Un messaggio di speranza per Calabria, Italia, Ue e mondo: a Vibo Valentia la presentazione del libro di Butticé

BRUXELLES\ aise\ - Si è svolta nei giorni scorsi la presentazione di “Io, l’Italia e l’Europa - Pensieri in libertà di un patriota italiano europeo”, il nuovo libro del Generale della Guardia di Finanza, ora in congedo, Alessandro Butticé. Tra i partecipanti al panel di presentazione, vi era anche il giovanissimo Domenico Giovanni Rotiroti, di soli 16 anni, allievo della IV A del Liceo Scientifico Giuseppe Berto di Vibo Valentia.
In una sua nota, Le Colibrì Editrice, informa che l’Autore, che ha deciso di devolvere tutti i suoi diritti derivanti dalla vendita del libro all’Operazione Mato Grosso ed allo Sportello Anti-Stalking del Codacons, tra i diversi commenti ricevuti al suo libro, quella che ha preferito, e che più lo ha “gratificato ed incoraggiato nel suo impegno di volontariato istituzionale, anche a mezzo del giornalismo” sono quelli fatti, durante la pubblica presentazione, dal giovane Domenico Giovanni Rotiroti.
“Lascio ai miei e suoi lettori giudicare se il mio giudizio sia di parte e non, invece, motivato da un segno di speranza verso una generazione cui è affidato il futuro delle mie due patrie, l’Italia e l’Europa”, ha dichiarato il Generale Butticé. Prima di aggiungere che “questa presentazione, da parte di un giovane ragazzo di soli 16 anni, è forse anche una lezione alla mia generazione, che rischia di lasciare ai propri figli e nipoti un mondo peggiore di quello che ci hanno consegnato i nostri padri e nonni”.
Di seguito il testo della presentazione del libro, da parte del giovane Domenico Rotiroti, fatta il 17 ottobre di fronte ad una folta ed attenta platea, a Vibo Valentia, nel prestigioso palazzo dell’ex collegio dei Gesuiti.
“Io, l’Italia e l’Europa”
“Il libro colpisce principalmente per il concetto d’identità, che è necessario per acquisire piena consapevolezza della parola “patria”, intesa come “terra dei padri”. Il libro vuole essere, dunque, un invito per noi giovani a superare quei caratteri, che troppo spesso tendono ad evidenziarci come un popolo di soli cialtroni e ad essere credibili e affidabili non solo agli occhi dell’Europa, ma anche del mondo. Per noi giovani è importante essere consapevoli del nutrimento che dobbiamo trarre dall’Europa e del nostro contributo per il mondo. Attraverso il suo esempio si può comprendere che mettersi al servizio dello Stato non vuol dire ricoprire una condizione servile, insegandoci anche a mantenere il giusto rigore morale davanti alle leggi ingiuste, perché non sempre un uomo di legge è un uomo giusto. Altro tema che merita attenzione è il rapporto uomo-legge. L’idea per cui esistano diritti che appartengano all’uomo per natura, prima ancora che nascano lo Stato e le leggi, è tipica del pensiero Giusnaturalista, che affonda le sue radici nell’Antica Grecia. E così, per la prima volta, viene analizzato il rapporto conflittuale che intercorre fra le leggi poste dallo Stato e le norme morali, proprie dell’animo umano. Tale dibattito trova massima espressione nell’”Antigone” di Sofocle. Nella tragedia, Antigone decide di disobbedire all’editto di Creonte per obbedire alla propria coscienza che le impone di dare sepoltura al fratello a dimostrazione che l’editto del re non può prevalere sulle cosiddette “agrapta nomina”, le leggi non scritte che vivono in eterno. Da questa analisi è possibile comprendere che è la legge che deve essere fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge. Di conseguenza l’essere cittadino trova pieno compimento nel lottare per il rispetto di tutti. In tutto il mondo, oggi, si assiste alla crisi della democrazia con tutti i suoi valori. L’U.E. accetta solo i Paesi in cui si tutela ogni principio democratico. La Turchia non è mai riuscita a diventare stato membro dell’Unione Europea, perché il governo turco non ha come obiettivo il raggiungimento dell’ideale di democrazia liberale che vige in occidente, in quanto il presidente Erdogan adotta una politica autoritaria, concentrando nelle sue mani sempre più poteri. Troppi giovani di oggi considerano l’Europa come un qualcosa di distante, quando invece essa fa di tutto per coinvolgerli.
