IL MIM BELLUNO ENTRA NELLA RETE DEI MUSEI DIGITALI

BELLUNO\ aise\ - Mim, il museo interattivo delle migrazioni di Abm, farà parte di una rete di Musei delle Dolomiti non solo fisici, ma anche digitali. Se ne è discusso a Seravella di Cesiomaggiore, nella prestigiosa sede del Museo etnografico della provincia di Belluno e del Parco nazionale Dolomiti bellunesi, a inizio giugno, dove il progetto è stato presentato.
Collaborano al progetto, assieme al museo ospitante, museo dolom.it, Invasionidigitali, Muse di Trento e Dolomiti contemporanee, con il patrocinio di Dolomiti Fondazione Unesco, Provincia di Belluno e il contributo di Fondo comuni confinanti, ma hanno aderito all’iniziativa una trentina di altri musei delle Dolomiti. Hanno aperto la giornata di lavoro Cristina Busatta, del Museo etnografico, Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco, Daniela Perco, ex direttrice del Museo etnografico e della rete dei musei della provincia. Ha introdotto l’argomento Stefania Zardini Lacedelli, la quale, con Giacomo Pompanin, ha coordinato il progetto “Musei delle Dolomiti”. Con chiarezza ed in maniera esaustiva ha illustrato tutti i passaggi che condurranno alla realizzazione concreta del progetto.
Ma in che cosa consiste? Ci sono due aspetti, da evidenziare: da un lato ci si propone di digitalizzare i contenuti dei musei, per permettere a tutti i navigatori su Internet, di poterne fruire, anche a distanza. Dall’altra, si pone l’accento sulle invasioni digitali, ovvero, sugli stessi turisti, viaggiatori, curiosi d’arte e di cultura, i quali possono divulgare quanto stanno ammirando, postando fotografie, commenti, video su piattaforme e applicazioni. In questa maniera si vuole offrire la possibilità di divulgare anche i contenuti di musei più defilati o poco accessibili, arricchendo l’offerta culturale di tutta la popolazione. Dopo la chiara esposizione della coordinatrice Lacedelli, è stata presentata l’esperienza fatta da alcuni studenti del Liceo Scientifico Galilei, di Belluno, curata da Fabiana Fazi, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, i quali hanno creato dei propri testi bilingui italiano/inglese delle opere esposte al Museo Fulcis di Belluno, ed hanno interpretato dei “tableau vivant” delle stesse opere.
Sono considerati positivi anche gli scambi tra musei, a volte molto diversi tra di loro, come la collaborazione tra il Mim e il Museo della bicicletta di Cesiomaggiore, al quale il MiM ha prestato fotografie di emigranti in bicicletta.
A seguire sono intervenuti Cristina Busatta per il Museo etnografico, Gialuca D’Incà Levis, creatore e curatore di Dolomiti contemporanee e Davide Dalpiaz, dell’area multimedia del Muse di Trento. Tutti, pur ammettendo l’importanza di questo tipo di evoluzione, hanno messo in guardia contro l’eccessivo uso di mezzi digitali, ponendo al centro le persone, in particolare i giovani. Abm, attenta a tutti i progressi in corso, sicuramente farà la sua parte, a favore della diffusione della storia dell’emigrazione e di un coinvolgimento anche delle persone che vivono lontane e non hanno, pertanto, la possibilità di visitare personalmente il Mim. (aise)