Cittadinanza ai nati negli ex territori dell'impero austro-ungarico: Borghese (Maie) chiede i dati a Farnesina e Viminale

ROMA\ aise\ - Sono passati 10 anni dalla scadenza del termine utile per presentare domanda di cittadinanza ai sensi della legge 379/2000 ma in tanti stanno ancora aspettando la conclusione dell’iter. Per questo Mario Borghese, deputato del Maie eletto in Sud America, ha presentato una interrogazione ai Ministri degli esteri e dell’interno, Di Maio e Lamorgese, per sapere quanti nati o loro discendenti già residenti nei territori appartenuti all'impero austro-ungarico hanno fatto domanda di cittadinanza italiana.
Con la legge 379/2000, ricorda Borghese nella premessa, “è stato introdotto il sistema di “Disposizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenuti all'impero austro-ungarico e ai loro discendenti”, ossia le persone di lingua e cultura italiana nate in territori previamente appartenenti all'impero Austro-Ungarico ed emigrate tra il 25 dicembre 1867 (costituzione dell'Impero) e il 16 luglio 1920 (entrata in vigore del Trattato di Saint Germaine) e i loro discendenti; nello specifico, la legge n. 379 del 2000: si rivolge a cittadini nati e residenti nei territori dei comuni delle attuali province di Trento, Bolzano, Trieste, Gorizia, alcuni Comuni della provincia di Udine e Belluno e gli ex territori italiani delle province di Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Zara”.
La legge, continua il deputato, “riconosce la possibilità dell'ottenimento della cittadinanza italiana anche ai discendenti delle persone nate e/o residenti in detti territori, con il termine ultimo del 19 dicembre 2010 per l'accoglimento delle domande degli interessati; oltre questa data, non è più stata offerta la possibilità ai discendenti di quegli emigrati di richiedere riconoscimento della cittadinanza italiana”;
“Gli aventi diritto alla cittadinanza italiani ai sensi della legge n. 379 del 2000, e che hanno presentato domanda di cittadinanza nei termini, oltre alla “normale” documentazione che dimostra la discendenza dall'emigrante, - annota Borghese – hanno presentato ulteriore documentazione attestante l'appartenenza dell'emigrante al gruppo etnico-linguistico italiano (generalmente certificazioni rilasciate da riconosciuti associazioni/circoli degli italiani residenti all'estero di appartenenza a quella particolare comunità, certificati di corsi di lingua italiana e altro); ai sensi della suddetta legge n. 379, tutta la documentazione a corredo della richiesta di cittadinanza, avrebbe dovuto essere analizzata da un'apposita commissione interministeriale istituita con decreto del Ministro dell'interno del 2 marzo 2001 e composta da rappresentanti del Ministero dell'interno, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della giustizia, dell'università degli studi di Roma La Sapienza; tale commissione interministeriale, dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti di legge, avrebbe dovuto formulare un proprio parere, da trasmettere ai consolati e ai comuni d'Italia per l'espletamento delle iscrizioni di loro competenza”.
“A distanza di più di 10 anni dalla scadenza del termine ultimo per la presentazione delle domande di cittadinanza ai sensi della legge n. 379/ del 2000, la maggior parte dei richiedenti sta ancora aspettando il completamento del processo”, denuncia Borghese secondo cui “alla richiesta di informazioni da parte degli interessati, i consolati rispondono di aver inviato regolarmente tutte le istanze alla commissione interministeriale e di essere in attesa di una risposta”.
Il deputato, quindi, chiede ai due ministri “se siano a conoscenza dei fatti di cui in premessa e intendano fornire chiarimenti su come la commissione interministeriale stia portando avanti il suo lavoro e sul tempo stimato necessario per completare l'analisi di tutte le richieste presentate”.
A Di Maio, in particolare, Borghese chiede di sapere “se intenda comunicare il numero di tutte le domande di cittadinanza ai sensi della legge n. 379 del 2000 ricevute dai consolati e il numero di quelle inviate alla commissione interministeriale”, mentre a Lamorgese il parlamentare domanda di “rendere noto il numero di richieste ricevute dalla commissione interministeriale, il numero di domande respinte, il numero di procedure risolte favorevolmente e il numero di procedure ancora in attesa di risoluzione”. (aise)