Plenaria Cgie/ Informazione e cultura: il lavoro delle commissioni tematiche
ROMA\ aise\ - Spazio all’informazione e alla promozione della lingua e cultura italiane all’estero alla assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero iniziata questa mattina a Roma.
Coordinati dal segretario generale Michele Schiavone, alla presenza del Direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina Luigi Vignali, i lavori sono proseguiti con i primi interventi dei presidenti delle commissioni tematiche: lungo e dettagliato quello di Giangi Cretti, a capo della Commissione Informazione; contingentato dai tempi stretti quello, in videocollegamento, di Fernando Marzo, presidente della Commissione Lingua e Cultura.
La Commissione informazione, ha riportato Cretti, ha incontrato rappresentanti del Dipartimento Informazione ed Editoria (Die) della Presidenza del consiglio – il Capo dipartimento Sepe, la funzionaria Palamara e Sforza, della segreteria tecnica del sottosegretario Moles.
Un incontro “interessante”, durante il quale il Die ha presentato uno “studio comparativo svolto in Europa per verificare l’uso dei contributi pubblici all’editoria”. Dall’indagine, presto online, “è emerso che in questi Paesi il sostegno pubblico non solo è presente, ma è fortemente sostenuto nelle democrazie europee”. E questo, ha annotato Cretti, “succede tre anni dopo l’incontro che abbiamo avuto in plenaria nel novembre 2018 con l’allora sottosegretario Crimi, che aveva l’obiettivo di cancellare il sostegno pubblico all’editoria. Tre anni dopo si conferma l’esatto contrario”.
Ricordato che la nuova legge sull’editoria ha eliminato la Commissione per i contributi alla stampa italiana all’estero, Cretti ha spiegato che il Die – riconoscendone l’utilità – si è detto disponibile a consultazioni informali, nell’attesa che “la politica faccia la sua parte”.
Quanto ai contributi, l’anno scorso sono stati erogati quelli relativi al 2019 per la prima volta con la nuova legge: “quest’anno le criticità sono diminuite ma ne permangono alcune, la maggior parte da imputare agli editori, ma una parte dovute ai limiti delle sedi diplomatico-consolari che, non conoscendo le norme, non sono in grado di ricostruire come presentare la documentazione. Certo, sono eccezioni che però penalizzano le testate edite all’estero che attraverso la rete mandano la documentazione al Die”.
I contributi del 2020, ha informato Cretti, saranno liquidati entro la fine dell’anno alle testate edite in Italia e diffuse all’estero e all’inizio del 2022 per le testate edite e diffuse all’estero, questo perché “ci sono ancora istruttorie aperte, che riguardano ritardi nelle risposte dei consolati”.
Passando al Fondo straordinario per l’editoria - 230 milioni, 90 per il 2022, 140 per 2023 principalmente destinato a “cercare di fornire formazione agli operatorie dei media, tenuto conto di come è cambiato il business editoria” – sarà difficile che possano accedervi anche le testate edite all’estero.
Citata la sfida della digitalizzazione e i rischi collegati alla “fascinazione dei social media”, Cretti è tornato a criticare la campagna di comunicazione per le elezioni dei Comites: “abbiamo visto proposte che prevedevano la cessione di dati personali di cittadini italiani all’estero ad un privato, e il Cgie dovrebbe ricordarselo, ma anche contenuti della campagna di qualità non adeguata”. Per Cretti è stato un “errore mastodontico inviare testi per comunicare le elezioni quasi si volessero accreditare i Comites come delle “super associazioni””.
Critico anche sul nuovo sito del Cgie, Cretti e la commissione informazione hanno chiesto al Comitato di presidenza “di renderlo graficamente e funzionalmente attraente e capace di intercettare l’attenzione, attraverso contenuti qualità e aggiornati, perché al momento sembra un essere sito statico per addetti ai lavori. C’è bisogno di una “valutazione seria su quale staff o quale ufficio stampa sia in grado di svolgere questo lavoro”.
Rilevato come “la stampa italiana all’estero sia stata ignorata nel dibattito agli Stati generali sulla lingua italiana all’estero”, Cretti ha dedicato il suo ultimo appunto al progetto sul Turismo delle radici che potrebbe essere veicolato anche attraverso la stampa italiana all’estero.
Più conciso, suo malgrado, Fernando Marzo che ha riferito ai colleghi la sintesi dell’incontro della commissione Lingua e Cultura con la Dg Cecilia Piccioni (Sistema paese).
Ricordato che la Commissione, durante l’anno, ha svolto un “percorso di audizioni con gli operatori del settore in tutto il mondo”, Marzo ha sostenuto che “l’introduzione della Circolare 3 ha causato incongruenze e ritardi”. Per questo la commissione ha chiesto e ottenuto un “confronto costruttivo con la Dg Piccioni per arrivare ad una soluzione”.
