“Cortona in Arte. Dal secondo ‘900 al Contemporaneo” tra personali e collettive

CORTONA\ aise\ - Cortona, in provincia di Arezzo, nuovamente protagonista con l’arte contemporanea con la mostra “Cortona in Arte. Dal secondo ‘900 al Contemporaneo”. Giunta alla quarta edizione, la rassegna ha quest’anno come tema espositivo “L’energia che sfida il tempo”, titolo che richiama la presenza di Giorgio de Chirico (1888-1978) con l’opera Cavalli presso un’insenatura di mare, realizzata all’inizio anni Sessanta, per la prima volta sarà esposta a Cortona.
Alla mostra, ideata e curata da Marilena Visconti, esperta di arte, antiquariato e arte contemporanea, in collaborazione con il gallerista Stanislao de’ Bonis della Galleria de’ Bonis, nota per la sua marcata identità “classica”, sono presenti diverse opere storicizzate: oltre a Giorgio de Chirico, saranno esposte opere di Fausto Pirandello (1899-1975), figlio di Luigi Pirandello, Antonio Bueno (1918-1984) e Mino Maccari (1898-1989).
La mostra, patrocinata dal Comune di Cortona e organizzata da Cortona Sviluppo, sarà visitabile dal 14 al 29 settembre 2024 (con orario di apertura tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19:00) presso il Centro Convegni Sant’Agostino (via Guelfa, 40) a Cortona. In occasione dell’inaugurazione, sabato 14 settembre 2024 alle ore 16.30, si terrà un Gran Gala con due artisti ospiti noti a livello internazionale: Maurizio Gabbana e Giovanni Cristini, la cantante Angelica Engy Perroni e il live performance “Archetipo umano” di Monica Argentino, ideatrice di Body To Art (pittura estemporanea sul corpo umano, video installazione e musica), un progetto artistico che punta a rappresentare il corpo svincolato dagli stereotipi di bellezza. Presenta la giornalista Patrizia Mari.
Quest’anno a Cortona sono ospitati due artisti di fama internazionale: Maurizio Gabbana, ideatore di Dynamica Spazio Temporale, scatti fotografici che restituiscono scorci metafisici e l’artista Giovanni Cristini, ideatore del progetto “Cristini United”, figure geometriche indipendenti, unite per creare forme. In mostra anche tre personali con la presenza di Josè Barranchini, Paolo Rigoni e Diego Rudellin. Tra le artiste presenti anche una oncologa Marilena Visini, che per affrontare un lavoro “ruvido”, come lo definisce lei, ha iniziato a dipingere “l’eterna giostra della vita”.
Questi gli artisti e le artiste presenti alla collettiva: Maria Teresa Albanese, Laura Altobelli, Sergio Cavallerin, Cynthia Muriel, FaRg² (Francesca Ghidini e Alessandro Rinaldoni), Walter Formía, Stefania Galletti, Massimiliano Giordano, Daniela Ghione, Federico Grazzini, Giancarlo Mariniello, Paolo Manzari, Silvana Mascioli, Federico Morelli, Gemma Oria, Flavio Pucci, Daniela Rebuzzi, Massimo Sonnini, Riccardo Veschini, Sergio Villa, Marilena Visini, Angelo Volpe, Agata Zych.
“Nella realizzazione di questo progetto mi ha spinto la forte e ferma volontà di ricostruire un momento di riunione collettiva, al fine di aiutare l’individuo a ritrovare quella “bella realtà”, ormai sopita, lontana e forse dimenticata. Si vuole promuovere quanto di polemico, affascinante, paradossale e armonico, l’arte ha da offrirci con il suo essere politropa ed eclettica, non riducendola, e quindi limitandola, a nessun movimento o corrente, ma dandone una visione sinottica, così da trasmettere il suo enorme potenziale, insieme a quello dell’Italia, della sua gente, della Toscana e di Cortona, con il suo fascino sconcertante”, afferma Marilena Visconti, direttrice generale della mostra. “Un progetto realizzato grazie all’organizzazione di Cortona Sviluppo, la collaborazione del Comune di Cortona, della Galleria de’ Bonis ed il sostegno della Banca Popolare di Cortona”.
