Fabio Morvilli: vi racconto la Camera di Commercio belgo-italiana – di Alessandro Butticè

BRUXELLES\ aise\ – Il “sistema Italia” nel mondo non può che partire da Bruxelles, che non è solo la capitale del Belgio, ma anche la sede delle principali Istituzioni Ue e della Nato. Lo sa bene il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, che a Bruxelles ha passato gran parte della sua carriera politica.
Chi sono le voci e i volti italiani a Bruxelles? Vogliamo provare a scoprirlo e a raccontarlo, quando ne avremo l’occasione, ai nostri lettori.
Per non dimenticare che Bruxelles è la capitale del Belgio, abbiamo voluto cominciare dalla Camera di Commercio belgo-italiana e dal suo presidente, Fabio Morvilli. In Lussemburgo dal 1982, è stato per 20 anni amministratore delegato di Telecom Italia Finance e per 10 anni presidente di Polcevera SA (2° azionista di ERG SPA in Italia). È presidente della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese e della Camera di Commercio Belgo-Italiana, presidente di Carraro Lux-Tech R&D e consigliere di Amministrazione di diverse società in vari settori: banche, fondi di investimento, immobiliare, pubblicità. È console onorario di San Marino.
D. Presidente Morvilli, come ha iniziato la sua carriera nel mondo delle camere di commercio e quali esperienze l'hanno portata al suo ruolo attuale?
R. Ho iniziato tanti anni fa quando esisteva la Camera di Commercio Italiana per il Benelux e l’allora presidente mi chiese di costituire un’antenna nel Gran Ducato del Lussemburgo. Ovviamente l’ambasciatore dell’epoca e le autorità lussemburghesi preferirono la costituzione di una Camera autonoma, piuttosto che di un’antenna e da lì iniziò la mia carriera come presidente di una Camera di Commercio bilaterale. Dopo qualche anno, mi ritrovai a ricoprire il ruolo di presidente della Camera Commercio Belgo-Italiana.
D. Qual è la missione principale della Camera di Commercio belgo-italiana e come contribuisce allo sviluppo delle relazioni economiche tra Italia e Belgio?
R. Quella di favorire lo sviluppo tra le due economie belga e italiana nella loro crescita reciproca, ivi compresa l’assistenza alle imprese nella comprensione e utilizzo dei fondi delle Istituzioni europee.
D. Quali sono le sfide più grandi che affronta nel coordinare le attività tra diverse giurisdizioni, come quella del Lussemburgo?
R. Come decano delle Camere di Commercio non ho un ruolo di coordinamento tra le varie Camere, ma piuttosto quello di consigliare e supportare i nuovi presidenti di Camere di Commercio italiane all’estero, soprattutto in Europa. Voglio qui ricordare che le camere di commercio italiane all’estero sono associazioni di imprenditori per imprenditori che possono condividere come affrontare le sfide, le interpretazioni e le esperienze nel Paese estero dal punto di vista di chi lo vive e ci fa impresa quotidianamente. Quindi l’esperienza è premiante e dev’essere trasferita.
D. Quale ruolo hanno le camere di commercio per supportare le imprese italiane a livello globale, soprattutto in un contesto economico incerto?
R. Le Camere di Commercio Italiane all’Estero, vista la loro natura di soggetto privato riconosciuto ufficialmente dallo Stato, sono abituate alle sfide e ad affrontare le criticità e i cambiamenti con soluzioni puntuali e Taylor made. Questo è infatti il ruolo delle Camere di Commercio bilaterali, aiutare le imprese a crescere parlando la stessa lingua delle imprese, la stessa lingua del Paese dove andranno le imprese e con una rapidità ed efficienza tipiche del mondo privato.
D. In che modo la tecnologia e la digitalizzazione stanno influenzando le attività e i servizi delle camere di commercio?
R. La tecnologia permea profondamente le Camere di Commercio bilaterali che per loro natura devono essere al passo con i tempi. I servizi offerti utilizzano dunque i più recenti strumenti tecnologici di AI e informatici per offrire alle imprese e varie organizzazioni soluzioni efficienti ed efficaci.
D. Quali settori economici ritiene abbiano maggiori opportunità di crescita nei rapporti tra Italia e Belgio?
R. I legami tra Belgio e Italia sono molto profondi e variegati ma direi che il Made in Italy, in tutte le sue accezioni, rimane un punto di grande forza per le esportazioni italiane. Ad oggi anche il settore della difesa sembra essere uno di quelli di maggiore crescita.
D. Qualche esempio concreto?
R. Ne potrei fare diversi: dal True Italian Taste, progetto per promuovere e valorizzare il patrimonio agroalimentare italiano combattendo l’Italian sounding, alle varie iniziative di b2b tra distretti produttivi e buyer, ai vari progetti europei scritti e vinti dalla camera, al master che permette a diversi imprenditori e professionisti di avere le competenze per poter internazionalizzare e comprendere le politiche europee.
D. Come affrontate le sfide legate alla sostenibilità e alla responsabilità sociale delle imprese?
R. Si tratta di tema molto sentito da tutto l’ecosistema Camerale, tra l’altro è stato recentemente redatto un manuale, Digital Sustainability Atlas, sul rapporto tra sostenibilità e internazionalizzazione dalla nostra associazione di rappresentanza a Roma, Assocamerestero. Nella Camera Belgo-Italiana abbiamo di recente lanciato un corso sulla CRSD proprio per formare e far comprendere questi temi e affrontiamo il tema in diversi progetti europei.
D. Quali sono priorità per il prossimo anno nella gestione della Camera Italo-Belga?
R. Rinforzare il posizionamento strategico a supporto delle imprese italiane sia sul mercato belga sia su quello degli affari europei, aumentare il numero dei soci e sviluppare due grandi servizi per i quali vi dirò qualcosa di più quando inizieranno l’attività verosimilmente verso la fine del prossimo anno.
D. Sempre guardando al futuro, quali tendenze globali ritiene influenzeranno maggiormente le camere di commercio italiane nel mondo?
R. Il ritorno al protezionismo e la fine della globalizzazione, per come la conosciamo noi, con in contemporanea lo sviluppo dell’AI offriranno alle Camere diverse sfide che definirei esistenziali. (alessandro butticè\aise)