Parmigianino alla National Gallery di Londra

LONDRA\ aise\ - Il prossimo inverno, dal 5 dicembre 2024 e sino al 9 marzo 2025, la National Gallery di Londra celebrerà la prima esposizione pubblica in un decennio di un capolavoro del Manierismo italiano, la Madonna col Bambino e i Santi del Parmigianino, nota anche come "La visione di San Girolamo". Si tratta dell'unica grande pala d'altare del Parmigianino presente nelle collezioni del Regno Unito e della quale è stato di recente concluso il restauro.
La mostra è la prima dedicata al dipinto da quando è stato presentato alla Galleria nel 1826, due anni dopo la fondazione del museo, e rientra nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario dello stesso, presentando l’opera del Parmigianino in modo nuovo al pubblico, svelandone l’importanza all'interno dello sviluppo della pittura centro-italiana del XVI secolo e della storia della collezione della National Gallery.
Il Parmigianino inizio a dipingere la Madonna col Bambino e i Santi quando aveva solo 23 anni durante il suo breve periodo a Roma, dove lavorò dal 1524 al 1527. L’opera era destinata ad adornare una cappella nella chiesa di San Salvatore in Lauro appartenente ai Caccialupi, una famiglia di noti funzionari ecclesiastici. Raffigurante una Madonna col Bambino con i santi Giovanni Battista e Girolamo ai suoi piedi, fu un'importante commissione pubblica per il giovane artista, ma sarebbe stata la sua prima e unica opera completata a Roma.
Secondo Giorgio Vasari, Parmigianino stava lavorando a questa stessa pala d'altare nel 1527 durante il disastroso Sacco di Roma. Quando le truppe imperiali di Carlo V fecero irruzione nel suo studio, rimasero così stupite da ciò che videro che gli permisero di continuare, chiedendogli di realizzare dei disegni per loro lasciandolo in cambio illeso. Parmigianino alla fine fuggì da Roma, senza mai vedere installata la sua più grande opera fino a quel momento. Il dipinto fu nascosto per sicurezza e recuperato solo molto tempo dopo la morte dell'artista, quando fu trasferito dagli eredi del committente nella chiesa di famiglia a Città di Castello.
Parmigianino fu uno dei disegnatori più esemplari e prolifici del XVI secolo. I numerosi disegni preparatori sopravvissuti per la pala d'altare dimostrano la sua instancabile dedizione creativa al progetto. La mostra riunisce per la prima volta una selezione di questi disegni assieme al dipinto.
Dagli studi atmosferici e vellutati a gesso agli schizzi vivaci e vorticosi a penna e inchiostro, le opere in mostra offrono l'opportunità di riscoprire il dipinto sin dalle prime idee concettuali per giungere ai progetti finali meticolosamente rifiniti, illuminando il pensiero visivo dinamico dell'artista attraverso l'elegante vivacità della sua linea e la maestria in una varietà di mediastrumenti.
Originario della città di Parma, nel nord Italia, da cui prese il nome, Girolamo Francesco Maria Mazzola (1503-1540), al secolo Parmigianino, fu un bambino prodigio. La grazia, l'ingegno e la raffinatezza dell'esecuzione già evidenti nei suoi primi lavori lo portarono a essere salutato come un "Raffaello rinato". Nel 1524 viaggiò a Roma, dove fu presentato a Papa Clemente VII con grande successo. Si immerse nell'arte di Raffaello e Michelangelo, così come in quella dell'antichità; tutte influenze che emergono nella pala d'altare. Eppure, mentre artisti come Raffaello erano spesso ammirati per il loro naturalismo, Parmigianino si spostò verso un metodo di rappresentazione più stilizzato. Con una originale combinazione tra organizzazione spaziale, figure allungate e insolita iconografia, Parmigianino spinse lo sviluppo dell'arte del XVI secolo in una nuova direzione.
Per Matthias Wivel, curatore dei dipinti italiani del XVI secolo presso la National Gallery, “riavere questo capolavoro sulle pareti della nostra Galleria sarà emozionante” poiché consentirà al pubblico di ammirare “le sue qualità visionarie”. Per Wivel “è emozionante anche poter esporre insieme una selezione di eccezionali disegni preparatori di Parmigianino, consentendoci tutti di partecipare indirettamente al suo dinamico, fluido e continuo processo creativo”. (aise)