Dall'Europarlamento via libera alla direttiva sulla due diligence aziendale/ Impresa 2030: nel testo ancora gravi lacune

ROMA\ aise\ - Il 1º giugno 2023 i membri del Parlamento europeo hanno votato a favore di una nuova legislazione, che richiederebbe alle aziende UE di valutare i rischi e prevenire i danni ai diritti umani, al clima e all'ambiente lungo le loro catene di valore globali.
La posizione assunta dal Parlamento include diversi importanti miglioramenti rispetto alle precedenti proposte della Commissione europea e del Consiglio.
In particolare, la posizione si allinea più strettamente con gli standard internazionali in materia di business e diritti umani, chiarendo come le aziende possono affrontare i danni e comportarsi con le eventuali vittime delle proprie attività.
Inoltre, la direttiva riduce gli ostacoli all'accesso alla giustizia per le vittime, estendendo la prescrizione sui casi di abuso aziendale e offrendo assistenza finanziaria e legale alle vittime.
Tuttavia, il Parlamento non è riuscito a invertire l'onere della prova che, ad oggi, rimane in capo esclusivamente alle vittime. Questa la denuncia di Impresa 2030 - Diamoci una regolata, la campagna nazionale nata per fare pressione sulle istituzioni nazionali ed europee affinché, a livello europeo, sia emanata una direttiva che imponga alle imprese il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, in tutti i passaggi della loro filiera.
Allo stato attuale, spiega Impresa 2030, ciò significa che le vittime dovranno provare, oltre il danno subito, anche la mancata o inadeguata applicazione della due diligence da parte delle imprese.
Ricordato che proprio l’onere della prova, in capo alle vittime, è stato in molte importanti cause legali un significativo ostacolo per l’accesso alla giustizia, Impresa 2030 sostiene che la nuova legge dovrebbe aggiungere spina dorsale agli obiettivi del Green Deal dell'Unione Europea. Al contrario, stigmatizza, il Parlamento europeo ha scelto di ignorare le protezioni ambientali raccomandate dalla commissione ambiente. Nel frattempo il settore finanziario, nonostante la sua forte influenza sul modo in cui le imprese svolgono le loro operazioni, riceve un trattamento preferenziale nel testo.
"Ci troviamo di fronte a pressanti crisi congiunturali ed economiche”, annota Giosué De Salvo, co-portavoce di Impresa 2030. “Il compromesso politico ha eroso ancora una volta le misure chiave per proteggere l'ambiente e garantire l'accesso alla giustizia”.
Martina Rogato, co-portavoce di Impresa 2030, aggiunge: “gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull'UE, per individuare lo standard di come le aziende dovrebbero agire. È imperativo che nel prossimo trilogo, il Parlamento difenda i progressi compiuti sull'accesso alla giustizia, chiuda le scappatoie e miri a creare una forte legge sulla due diligence che possa sopportare e superare le sfide sociali, ecologiche e geopolitiche".
Per denunciare le difficoltà nell’accesso alla giustizia per le vittime di abusi la campagna europea “Justice is Everybody’s Business”, di cui fa parte Impresa 2030, la mattina del voto ha costruito un’azione presso la sede del Parlamento Europeo, con l’installazione di una montagna che rappresenta i volti delle comunità colpite dalle attività di impresa. Nel corso dell’iniziativa diversi attivisti, vittime di abusi aziendali, hanno raccontato le proprie esperienze.
Il Comitato Promotore di Impresa 2030 è composto da ActionAid Italia, Equo Garantito, Fair, Fairtrade Italia, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, HRIC (Human Rights International Corner), Mani Tese, Oxfam Italia, Save the Children e WeWorld. (aise)