La voce di New York/ La squadra di Donald Trump prende forma, Susan Wiles capo di gabinetto – di Massimo Jaus

NEW YORK\ aise\ - Donald Trump non perde tempo. Ha già riunito i suoi più stretti collaboratori per il passaggio dei poteri dal 20 gennaio, giorno dell’insediamento. Il team è guidato da Howard Lutnick, che si occuperà del personale che andrà alla Casa Bianca, e Linda McMahon, che supervisionerà la parte politica della nuova agenda presidenziale”. Ne scrive Massimo Jaus su “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Giampaolo Pioli.
Howard Lutnick: CEO della società di servizi finanziari Cantor Fitzgerald, ha tenuto i rapporti tra la campagna elettorale e Wall Street. Ha donato personalmente più di 10 milioni di dollari alla campagna di Trump e ne ha raccolti più di 75 milioni. Il neopresidente è molto vicino a Lutnick, con cui gioca a golf e che una volta è apparso nel suo reality show The Apprentice.
Linda McMahon: ha già parte della prima amministrazione Trump, come capo della Small Business Administration dal 2017 al 2019. È presidente del CdA dell’America First Policy Institute, un think tank formato dagli alleati di Trump dopo la sua sconfitta elettorale del 2020, e ha guidato il super PAC MAGA America First Action. È stata una delle forze dietro la trasformazione della World Wrestling Entertainment da una piccola impresa a una multicorporation miliardaria. Amica personale del tycoon, una decina di anni fa si è candidata senza successo per un seggio al Senato in Connecticut.
Due fedelissimi ai quali è affidato l’incarico di “filtrare” i potenziali componenti della nuova amministrazione, di cui sicuramente entrerà a far parte Susie Wiles, la copresidente della campagna elettorale di Trump che è già stata nominata capo di gabinetto. Per lei diventa il coronamento pubblico di 40 anni di lavoro all’interno del partito repubblicano, iniziato nel 1979 come assistente del deputato Jack Kemp. A farle conquistare fama e rispetto fu il successo della campagna da governatore della Florida che nel 2010 fece vincere, in appena sette mesi, a Rick Scott, allora uno sconosciuto uomo d’affari senza esperienza politica. Nel 2015 poi il primo incontro con Trump, diventando l’anno dopo presidente della sua campagna in Florida. Nel giro di due anni, le fu affidata la guida della campagna da governatore di Ron DeSantis, allora alleato di ferro del tycoon. Anche in quell’occasione, nel discorso della vittoria, Wiles fu definita “la migliore nel suo business” dal neogovernatore con cui i rapporti però si incrinarono nel 2019. Secondo Politico, è stata proprio lei durante le primarie a tessere la ragnatela per silurare DeSantis che puntava a sostituire il più anziano Trump. Tutto rimanendo dietro le quinte: “La sua influenza – scrive Politico – sugli eventi politici, per molti che sanno cosa guardare, è ovvia quanto invisibile”. Wiles, membro della chiesa episcopale, si descrive come una moderata.
La scelta per la formazione del nuovo gabinetto non è così facile, dato che il presidente eletto ha detto che prenderà nella sua amministrazione solo quelli che sono “loyalist”, fedeli solo a lui, non al Paese o alla Costituzione. Tanto che il senatore dell’Arkansas, Tom Cotton, uno dei falchi del partito repubblicano, ha dichiarato di non voler alcun ruolo nella nuova squadra. Posto che invece potrebbe essere ricoperto da Mike Pompeo, già segretario di Stato dal 2018 al 2021, dopo essere stato direttore della CIA. Già parlamentare alla Camera (per il Kansas), ha alle spalle una lunga carriera nelle forze armate come ufficiale dell’esercito americano e ha frequentato l’Accademia Militare di West Point.
Robert O’Brien da molti è considerato come il possibile segretario di Stato. Anche lui ha fatto già parte dell’amministrazione Trump come consigliere per la Sicurezza Nazionale dal 2019 al 2021. Altri nomi che girano con insistenza per questo ruolo sono quelli di Rick Grenell, già ambasciatore americano in Germania, e Marco Rubio, l’ex “nemico” poi convertito al “trumpismo”.
Robert F. Kennedy Jr., figlio di Robert F. Kennedy e nipote di John F. Kennedy, quasi sicuramente sarà il nuovo segretario alla Salute. Noto per la sua lunga carriera di attivismo ambientale e per il suo ruolo molto controverso nel movimento no-vax. È stato un sostenitore dei diritti civili e un forte critico delle multinazionali che operano nel settore della chimica e della farmacologia, soprattutto per questioni legate all’inquinamento ambientale e alla salute pubblica.
Elon Musk dovrebbe andare al Department of Government Efficiency (DOGE), un nuovo ministero proposto dallo stesso multimiliardario per spingere per un approccio più snello e digitale nella gestione della pubblica amministrazione, riducendo molti dei controlli burocratici sulle attività e adottando metodi più sbrigativi e orientati alla produttività. È noto in tutto il mondo come CEO di Tesla, SpaceX, X, Starlink, X.AI, the Boring company e altre società tecnologiche. La sua reputazione come innovatore e imprenditore visionario è accompagnata da un approccio aziendale aggressivo e dalla ricerca costante di nuove tecnologie. Musk è un fautore della riduzione della burocrazia e un critico frequente delle inefficienze governative, specialmente per quanto riguarda la lentezza nelle approvazioni e la regolamentazione rigida in ambito tecnologico e produttivo.
John Paulson potrebbe andare al Tesoro. È un finanziere di lunga data, alleato di Trump e molto legato a Howard Lutnick al quale verrebbe affidato un ruolo importantissimo in un’Amministrazione che deve il suo successo elettorale soprattutto all’inflazione e al costo della vita percepito durante la presidenza Biden. La scelta del segretario del Tesoro è cruciale per l’agenda di Trump, ma i nomi che circolano sono davvero troppi per fare un pronostico.
Brooke Rollins è una stretta alleata del presidente eletto ed è l’amministratrica delegata dell’America First Policy Institute. Rollins è una probabile scelta a diventare il prossimo consigliere per essere il filo diretto della Casa Bianca con il Congresso. È già stata consigliere di politica interna alla Casa Bianca nella precedente amministrazione Trump. È considerata una delle alleate MAGA più moderate.
Robert Lighthizer, infine, è stato il principale rappresentante commerciale di Trump nella sua prima amministrazione e il neopresidente lo ha elogiato come “il più grande” rappresentante commerciale nella storia degli Stati Uniti. Tuttavia, secondo il Wall Street Journal, potrebbe anche avere una possibilità di essere scelto come segretario al Tesoro”. (aise)