Voto amministrativo agli italiani in UK: Silli risponde a Onori (Az)

ROMA\ aise\ - “Una delle conseguenze della Brexit è la difficoltà di registrarsi presso le liste elettorali in assenza di un accordo bilaterale tra Regno Unito e il nostro Paese. E questo, oltre a negare il diritto di voto alle elezioni locali, si lega, purtroppo, anche a un numero di questioni importanti e decisamente concrete. Essere registrati in queste liste può, infatti, aumentare le possibilità di ottenere un credito, riuscire ad affittare un immobile, addirittura poter firmare un contratto di telefonia mobile, in virtù di un meccanismo chiamato ‘credit score’ che nel Regno Unito è utilizzato come un indicatore della capacità di gestire le finanze, ovvero una sorta di indicatore di affidabilità”. Così Federica Onori, deputata di Azione eletta all’estero, nel presentare la sua interrogazione discussa ieri in Commissione Esteri alla presenza del sottosegretario Giorgio Silli.
Si tratta di una “situazione che discrimina fortemente i nostri concittadini ma potrebbe essere superata siglando uno specifico accordo bilaterale tra Italia e Regno Unito, come hanno già fatto altri paesi europei come Danimarca, Spagna e Portogallo”.
Nel rispondere all’interrogazione, Silli ha ricordato per sommi capi alcuni effetti della Brexit sui diritti elettorali dei connazionali: “a fronte dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, sono cessati gli effetti giuridici della Direttiva del 19 dicembre 1994, che stabilisce le modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non hanno la cittadinanza. Con la Brexit si è pertanto determinato lo scenario nel quale non è consentito, a una parte dei nostri connazionali, partecipare o essere eletti a varie elezioni locali previste dall'ordinamento britannico”.
“Nulla cambia – ha precisato Silli – nello status di elettore per i cittadini italiani che risultano legalmente residenti nel Regno Unito al 31 dicembre del 2020. Ciò in forza di quanto espressamente previsto dalla normativa nazionale britannica. Per consentire, viceversa, a coloro che risiedono nel Paese dal 1° gennaio 2021 di partecipare al voto locale e amministrativo, occorrerebbe adottare misure similari a quelle messe in atto da alcuni Paesi europei, consistenti in uno specifico accordo o protocollo bilaterale con il Regno Unito”.
“Siamo consapevoli di queste iniziative, che permettono ai cittadini di Danimarca, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Spagna di prendere parte alle elezioni locali previste nel Regno Unito. Nel rispetto del principio di reciprocità, esse consentono parimenti ai cittadini britannici di prendere parte al voto locale nel territorio dei Paesi firmatari”, ha evidenziato il sottosegretario, spiegando quindi che “uno specifico accordo bilaterale dell'Italia con il Regno Unito dovrà quindi disciplinare i criteri di eleggibilità e le modalità di partecipazione al voto locale e amministrativo non solo dei cittadini italiani nel Regno Unito, ma anche di quelli britannici nel nostro territorio nazionale. Prerequisito essenziale è dunque il coinvolgimento del Ministero dell'Interno, competente – come noto – sull'esercizio del voto in Italia. L'intesa dovrà, infatti, necessariamente trovare attuazione in un intervento normativo, volto a garantire al cittadino britannico una posizione equivalente a quella propria del cittadino comunitario residente in Italia, con esclusivo riferimento alle consultazioni amministrative”.
“Al fine di addivenire all'eventuale avvio di un negoziato con le controparti britanniche, - ha aggiunto Silli - il Governo dovrà effettuare gli approfondimenti necessari, anche in considerazione del fatto che una simile apertura potrebbe costituire occasione di ulteriori richieste di riconoscimento da parte di altre comunità presenti sul territorio nazionale ed appartenenti a Paesi extra UE”.
Replicando al sottosegretario, Onori si è detta “parzialmente soddisfatta della risposta del Governo”, che “sembra confermare la disponibilità ad avviare un negoziato con il Regno Unito, a condizioni di reciprocità”. La deputata ha quindi annunciato la presentazione di una risoluzione in Commissione, sulla quale, ha concluso, “auspico la convergenza di tutte le forze politiche”. (aise)