REFERENDUM/ SIRAGUSA (M5S): ECCO PERCHÉ VOTO NO

TORINO\ aise\ - Deputata 5 Stelle eletta in Europa, Elisa Siragusa ha confermato in un’intervista a “La Stampa” di Torino che, contrariamente alle indicazioni del “partito”, voterà “no” al referendum costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari. Nell’intervista rilasciata a Federico Capurso, e ripresa da diversi quotidiani nazionali, Siragusa spiega perché ha cambiato idea sulle ragioni della riforma che gli italiani, dentro e fuori i confini, voteranno il 20 e 21 settembre prossimi, dicendosi infine “delusa” dal Movimento che, lascia intendere, potrebbe anche abbandonare.
Esporsi a sostegno del “no” ha reso la parlamentare bersaglio di non poche contestazioni: “sapevo che avrei avuto solo “da perdere” e avrei avuto molte contestazioni. So benissimo che questa riforma riscuote un forte sostegno tra la gente, alimentata da anni di antipolitica”, scrive oggi sulla sua pagina facebook. Prima di spiegare che “non è semplice esporsi per il NO. Ma ci sono anche tantissimi cittadini che stanno lottando per salvare la nostra costituzione. Meno cittadini dentro i palazzi non è una buona notizia per la democrazia. Le ragioni del si sono deboli, inconsistenti, alimentate solo dall’odio sociale verso una classe politica che effettivamente negli anni non ha dato il meglio di se. Ma questo deve spingerci a migliorare la classe politica, non ad eliminare i rappresentanti del popolo”.
Concetti che Siragusa ha ribadito nell’intervista a “La Stampa”, che riportiamodi seguito nella versione integrale.
“Elisa Siragusa, eletta nella circoscrizione Estero, è la prima deputata del M5S a dirsi pubblicamente “contraria al taglio dei parlamentari”. Una scelta controcorrente, ma “altri colleghi mi hanno scritto per attestarmi la loro stima; altri per dirmi che la pensano come me, anche se non si esporranno”.
D. Eppure, Siragusa, lei ha sempre votato a favore in Aula. Per quale motivo?
R. Perché nel Movimento devi votare come viene deciso dal partito. Il dissenso viene visto come un tradimento.
D. Ma lei, così, è finita comunque in aperto dissenso.
R. I dubbi su questa riforma sono cresciuti votazione dopo votazione. Arrivati alla quarta lettura, con anche il Pd che votava a favore, ho pensato fosse giusto andare avanti e dare la parola finale ai cittadini. Infatti ho firmato per chiedere il referendum.
D. Quali criticità vede?
R. Non sono contraria a una riduzione del numero dei parlamentari, ma così si riduce solo la rappresentatività e i parlamentari saranno più controllabili dal partito. Ci sono anche delle questioni tecniche, dove sono stati fatti errori marchiani.
D. Ad esempio?
R. Con una norma “ad hoc”, il Trentino eleggerà più parlamentari di altre regioni, nonostante abbia un numero di abitanti inferiore. Non si capisce perché, con un milione di abitanti, debba avere 6 senatori, gli stessi della Calabria che però di abitanti ne ha il doppio. Un problema che si ripete nella circoscrizione Estero, dove la ripartizione europea, con due milioni di elettori, nominerà 1 senatore, stesso numero di eletti di un’altra ripartizione (Africa-Asia-Oceania-Antartide) con solo 200 mila elettori.
D. Questa contrarietà anticipa una sua uscita dal Movimento?
R. Non so cosa farò. Il sogno di Beppe Grillo era anche il mio sogno.
D. Parla già al passato.
R. Perché i sogni svaniscono. Non posso negare di essere delusa”. (aise)