A Parigi le “Influenze incrociate” di Giovanni Bellini

© Culturespaces / Thomas Garnier
PARIGI\ aise\ - Il Museo Jacquemart-André di Parigi, uno dei più importanti spazi espositivi nella capitale francese, ospita sino al 17 luglio la mostra “Giovanni Bellini – Influences Croisées”, inaugurata di recente sotto il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Francia.
La mostra metterà in evidenza l’opera del grande maestro della pittura Giovanni Bellini (1430-1516), padre della scuola veneziana a cui appartengono i suoi allievi Giorgione e Tiziano. Bellini apre la via a un’arte del colore e del tono che sarà il marchio del XVI secolo veneziano.
Attraverso una cinquantina di opere provenienti da collezioni europee pubbliche e private, “Giovanni Bellini – Influences Croisées” ripercorre il tragitto artistico di Giovanni Bellini e mostra come il suo linguaggio non abbia smesso di rinnovarsi durante tutta la sua carriera, conservando una parte incontrovertibile di originalità.
Ripartite secondo un ordine tematico-cronologico, le opere del Maestro costituiscono il fil rouge dell’esposizione, accanto ad alcuni “modelli” che le hanno ispirate.
Cresciuto in una famiglia di artisti, Giovanni Bellini frequenta con suo fratello Gentile l’atelier del padre, Jacopo Bellini, pittore di formazione gotica ben presto esperto sulle novità rinascimentali che arrivavano da Firenze. Il giovane artista s’impregna degli insegnamenti artistici del padre e di suo fratello, ma anche del cognato Andrea Mantegna che ha sposato sua sorella Nicolosia. Il classicismo, le forme scultoree e la matrice prospettica di Mantegna esercitano una profonda influenza sull’artista. La sua pittura diviene più monumentale, soprattutto grazie agli studi delle opere di Donatello visibili a Padova.
Lo stile di Bellini cambia di nuovo con l’arrivo a Venezia di Antonello da Messina che introduce il gotico fiammingo del dettaglio e della costruzione spaziale degli artisti dell’Italia centrale. Giovanni trova una nuova intensità drammatica perfezionando la tecnica della pittura a olio. Egli attinge dall’arte bizantina e del Nord Europa gli elementi che caratterizzeranno il suo stile. In cerca di rinnovamento, egli sviluppa le tematiche rappresentate dai pittori più giovani, come ad esempio quelle dei paesaggi topografici ispirati da Cima da Conegliano. Infine, l’ultimo periodo di Bellini è contrassegnato da un tocco più vibrante ma di grande modernità. In maniera singolare, sono le innovazioni dei suoi migliori allievi – e in particolare Giorgione e Tiziano – che spingono il vecchio Bellini a reinventare il suo stile.
Questa mostra, presentando Bellini e il suo contesto artistico, permetterà di comprendere come il suo linguaggio pittorico sia fatto di corrispondenze e di giochi di influenze che egli sintetizza magistralmente.
L’esposizione beneficia di importanti prestiti, tra cui in particolare dalla Gemaldegalerie di Berlino, dal Petit Palais di Parigi, dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, dalla Galleria Borghese di Roma, dal Museo Correr, dalla Galleria dell’Accademia e della Scuola Grande di San Rocco di Venezia, dal Museo Bagatti Valsecchi di Milano, nonché di numerosi prestiti provenienti da collezioni private. (aise)