Cnr: istallata in Val di Sole la stazione meteo più elevata delle Alpi orientali
ROMA\ aise\ - Nei giorni 29 e 30 agosto, nell'ambito del Progetto Cai-Cnr "Rifugi sentinelle del clima e dell'ambiente", è stata installata la stazione meteo al Rifugio Vioz Mantova, rifugio della Società degli Alpinisti Tridentini, in Val di Sole (Trentino). Il Rifugio Vioz è il più elevato delle Alpi orientali ed è posto su un piccolo piano roccioso a quota 3535 metri, ai piedi della cresta che conduce alla panoramica vetta del monte Vioz, all’interno del Parco nazionale dello Stelvio nel gruppo Ortles Cevedale in alta val di Peio.
Grazie al supporto del Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento e del suo personale, del rifugista Marco Casanova e della ditta Meteoproject si è provveduto all'installazione della stazione meteo, in accordo con Cai-Sat, Cai-Csc e Cnr.
I dati di temperatura e umidità dell'aria, pressione, velocità e direzione vento, precipitazione e radiazione solare, unitamente alle immagini spettacolari della webcam saranno disponibili a breve sul sito dedicato.
Mario Casanova ricorda con soddisfazione che “finalmente dopo alcuni anni di vicissitudini anche il Rifugio Vioz è attivo e parte del progetto Rifugi Sentinella, progetto ideato dal Cnr, unitamente al Comitato Scientifico Centrale del Cai e da loro supportato. I dati raccolti serviranno per monitorare i cambiamenti di temperatura e degli altri parametri meteo influenzati dal riscaldamento climatico. Verranno inoltre trasmesse immagini durante tutto l’arco dell’anno dalla webcam recentemente installata, che sono convinto saranno spettacolari. Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno creduto nel progetto a partire dal Cnr e dal Cai, Sat e in particolare il Servizio Geologico della PAT nella persona di Matteo Zumiani”.
Il Rifugio Vioz soffre, come altri rifugi alpini di alta quota, del riscaldamento climatico che negli ultimi anni sta divenendo sempre più accentuato, favorendo la fusione dei ghiacciai e la degradazione del permafrost. In questo ambito, il Servizio Geologico trentino tiene monitorata l’area di interesse, che costituisce uno dei siti chiave per il monitoraggio del permafrost nel territorio della provincia. Il monitoraggio presso il Rifugio è iniziato nel 2010 con misure continuative della temperatura della superficie del suolo e per caratterizzare le condizioni termiche del suolo e calcolare alcune importanti variabili che indicano la presenza di permafrost e la sua evoluzione nel tempo, sono stati posizionati attorno al rifugio quattro sensori di temperatura che consentono di effettuare misure con scansione oraria. Le temperature del suolo registrate in 13 anni di misure indicano valori medi annui variabili, compresi tra -2°C e -4°C, suggerendo che il sottosuolo dell’area in esame si trova in condizioni di permafrost. Le temperature medie mensili mostrano, nel periodo considerato, una leggera tendenza all’aumento, almeno per tre dei quattro siti indagati.
Nel corso di alcuni sopralluoghi effettuati nel mese di luglio 2022 è stato osservato come il tratto di cresta che conduce dal Rifugio alla cima del Monte Vioz fosse interessato da numerose fessure disposte longitudinalmente, lunghe fino ad alcuni metri e larghe fino a qualche decimetro. Alcune di esse avevano interessato il basamento del piccolo locale che ospita le cisterne d’acqua a servizio del rifugio, posto lungo la cresta. L’ipotesi è che le temperature molto elevate dell’estate abbiano accelerato un fenomeno già in atto e che la degradazione del permafrost possa essere una delle possibili concause.
Allo scopo di osservare eventuali movimenti attivi delle fessure e del tratto di cresta a monte del rifugio, è stata eseguita una campagna di misura, dal 13 al 30 agosto 2022, installando un Ground-Based Synthetic Aperture Radar (GB-SAR). Lo strumento, funzionando ininterrottamente, grazie all’utilizzo di tecniche interferometriche consente di rilevare movimenti centimetrici con una risoluzione temporale dell’ordine dei minuti. L’analisi dei dati acquisiti ha mostrato come alcuni settori dell’area indagata abbiano fatto registrare, in poco più di 15 giorni, spostamenti lungo la “Line of Sight” (LOS) superiori anche a 30 cm.
Sulla base dei risultati dei monitoraggi il Servizio Geologico della PAT ritiene necessario affinare le conoscenze dei processi morfogenetici legati alla degradazione del permafrost lungo la cresta del Monte Vioz. In tale contesto si inserisce la collaborazione con il Progetto Rifugi Sentinelle del Clima e l’installazione della stazione meteorologica portata a termine in sinergia con CNR, CAI e SAT unitamente alla preziosa collaborazione del gestore, Mario Casanova, il 29 e 30 agosto scorsi.
La stazione meteo al Rifugio Vioz è una delle ultime delle 21 attivazioni promosse dal progetto Rifugi Sentinella, a cui si aggiungono i quattro osservatori climatici del Consiglio nazionale delle ricerche. (aise)