Enjoy European Quality Food: la certificazione che accomuna i prodotti italiani e spagnoli

MADRID\ aise\- Il progetto dell’Unione Europea per la promozione e la valorizzazione dei prodotti di qualità certificata, Enjoy European Quality Food (EEQF), dal 2019 divulga la ricchezza dei prodotti italiani con DOP, IGP ed ETG attraverso diverse iniziative, tra cui conferenze stampa, tavole rotonde, degustazioni, press tour e altri eventi in Italia, Germania, Regno Unito (solo nel 2019, prima del Brexit), Polonia e Spagna.
Proprio nel Paese iberico si è tenuta ieri, 18 gennaio, una nuova tavola rotonda per promuovere la qualità e la tradizione di prodotti come vino, olio e formaggi a Denominazione di Origine, Indicazione Geografica e Specialità Tradizionale Garantita del Paese dello Stivale. Ne dà notizia la Camera di Commercio Italiana in Spagna, sottolineando che si tratta di prodotti che sono sempre più presenti nella gastronomia spagnola, forti della loro autenticità e del fatto di costituire una parte fondamentale della Dieta Mediterranea condivisa tra i due Paesi.
Giovanni Guarneri, leader del progetto EEQF e presidente del Consorzio di Tutela del Provolone Valpadana, ha partecipato all'incontro tra esperti presso la prestigiosa sede dell'Ateneo di Madrid, moderato dal giornalista Alberto Luchini. Tra i presenti Rogelio Enríquez, presidente dell'Accademia di Gastronomia di Madrid; Juan José Burgos, presidente di Slow Food Madrid; e Paolo Casagrande, head chef del ristorante Lasarte (Barcellona), con 3 stelle Michelin, e direttore gastronomico di Orobianco (Calpe), con 1 stella. Casagrande è stato anche l’autore del menù di degustazione servito presso La Cantina del Ateneo e basato su ricette italiane con ingredienti come mozzarella STG, Olio d'oliva Toscano IGP, Provolone Valpadana DOP o Moscato d'Asti DOCG.
In questa occasione, riporta la CCIS, il tema centrale è stato “Certificazione, qualità e tradizione: un'identità comune tra Italia e Spagna”, dal momento che entrambi i Paesi condividono una forte tradizione enogastronomica che fa della qualità dei loro prodotti il loro punto di forza.
Italia e Spagna, infatti, rappresentano oltre il 35% dei prodotti agroalimentari di qualità certificata dell'Unione Europea. Nello specifico 1.214, di cui 855 con etichetta italiana e 359 con etichetta spagnola. Nel corso dell'incontro, lo chef Paolo Casagrande ha affermato di considerarsi particolarmente fortunato di "svolgere il proprio lavoro nei Paesi del Mediterraneo" ed ha sottolineato l'importanza "di sapere chi c'è dietro al prodotto, come è stato elaborato", assumendosi, in qualità di chef, la responsabilità di fungere da “filtro tra il prodotto e il cliente”.
Giovanni Guarneri ha spiegato che “la Denominazione d'Origine soddisfa i tre tipi di sostenibilità: economica, sociale e ambientale” e che “tutela anche i territori”; inoltre apporta ricchezza, perché “quando una persona decide di viaggiare, lo fa per scoprire la cultura e la storia del territorio, ma anche le sue abitudini alimentari”. Rogelio Enríquez ha sottolineato proprio a questo proposito che “la gastronomia è la seconda ragione che spinge il turismo”. Da qui l’importanza di tutelare e di valorizzare “i prodotti di entrambi i Paesi, poiché fanno parte delle nostre culture”. Le diverse denominazioni di origine che sono rappresentate dai prodotti EEQF sono senza dubbio una garanzia e "il consumatore deve sapere quando un prodotto è di qualità", ha affermato il presidente dell'Accademia di Gastronomia di Madrid.
Si è parlato anche delle certificazioni come modello di sviluppo rurale sostenibile basato sui territori e sulla qualità, sulla loro capacità di conferire maggior valore alle materie prime, nonché dell'uso di prodotti italiani certificati nella cucina spagnola, che deve essere considerato come un esempio di sinergia. Inoltre, è stato evidenziato il legame che si crea con il consumatore per il fatto che i prodotti da lui consumati hanno un territorio d'origine specifico e preminente. Juan José Burgos, presidente di Slow Food Madrid, ha sottolineato l'importanza di “essere consumatori attivi, cioè coproduttori, capaci di trasmettere ciò che c'è dietro ogni certificazione” e di trasformare il marchio IGP in valore aggiunto, perché il prodotto che troviamo sul piatto “è solo la punta dell’iceberg e dovremmo concentrarci sulla sua origine, sulla sua preparazione…”.
Partecipano a questo progetto cofinanziato dall'Unione Europea, che si conclude a febbraio di quest'anno, il Consorzio per la Tutela dell'Asti DOCG, il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, il Consorzio Vino Nobile Montepulciano DOCG, il Consorzio Tutela Provolone Valpadana, l'Associazione Produttori Olivicoli Toscani -APOT- e Latteria Soligo.
L’Italia è il primo mercato al mondo per numero di denominazioni d’origine concesse dall’Unione Europea, con quattro nuovi prodotti registrati nel 2023: Sebadas di Sardegna IGP, Ciliegia di Lari IGP, Asparago Verde di Canino IGP ed Emilia Romagna DOP. (aise)