Giorgio de Chirico, pittore, scultore e scrittore (Volos, Grecia, 1888 - Roma 1978), dopo gli studi artistici ad Atene, nel 1905 si trasferisce con la madre e il fratello a Monaco di Baviera. Nel 1911 partecipa al Salon d’Automne e al Salon des Indépendants di Parigi. Rientra, assieme al fratello, in Italia, dove, tra il 1915 e il 1917, incontra Filippo de Pisis e Carlo Carrà a Ferrara, insieme ai quali elabora la teoria della pittura metafisica. Dalla metà degli anni Trenta partecipa con assiduità alle più importanti manifestazioni italiane ed estere. Nel 1944 si trasferisce definitivamente a Roma. Le sue opere sono il riflesso di un universo misterioso e pieno di ombre, di sogni e di una profonda solitudine. Nel 1945 pubblica le sue memorie e continua a lavorare senza sosta per tutta la vita, mantenendosi straordinariamente prolifico perfino all’età di novant’anni. Nel 1974 è stato eletto membro dell’Accademia di belle arti di Francia. La sua opera ha influenzato profondamente il Surrealismo, soprattutto lo stile di pittori iconici come Salvador Dalí e René Magritte. I cavalli, spesso protagonisti delle sue opere, li raffigurava in distese litoranee, nella pacatezza di un tempo impreciso e indefinito e in un ambiente ignoto che si perde all’alba delle civiltà classiche. Il tema del cavallo sulla riva del mare, dato il grande successo, è stato replicato diverse volte da De Chirico con piccole varianti. L’accostamento della vitalità della coppia di cavalli con le rovine antiche è stato visto come immagine di un’energia che sfida il tempo, analogicamente riferita al moto infinito del mare e al nuvoloso incresparsi del cielo. Negli anni Cinquanta e Settanta il suo stile peculiare è passato anche al grande schermo. Perfino alcuni film d’animazione, come Le roi et l’oiseau (Il re e l’uccello) di Paul Grimault e Jacques Prévert (1980) - il lungometraggio considerato un capolavoro del cinema d'animazione francese - si sono basano sulle opere della sua tappa metafisica per ricreare alcune scene.
Fausto Pirandello (Roma, 17 giugno 1899 - Roma, 30 novembre 1975) è stato un pittore italiano, figlio di Luigi Pirandello e uno dei rappresentanti della cosiddetta “Scuola Romana”. Nell’arco della sua carriera è passato dal linguaggio analitico di ascendenza nordica alla scomposizione cubista e astratta del dopoguerra; dall’espressionismo degli anni della "Scuola romana", fino al ritorno, nel periodo maturo, di una rappresentazione esasperata dell’umanità; è considerato dai critici un precursore di alcuni aspetti della pittura della seconda metà del XX Secolo, da Lucian Freud ai figurativi contemporanei.
Antonio Bueno (Berlino, 21 luglio 1918 - Fiesole, 26 settembre 1984) è stato un pittore spagnolo naturalizzato italiano. Ha svolto gli studi artistici in Spagna e Svizzera. Nel 1937 a Parigi espone al Salon des Jeunes; nel 1940, col fratello Xavier, si trasferisce in Italia. Dopo un'esperienza post-impressionista, nell'immediato dopoguerra aderisce alla lezione di Gregorio Sciltian eseguendo opere trompe-l'œil e, con Annigoni ed il fratello, partecipa al gruppo "Pittori moderni della Realtà". Sperimentatore accanito ed irrequieto, ha portato avanti numerose ricerche: pittore astratto, neometafisico, verista, materiologico, segnaletico e pop, Neo-Dada e pittore visivo. Nell'eclettismo della sua produzione, restano noti al grande pubblico soprattutto le sue figure di busti e teste tondeggianti, ragazzi vestiti alla marinara, pompieri, reinterpretazioni di grandi opere della storia dell'arte, con caratteristiche tondeggianti, semplificate e neoteniche. Alla Biennale di Venezia del 1984, la sua consacrazione con una serie di opere che rappresentano il vertice della sua produzione della maturità.