Le audizioni hanno coinvolto “tutte le aree, soprattutto gli enti gestori che spesso sono dimenticati e sottovalutati”. Alla fine, è stato redatto un elenco di problemi e suggerimenti, consegnato a Piccioni che – ha riferito Marzo – ha assicurato che “ne terrà conto”.
La Farnesina deve “tener conto delle difficoltà del settore ed essere in grado di interpretare le istanze dei diversi attori, risolvendo, possibilmente a breve termine, le criticità, tenendo conto delle differenze delle diverse aree geografiche”, ma anche “dei cambiamenti in atto circa la richiesta di lingua e cultura, anche rapportandosi alle nuove mobilità”.
Diverse le problematiche emerse, anche a causa del covid: “la tempistica per le domande dei contributi, le difficoltà a coprire la quota “risorse proprie”, il calcolo delle spese amministrative ammesse a contributo, le nuove logiche di management, la tempistica di erogazione dei contributi. Ad oggi – ha citato a mo’ di esempio Marzo – è stato fatto solo il primo versamento, che era atteso all’inizio dell’anno scolastico”.
“Occorre rispetto delle leggi locali e serve flessibilità, oltre che tempi certi per il via libera ai progetti”, senza dimenticare “le difficoltà dei docenti all’estero”, che comunque sono pochi.
La Commissione, ha concluso, “auspica un clima collaborazione, ma soprattutto di concertazione. E che si riesca a mettere in sicurezza i contributi per il settore, assicurando almeno quanto stanziato negli anni precedenti”.
Finita la prima parte dei lavori, la parola è tornata al Dg Vignali, che ha replicato a quanto emerso dagli interventi dei vice segretari d’area, dei parlamentari e dei presidenti delle tematiche.
“Assistiamo ad un forte cambiamento demografico che mette in difficoltà gli strumenti di cui disponiamo, vale per i servizi consolari così come per le elezioni”, ha osservato il Dg. “Questi strumenti non bastano più, ecco perché propongo un cambiamento forte, non solo di risorse, servono innovazioni, progetti e idee nuove, e poi, certo, investirci su. Questo – ha assicurato – non significa che non prendiamo nota dei problemi sulle pensioni in Venezuela o degli appelli per i servizi consolari: la rete sta facendo il massimo, ma serve un cambio di paradigma”.
Anche alle elezioni dei Comites, ha aggiunto Vignali, “la rete ha fatto il massimo. Fast it non ha funzionato al 100%, però il 20% delle opzioni è stato presentato con il portale; abbiamo fatto tre invii massicci di email e iniziato la campagna informativa già a marzo, utilizzando i social per la prima volta. Effettivamente, come ha detto Ricci, il processo di allontanamento è iniziato già prima”.
“Non sono d’accordo con Cretti: credo che oltre alla quantità ci sia stata anche qualità” nella campagna informativa. “Sono pronto a recepire rilievi specifici, non svolti in termini fumosi e indeterminati”.
“Lo sforzo valeva la pena? Per me sì", ha detto Vignali rispondendo al quesito lanciato da Schiavone. "Abbiamo nuovi Comites, adesso dobbiamo farli funzionare, sostenerli, con progetti e iniziative dinamiche, lo farà l’amministrazione e sono certo che lo farà anche il Cgie”.
Quanto ai ricorsi “su 120 Comites, i ricorsi sono 5/6, non sono molti. Non tutto ha funzionato come doveva, ma le situazioni spiacevoli sono state poche”, ha ribadito. “Ho preso nota delle criticità sulle pensioni in Venezuela e sulla mancanza di conoscenza delle norme sull’editoria”.
Quanto alla “Carta di Roma” che verrà presentata dal Cgie a fine plenaria, Vignali ha sostenuto che “possa essere il documento conclusivo di questa plenaria importante che celebra i 30 anni, ma chiediamo che venga condivisa con la Farnesina in anticipo, anche perché il Presidente del Cgie è il Ministro, e nessun testo viene approvato se lui non ne è a conoscenza”.
Un appunto, quest’ultimo, che non è sfuggito a Schiavone che, ribadendo gratitudine e stima per il lavoro della Dgit, ha ricordato che “il rapporto con il nostro presidente è stato raro. Io non l’ho mai incontrato dal vivo. Ci ha aiutato, ha firmato provvedimenti, è intervenuto presso la Presidenza del consiglio, ma nelle relazioni umane c’è anche l’aspetto dell’incontro che non va sottovalutato, è anche - ha concluso - una forma di rispetto”. (m.c.\aise)