NAVCOM e Drain Brain 2.0: gli esperimenti dell’Asi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale

foto Nasa

ROMA\ aise\ - L’Agenzia Spaziale Italiana è impegnata da anni nel promuovere e supportare ricerche e tecnologie innovative nel campo del volo umano, in particolare per il sostentamento degli astronauti nelle future missioni di esplorazione spaziale. È quanto si ricorda in una nota con cui l’Asi dà notizia del trasporto a bordo della Stazione Spaziale Internazionale di due esperimenti finanziati da ASI nell’ambito del Bando per ricerche scientifiche e tecnologiche sulla Stazione Spaziale Internazionale – VUS3: NAVCOM - Navigation and Communication Testbed e Drain Brain 2.0.
Il sistema NAVCOM – spiega l’Asi – utilizza un ricevitore GNSS sviluppato da Qascom, sfruttando la tecnologia Software-Defined Radio (SDR) per determinare con precisione la posizione delle stazioni orbitali, offrendo un'alternativa valida quando i segnali GNSS sono particolarmente deboli. Progettato per processare segnali provenienti da cinque stazioni terrestri, NAVCOM si propone come una soluzione affidabile che apre nuove frontiere nella navigazione spaziale, ponendo le basi per supportare future applicazioni, come il Lunar Gateway, e aprendo la strada a potenziali applicazioni per le esplorazioni su Marte.
“La ISS offre la possibilità, tra l’altro, di effettuare sperimentazioni prodromiche alla futura esplorazione umana lunare” dice Marino Crisconio, responsabile ASI del progetto, “NAVCOM rappresenta un buon esempio di validazione tecnologica di un concetto che potrà essere poi implementato nella futura colonizzazione della Luna”.
Il progetto Drain Brain 2.0 dell’Università di Ferrara ha, invece, l’obiettivo di validare a bordo della ISS un sistema innovativo di pletismografia cervicale portatile e di semplice utilizzo per la misurazione non invasiva del polso venoso giugulare, un importante indicatore della salute cardiovascolare che fornisce informazioni sul riempimento venoso cardiaco, sul ritorno venoso cerebrale e sull'efficienza della funzione di pompa del cuore. Il progetto costituisce l’evoluzione di un precedente studio, condotto sempre dal team di Ferrara a bordo della ISS nel periodo 2015-2016.
“Alla nuova versione del payload è stata aggiunta la sincronizzazione del segnale pletismografico con la traccia elettrocardiografica - spiega Silvia Mari, responsabile ASI del progetto, aggiungendo che - Si tratta di un’essenziale funzionalità che permette di evitare la simultanea acquisizione del dato ecocardiografico, rendendo lo strumento facilmente utilizzabile anche da personale non medico e dunque di grande interesse per le future missioni spaziali di lunga durata”. (aise)