Maurizio Gabbana, nato a Milano nel 1956, risiede a Milano Marittima. Autodidatta, sin da ragazzino manipola le camere analogiche (formato 120mm), appassionandosi alla ricerca fotografica e alla camera oscura, nella quale sperimenta e realizza le sue visioni. Passa poi al digitale, utilizza Nikon e Canon senza utilizzare programmi di post-produzione, a parte qualche piccolo “trucco” in camera oscura. Negli anni Duemila Rolando Bellini, storico dell’Arte dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, definisce futuristiche le sue ricerche dal titolo “Dynamica Spazio Temporale”: scatti in macchina e scorci metafisici prevalentemente notturni, analogici, che trascendono la realtà, trovando l’uomo assopito nel riposo notturno. Con uno sguardo alla natura cerca la profondità, prediligendo le città con le loro architetture. Le collaborazioni sono motivo importante della sua costante ricerca e dei dialoghi con storici dell’arte, artisti, direttori di museo, docenti universitari, esperti di fotografia. Tra le sue principali esposizioni la Biennale di Firenze (2013), la Biennale di Venezia (2015), la Biennale di Mosca (2018), la Triennale di Milano (2020). Tra le sue pubblicazioni: Con la Luce negli Occhi, Skira Edizioni (2017)e AssenzA (2020), Il Cielo senza Nubi appare Vuoto (2021), Reflex (2023) per Antiga Edizioni.
Giovanni Cristini, nato a Vello sul Lago d’Iseo nel 1970, in provincia di Brescia, si afferma come pittore di falsi d’autore; figlio d’arte, per oltre vent’anni, ha respirato in casa la grande arte, attraverso le riproduzioni del padre. Il suo lavoro d’artista è concentrato nel ridurre la distanza fra la propensione espressionista e il realismo, che favorisce l’individuo piuttosto che l’estetica, nel legittimare il ruolo salvifico dell’arte. La sua pittura è ispirata ai grandi maestri dell’impressionismo, rendendo le sue opere materiche e vivaci. Sono, infatti, la materia, i colori, la profondità, dai paesaggi toscani, fino alla ricerca espressiva finalizzata alla trasmissione di messaggi di unione e inclusione, i suoi punti cardinali. Nasce così, dopo tanta sperimentazione e studio, il progetto “Cristini United”, figure geometriche indipendenti, l’una diversa dalle altre, unite per creare forme che diventano, via via, esseri umani, animali o nature morte.
Josè Barranchini, nato a Rio de Janeiro nel 1968, è cresciuto tra i colori forti e le contraddizioni del Brasile degli anni Settanta del Novecento, dove ha sviluppato la sua passione per l’arte. Tornato in Italia con la famiglia si è trasferito in un piccolo paese di mare della Calabria, prima, e poi in Toscana. Attualmente vive a Greve in Chianti (Firenze), sua terra adottiva. Scultura e pittura sono i suoi interessi. Nelle sue opere, ispirate ai pittori contemporanei, predilige i figurativi per far emergere l’energia e la vitalità attraverso i colori accesi, le forme dinamiche e sinuose e l’utilizzo dei diversi materiali. Nelle sculture la sua ricerca è finalizzata ad alleggerire le materie utilizzate, per invocare leggerezza e libertà, per creare figure eleganti e slanciate che sembrano sfidare la forza di gravità.
Paolo Rigoni, nato in Veneto (1977), dopo aver terminato gli studi si trasferisce in Spagna, dove inizia a dipingere e scoprire il variegato mondo dell'arte e delle tecniche artistiche che esplora nelle molteplici sfaccettature. La passione e la “febbre” dell'arte lo portano, nel tempo, a lavorare solo in questo ambito. Al momento vive e lavora in Umbria.
Diego Rudellin, nato a Milano nel 1967, si è trasferito in seguito, con la famiglia, a Dimaro Folgarida in Trentino, dove oggi vive e lavora. Dopo aver frequentato studi tecnici nasce la sua passione per l'arte e la lavorazione del rame. Frequenta corsi di disegno per poi dedicarsi all'approfondimento dell'anatomia componendo figure con fili di rame, stagno e oro. Viaggia e visita diverse città d'arte e musei in tutto il mondo. In seguito, comincia ad allungare i corpi sempre più stilizzati. La leggerezza e l'eleganza contraddistinguono le sue opere, essenziali, ma allo stesso tempo intrise di una forza figurativa che svetta nella sua verticalità in equilibrio, artefici di una silente meditazione. Partecipa a diverse mostre personali e collettive in Italia e all'estero ricevendo segnalazioni e premi dalla critica. (aise)