Ne è prova la partnership con l’Unicef nel 2020, “Europe kids want”. I ragazzi e i bambini sono stati chiamati a votare una serie di sondaggi. I bambini hanno messo in evidenza problematiche come il bullismo e le situazioni familiari complicate. Invece, il 53% dei giovani risulta essere preoccupato di non trovare lavoro in un futuro prossimo, soprattutto in Italia, in Serbia, in Spagna ed in Irlanda. Il 74% dei giovani votanti ha denunciato una falla nel sistema scolastico, affermando che la scuola non li sta preparando a dovere per affrontare le prossime fasi della vita. Questi sono i sintomi dei mali che attanagliano il mondo degli adolescenti del XXI secolo: povertà educativa e dispersione scolastica. Dopo l’emergenza Covid, nella nostra regione si è registrato un incremento del tasso di dispersione scolastica fino al 25,8% . I giovani non sono però del tutto abbandonati a loro stessi. Ad esempio il progetto “Terra”, a cui io stesso ho preso più volte parte, cerca di stimolare nei giovani un senso di cittadinanza attiva e l’empowerment delle giovani menti. Anche nella mia scuola si promuove la cittadinanza attiva. Si è appena conclusa la settimana in cui si celebra il gemellaggio fra le scuole europee attraverso il progetto “Erasmus Days”, che ha come priorità l’inclusione e la tutela della diversità, la trasformazione digitale, la lotta al cambiamento climatico e la partecipazione alla vita democratica. Da questo punto di vista la scuola deve essere intesa come una vera e propria officina, perché come mi ripete spesso la mia docente di storia e filosofia, la professoressa Eleonora Cannatelli, “la scuola non è avulsa dalla vita, ma è la vita che diventa consapevole di se stessa. Ritornando al libro, un altro tema che mi ha colpito è l’interpretazione del “dono” come forma di libertà, pensiero che accomuna le figure di San Francesco d’Assisi, Einstein e lo scrittore Terziani, per i quali il valore di una persona si misura su ciò che è capace di dare. Come afferma anche l’Autore a pagina 19, in italiano c’è una parola molto più calzante di felice ed è “contento”.
L’essere contenti si basa sull’accettare la propria condizione e quella altrui. Oggi viviamo in una società in cui il capitalismo imperante tende a costruire desideri e per soddisfarli si diventa consumatori. Se, invece, ci soffermassimo ad osservare e ad analizzare la società, noteremmo quanta sofferenza è presente in essa e di conseguenza capiremmo che la nostra felicità non può essere piena se si lascia qualcun altro infelice.
A proposito delle guerre in atto voglio esprimere piena solidarietà verso coloro che vivono di persona il dolore della catastrofe, ribadendo che con l’articolo 11 della nostra Costituzione l’Italia ripudia la guerra, limitando la sovranità per il raggiungimento della pace. Penso che la lettura del libro dovrebbe essere promossa in tutte le scuole per dare esemplari modelli di comportamento ai cittadini del futuro, permettendo loro di comprendere che spesso “con un’opera silenziosa si vivono valori fondamentali per la vita”.
A tal proposito è doveroso citare l’Operazione Mato-Grosso, alla quale ha deciso di devolvere tutto il denaro ricavato dalle vendite del libro, e alcune figure cardine come padre Ugo De Censi, il vescovo Giorgio Barbetta, Don Armando Zappa, il quale dopo la morte di padre Ugo ha fondato un centro di accoglienza per i più poveri fra i poveri. Non può passare inosservata la martire dell’Operazione, Nadia de Munari che con la sua morte ha lasciato un’eredità di fatti concreti e non di sole parole. A proposito di Europa e solidarietà il 9 maggio 1950 il ministro degli esteri francese Schuman pronunciò lo storico “discorso dell’orologio” per celebrare la nascita della CECA, affermando:” L’Europa non si farà una volta sola, ma sulla base di realizzazioni concrete che dovranno creare una solidarietà di fatto”.
Sta dunque a noi ragazzi ora adoperarci per abbattere gli stereotipi e i pregiudizi sulla nostra nazione. Sta a noi ragazzi lottare per far risplendere il vero valore delle città italiane, allontanandole così dalla possibile etichetta di “Pulcinellopoli”. Sta a noi giovani lottare contro ogni forma di corruzione per garantire una maggiore integrità morale e rendere onore agli eroi che si sono immolati e che s’immolano per il nostro paese. Dipende da noi la possibilità di essere riconosciuti dall’U.E. come validi membri e di autodefinirci orgogliosamente, come fa l’Autore, “figli del Mediterraneo””.
Prossime presentazioni del libro
Due presentazioni del libro sono in programma la prossima settimana.
La prima, a Bruxelles, organizzata dal Circolo Culturale Esperia, avrà luogo nella sala riunioni di “Io Sono”, Rue du Trône 62, alle ore 18.00 di mercoledì 8 novembre (per partecipare, scrivere a : circoloesperia@gmail.com), con la partecipazione, sotto la moderazione di Antonio Cenini, Presidente del Circolo Esperia, dell’Europarlamentare Salvatore De Meo, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo, del Direttore Generale del Servizio Giuridico della Commissione Europea, Daniel Calleja, e dell’ex corrispondente da Bruxelles del Sole 24Ore, Enrico Brivio.
La seconda, a Roma, avrà luogo presso l’Associazione Stampa Romana, in via della Torrettan 36, alle ore 15.00 di venerdì 10 novembre (per partecipare, scrivere a: lorenzo.pisoni@adm.gov.it), con la partecipazione dei giornalisti Franco Bucarelli, Paolo Di Giannantonio e Paola Pacifici, oltre quella del Vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Roberto Rossi, e di Cristina Adducci e Mario Adua, rispettivamente, per l’Operazione Mato Grosso e lo Sportello Anti Stalking del Codacons. I lavori, dopo i saluti di Antonio Ranalli, Presidente della Consulta Uffici Stampa dell’Associazione Stampa Romana e di Tiziana Di Dimone, autrice e conduttrice di Caffè Europa di Radiouno Rai, saranno moderati da Lorenzo Pisoni, dell’Associazione Stampa Romana. (aise)