo di lavoro manuale e a ritirarsi infine in un miserabile tugurio di Brooklyn per accettare la sfida di New York City e del “dio” che la governa. (aise)