Indagate le basi psicofisiologiche dei divulgatori scientifici


ROMA\ aise\ - Diventare un efficace divulgatore scientifico è una legittima aspirazione di ricercatori e ricercatrici, ma l’obiettivo richiede numerose abilità: il controllo della voce e del corpo, la capacità di sintesi unita alla duttilità di cambiare registro linguistico a seconda della platea, cosi come la capacità di gestire lo stress per avere una chiarezza espositiva che infonda in chi ascolta un senso di autorevolezza. Queste caratteristiche vengono, però, sempre descritte in termini generali, senza un preciso riferimento oggettivo. Una ricerca coordinata dall’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irib), condotta con l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Cnr-Irpps), l’Unità Ufficio stampa del Cnr e la Redazione scienza di RaiNews24, pubblicata su Plos One, ha permesso, per la prima volta, di scoprire come alcuni dei più noti divulgatori scientifici dell’Ente riescano a controllare lo stress durante un’intervista in diretta senza conoscerne le domande.
“Con il programma “Scienziati”, andato in ondata dal dicembre 2022 all’aprile 2024, abbiamo intervistato un campione di 36 divulgatori e divulgatrici del Cnr trattando argomenti diversi e di interesse pubblico. Il conduttore aveva il compito di porre all’ospite domande specifiche sul suo lavoro, provando ad allargarsi ad altri ambiti, senza che gli intervistati avessero contezza delle domande cui sarebbero stati sottoposti”, premette Antonio Cerasa, promotore della ricerca coordinata dall’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irib), oggi direttore f.f. dell’Istituto di bioimmagini e sistemi biologici complessi (Cnr-Ibsbc).
L’esperimento è stato condotto in tre parti. “Nella prima i divulgatori dovevano rispondere a dei test tramite piattaforma informatica, creata da Loredana Cerbara del Cnr-Irpps, per definire gli aspetti demografici, professionali e psicologici della loro personalità. Successivamente, prima di entrare in trasmissione, a ogni ospite veniva chiesto di indossare una fascia toracica dotata di sensori per il monitoraggio della risposta psico-emotiva. Terminata la puntata, i dati del biosensore venivano analizzati e correlati con le informazioni registrate sulla piattaforma, insieme alla qualità espositiva - chiarezza, autorevolezza, impatto, coinvolgimento e grado di accordo - valutata da una giuria esterna”, spiega Gennaro Tartarisco, bioingegnere del Cnr-Irib.
“I comunicatori scientifici erano caratterizzati da alti livelli di autostima e prosocialità”, prosegue David Vagni, ricercatore del Cnr-Irib che ha preso parte allo studio. “La valutazione delle risposte fisiologiche ha mostrato che la potenza totale delle componenti cardiache era più alta nella fase post-intervista rispetto sia alla fase dell'intervista che a quella pre-intervista dimostrando, quindi, una forma di affaticamento fisiologico. Tuttavia, quando abbiamo diviso l’intero gruppo in base agli indici di autorevolezza e chiarezza espressi dalla giuria, sono emersi dati interessanti. Nei sottogruppi di divulgatori che erano stati giudicati con minor autorevolezza e chiarezza, si notava una forte differenza nella gestione dello stress, prima, durante e dopo l’intervista. Al contrario, il sottogruppo giudicato con alta autorevolezza e chiarezza ha mostrato meno variazioni tra le fasi, suggerendo una migliore anticipazione e regolazione dello stress durante l’intervista”.
L’Ufficio stampa del Cnr ha operato in accordo con la Redazione scienza di Rainews24 per suggerire i nomi di ricercatori e ricercatrici che hanno preso parte all’esperimento. “Per la prima volta la redazione di una testata giornalistica televisiva è diventato il set di un esperimento scientifico”, commenta Marco Dedola, responsabile della Redazione scienza di Rainews24.
“Questo studio, ideato insieme a Marco Ferrazzoli, è un unicum nel suo genere. Va inteso pertanto come un pilota e i risultati come preliminari da approfondire, anche al fine di avviare futuri corsi di formazione per divulgatori che abbiano la possibilità di tener conto dei propri parametri psicofisiologici. Lo scopo è far crescere future generazioni di divulgatori scientifici che possano raggiungere capacità come quelle dimostrate negli anni da uno dei più grandi divulgatori del CNR, Giovanni Maga, scomparso prematuramente”, conclude Cerasa. (aise)