“Un urlo ci salverà”

DORTMUND\ aise\ - “Un urlo ci salverà. 10 storie da urlo di italiane in Germania” è il nuovo progetto del Comites di Dortmund, lanciato alla vigilia della Giornata Internazionale delle Donne.
Come spiega la presidente del Comites, Marilena Rossi, l’iniziativa “nasce dalla volontà di raccontare le donne e le loro storie da urlo in questo anno di pandemia. Dieci donne italiane che vivono in Germania e che attraverso le loro esperienze ci hanno regalato un pezzo di sé nel quale tutte possiamo ritrovarci”.
Il progetto, grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - DGIEPM, è diventato un libro che si può ordinare on line all’indirizzo http://unurlo.comites-dortmund.de.
“Con questa pubblicazione”, continua Rossi, “il Comitato degli Italiani all’Estero della circoscrizione consolare di Dortmund, oltre a dare una fotografia della situazione in cui ci troviamo, vuole scongiurare, in vista di nuove potenziali stagioni di incertezze, un altro aggravarsi della disparità di genere”. L’intento è anche quello, in un periodo storico qual è quello attuale, di accendere “l’attenzione su un tema sensibile per l’esistenza umana: la sostenibilità in tutte le sue manifestazioni più concrete, non solo ambientale, ma anche sociale e culturale. Inscindibili e necessarie”.
Ognuna delle dieci donne coinvolte nel progetto, riferisce ancora Rossi, “si è donata con grande generosità, non solo chi si è raccontata, ma anche chi ha raccontato, come le ideatrici, le autrici di testi e di ritratti, tutta una squadra al femminile che ha collaborato per realizzare questo prezioso archivio umano. Abbiamo voluto anche una psicologa al nostro fianco per tracciare, con profondità e competenza, un percorso che ci dica dove siamo e dove possiamo o, meglio, vogliamo andare. In appendice al libro si trova, infatti, una dispensa scritta dalla dottoressa Erica Villafranca sullo stato dell’arte in Italia e nel mondo riguardo alle donne e la pandemia”.
“Ci auguriamo che questo libro diventi uno strumento di cura e prevenzione, motivazione e confronto per le donne in emigrazione”, conclude la presidente Rossi, “che faccia capire loro l’importanza di individuare la propria voce e di saperla trasformare in un “urlo” potente che possa andare lontano per farsi sentire, ma soprattutto ascoltare, donando loro benessere anche sociale, di cui c’è tanto bisogno”. (aise)