"Un paio di occhiali": Hanne Ørstavik legge Anna Maria Ortese all’IIC di Oslo

OSLO\ aise\ - L’Istituto Italiano di Cultura ad Oslo promuove una nuova serie di incontri, in cui invita scrittori norvegesi a leggere libri italiani.
Ad aprire la serie sarà, il prossimo 2 febbraio, Hanne Ørstavik che ha scelto di parlare della scrittrice Anna Maria Ortese ed in particolare del racconto “Un paio di occhiali” tratto dal libro “Il mare non bagna Napoli”.
L'evento inizierà alle 18.30 e si svolgerà in lingua norvegese.
Il racconto "Un paio di occhiali" parla di una bambina miope, un testo che mostra la miseria spirituale ma anche la luce magica e scintillante che esiste anche nei cortili più poveri, per chi ne ha coraggio, per chi osa vedere.
Anna Maria Ortese (Roma 1914 - Rapallo 1998) era una scrittrice e giornalista italiana. Esordì nel 1937 col volume di racconti Angelici dolori, che parvero richiamarsi al "realismo magico" di M. Bontempelli. Ma le opere successive (L’infanta sepolta, 1950; Il mare non bagna Napoli, 1953, premio Viareggio; I giorni del cielo, 1958; Silenzio a Milano, 1958) rivelarono una tempra narrativa aliena dal gioco cerebrale della poetica novecentista: a metà fra il saggio e il racconto, questi libri innestano le invenzioni favolose in squarci documentari di estrema esattezza e lucidità. Polemica morale e fantasia trasfiguratrice s’intrecciano ancora nei romanzi successivi: L’iguana (1965), Poveri e semplici (1967, premio Strega), Il porto di Toledo (1975), Il cappello piumato (1979), e negli ultimi Il cardillo addolorato (1993) e Alonso e i visionari (1996).
Hanne Ørstavik. Nata a Tana, nella contea di Finnmark, il 28 novembre 1969, a 16 anni si è trasferita a Oslo.
Laureata in psicologia, lingua francese e sociologia, ha esordito come scrittrice nel 1994, con il romanzo Hakk; il suo primo grande successo letterario è stato, tre anni dopo, Amore, che nel 2006 è stato votato sesto miglior romanzo norvegese degli ultimi 25 anni.
Ørstavik ha pubblicato complessivamente 12 romanzi, ottenendo numerosi riconoscimenti letterari tra i quali spiccano il Premio Dobloug assegnatole dall'Accademia svedese nel 2002 e il Premio Brage, assegnatole in patria nel 2004.
“A Bordeaux c'è una grande piazza aperta” è il suo primo romanzo tradotto in italiano, traduzione alla quale la stessa scrittrice (che vive a Milano dal 2017) ha contribuito assieme a Sara Culeddu. Nel maggio 2019 è apparsa la traduzione italiana della sua opera di maggior successo, Amore. (aise)