GIACOBBE (PD): UNIRE LE FORZE PER FARSI SENTIRE

ROMA\ aise\ - “Carissimi, torno a scrivervi dopo la pausa natalizia; alcuni aggiornamenti e riflessioni su quanto succede in Parlamento. Siamo stati costretti ad approvare una manovra di Bilancio che non abbiamo né visto né letto né abbiamo avuto possibilità di emendare per potere portare le nostre istanze al Governo. Bisogna unire le forze per andare oltre una manovra che è regressiva e cercare di difendere la rappresentanza degli italiani all'estero e della circoscrizione”. Così scrive Francesco Giacobbe, senatore del Pd eletto in Australia, nella prima newsletter del nuovo anno indirizzata ai suoi elettori. Nel messaggio, Giacobbe commenta la legge di bilancio, quota 100 e reddito di cittadinanza, non risparmiando ampie critiche al Governo, e ripercorre gli appuntamenti con le collettività e le comunità d’affari che lo hanno coinvolto in questi ultimi mesi. Di seguito la versione integrale della newsletter.
“La legge di bilancio per il 2019 e per il prossimo triennio, dopo il finto passaggio alle Camere è stata approvata con la pesante ipoteca della fiducia che ha reso vano qualsiasi tentativo di miglioramento. Parlo del tentativo di aumentare le risorse per i capitoli di spesa per gli italiani nel Mondo e dei miei emendamenti presentati alla manovra ma purtroppo ignorati.
Voglio subito sottolineare che ad oggi i contributi per i corsi di lingua e cultura fanno parte di quegli stanziamenti strutturali che dureranno fino al 2020 approvati con la legge di bilancio del 2018. Ma la manovra del 2019 segnala una drammatica emergenza finanziaria, e cioè che dal 2021 le risorse saranno tagliate drasticamente. Ribadisco la grave preoccupazione per il baratro che si aprirà nelle risorse destinate al sostegno del sistema della lingua e della cultura italiane all’estero. Sarebbe una regressione insostenibile e un colpo pesantissimo alla promozione integrata del Sistema Italia nel mondo.
Sto cercando di fare tutto il possibile per far sentire la voce e le esigenze degli italiani all’estero. Mi riferisco al milione di euro tolto ai Comites per i loro progetti, ai circa 400.000 euro tolti al CGIE, costretto ora a rivedere le sue molteplici iniziative, all’eliminazione del milione di euro aggiuntivo per la stampa in italiano all’estero, frutto di emendamenti approvati negli ultimi due anni.
In una manovra largamente attraversata da questioni assistenziali e previdenziali, inoltre, non si dice una sola parola sul destino degli italiani all’estero in questo settore.
Nel frattempo, la stessa maggioranza sta procedendo parallelamente alla riduzione del numero degli eletti nella circoscrizione Estero, che diventerebbero un’espressione puramente simbolica della presenza di oltre cinque milioni di cittadini sparsi nel mondo.
Per noi è il momento di unire le forze e di farsi sentire, al di là delle differenze partitiche e di schieramento, nella convinzione che quello che riusciremo a fare per gli italiani all’estero servirà anche ad aiutare l'Italia nel difficile momento che esso attraversa.
In questi giorni avete ricevuto in una mia precedente newsletter la petizione lanciata autonomamente da alcune decine di persone – docenti universitari, scrittori, giornalisti, imprenditori, sindacalisti, esperti di emigrazione, ecc. – una petizione che chiede indistintamente a tutte le forze parlamentari di riequilibrare la rappresentanza dei cittadini italiani all’estero e, in ogni caso, di non procedere alla sua diminuzione, com’è scritto nel progetto di riforma costituzionale. Mi auguro che riceva il maggior numero possibile di adesioni.
Il 15 gennaio in Senato ho ospitato l'incontro gli studenti della Monash University nel consueto incontro annuale. L'Università Monash è un'università pubblica australiana situata a Melbourne. Ha otto campus, di cui sei nel Victoria uno in Malesia e uno in Sud Africa ed inoltre alcune sedi in India e Italia. All'incontro hanno partecipato il professore Massimo Scialla, l'Ambasciatore d'Australia in Italia Greg French e i dirigenti delle relazioni esterne di ICE dottor Fortunato Celi Zullo e Sace, Simest dottor Salvatore Maimone.
Oggetto dell'incontro la situazione socio-economica Italiana e le prospettive di scambio tra i due Paesi. Ho indicato come l'Italia rappresenti una delle maggiori economie mondiali che ha basi economiche e di export molto solide. Le aziende italiane hanno tre caratteristiche che garantiscono l’eccellenza del Made in Italy nel mondo: prodotti e servizi di alta qualità, processi di produzione altamente innovativi e perseveranza, cioè la capacità degli italiani di trovare soluzioni innovative ai problemi di tutti i giorni ed alle sfide competitive della globalizzazione.
Ho quindi paragonato l’Italia ad una Ferrari, sinonimo di potenza, qualità e sicurezza. Però, per utilizzare il grande potenziale del motore e dell’auto, la Ferrari bisogna saperla guidare. Allo stesso modo, per utilizzare al massimo il potente motore dell’Italia rappresentato dalla capacità qualitativa ed innovativa di centinaia di migliaia di piccole e medie aziende, il Paese ha bisogno di una guida sicura ed esperta. Purtroppo, in questo momento della vita politica italiana non vedo piloti esperti e capaci. Speriamo bene nel futuro.
Continuare sulla strada degli investimenti e per l'internazionalizzazione è uno dei miei obiettivi parlamentari e spero che si possa arrivare a risultati concreti.
Un ultimo commento sull'approvazione del decreto che istituisce il reddito di cittadinanza e la possibilità di andare in pensione con la cosiddetta quota 100. Due provvedimenti di cui si parla tanto ma che non prevedono nulla per i nostri concittadini che vivono, anche temporaneamente, all’estero.
Il reddito di cittadinanza, o meglio ciò che ne resta dopo aver scoperto che non ci sono le risorse necessarie, può essere richiesto dai cittadini italiani e non, a condizione che al momento della domanda risiedano in Italia da almeno dieci anni di cui gli ultimi due in via continuativa.
Quindi, chi è all’estero e decide di rientrare in Italia non ne ha diritto!
Non solo non esistono, dunque, gli italiani all’estero, ma non esistono nemmeno i cosiddetti “nuovi emigranti”, che pure sono una delle espressioni più dirette e vistose della crisi sociale che l’Italia sta attraversando. Nel passaggio alle Camere del decreto, ancora una volta toccherà far presente che gli italiani all’estero invece esistono, hanno pari diritti e vanno tutelati come tutti gli altri cittadini italiani. Vedremo se gli altri eletti all’estero si risveglieranno dal loro torpore e saranno capaci di abbandonare il loro sterile propagandismo, mettendosi sul piano delle proposte e dell’impegno per cercare di ridare una rotta accettabile a una nave che ha preso una preoccupante deriva.
Rimango in attesa dei vostri commenti e suggerimenti per me preziosi per meglio calibrare gli interventi a sostegno delle nostre Comunità.
Intanto vi invito a visitare il mio nuovo sito internet all'indirizzo www.francescogiacobbe.it”. (aise)