PERSONE E DIGNITÀ: I ROM IN REPUBBLICA CECA - di Simone Santarelli

PRAGA\ aise\ - Come giunsero in Europa centrale attorno al XV secolo è ancora un mistero; ciò che invece è certo, è che in Moravia e Boemia vivono circa 13.200 membri appartenenti all’etnia Rom che, ufficialmente, aderiscono alla minoranza.
Molti esperti, sulla base di statistiche, hanno concluso che la popolazione Rom costituisce circa lo 0,3% della popolazione ceca e il loro numero è in cotante aumento.
Appena giunti in Repubblica Ceca, furono immediatamente etichettati come “diversi” per via, forse, delle loro usanze poco ortodosse e uno stile di vita, il nomadismo, che non ha mai destato fiducia tra la popolazione ceca. Inoltre, si tratta di una etnia spesso etichettata come decisamente poco incline al lavoro e nettamente coinvolta in piccoli furti e reati minori.
Nella storia moderna, quando fu promulgata la legge sugli “Zingari nomadi” la persecuzione dei Rom ebbe inizio, era l’anno 1927. Durante il corso della seconda guerra mondiale, l’impero nazista si scagliò contro l’etnia Rom costringendoli a lavorare nei campi di lavoro, successivamente sostituiti dai campi di concentramento di Lety u Pisku in Boemia e Hodonìn u Kunstàtu in Moravia. Al termine della guerra, rimasero circa 300 Rom di origine ceca da circa 6.500 membri nel periodo antecedente la seconda guerra mondiale.
L’integrazione dell’etnia Rom non visse mai un periodo storico decisamente florido. Nel 2011 il governo di Praga adottò una strategia di lotta contro la loro esclusione sociale. Tale strategia ebbe attuazione nel quinquennio 2011-2015. Diversi fattori negativi come il declino economico, condussero tale iniziativa al fallimento e la popolazione non creò mai i presupposti per una loro parziale integrazione.
Ad oggi, nonostante la qualità della vita nella Repubblica Ceca è, mediamente, in costante miglioramento, l’ampia fetta di popolazione di etnia Rom, sembra non aver risentito di tali benefici. La loro situazione sociale e i loro rapporti con la maggior parte degli abitanti del Paese non sembrano aver preso una giusta direzione. A Nord della Repubblica Ceca, ad esempio, è situato il ghetto rom di Ustì nad Laben che si trova margini della città. Il ghetto è colmo di rifiuti e case distrutte. I bambini giocano in mezzo alla spazzatura dopo aver frequentato le poche ore scolastiche in un sistema in cui i bambini rom sono segregati in classi, edifici e scuole separati per soli rom e perfino inseriti in scuole per alunni con ridotte possibilità di apprendimento. Da quell’incrocio di povere strade, ai margini della città, non entra e non esce nessuno.
Nonostante l’influenza nazista abbia visto il suo tramonto, nel 2016 esistono ancora i ghetti nel cuore dell’Europa. La nazione ceca nutre una certa vergogna per le uccisioni avvenute durante la seconda guerra mondiale nei confronti dell’etnia Rom. Recentemente, la portavoce del ministero degli Esteri di Praga che ha trattato la questione con il ministero delle Finanze tedesco, ha annunciato che i rom cechi sopravvissuti all’Olocausto riceveranno un indennizzo pari a 2.500 euro. (simone santarelli\aise) 

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