70° dell’Accordo bilaterale Italia–Germania: grande successo a Stoccarda per l’evento del Comites

STOCCARDA\ aise\ - Grande partecipazione alla DGB Haus di Stoccarda per la celebrazione del 70° dell’Accordo bilaterale Italia–Germania del 1955, organizzata il 30 novembre scorso dal Comites Stoccarda con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Consolato Generale d’Italia a Stoccarda.
Oltre 350 persone hanno preso parte a una serata intensa, dedicata alla memoria della prima emigrazione italiana e al ruolo degli italiani nello sviluppo economico e sociale della Germania.
Ha aperto l’evento il presidente del Comites Gino Bucci, ricordando il primo treno partito da Verona nel 1955 e il significato umano dell’accordo: “valigie di cartone, occhi pieni di speranza e paura”. Bucci ha sottolineato che quella migrazione, inizialmente forzata dalla necessità, è diventata una delle più importanti storie di integrazione in Europa e ha evidenziato come gli italiani abbiano contribuito alla ricostruzione del Paese e come le loro storie siano oggi il patrimonio identitario delle comunità italiane all’estero.
Salutando i presenti, la console generale a Stoccarda, Laura Lamia, ha evidenziato la portata storica dell’accordo del 1955, definendolo un ponte di ricostruzione morale ed economica tra due Paesi usciti dalla guerra. Lamia ha ricordato che dietro i documenti e i numeri ci sono vite, famiglie, sacrifici e speranze. Quanto alla comunità italiana oggi, essa è pienamente integrata nella vita economica, sociale e culturale tedesca, rappresentando un esempio concreto di Europa unita, ha concluso la console generale.
A contestualizzare l’accordo nel più ampio fenomeno migratorio italiano del dopoguerra è intervenuto il consigliere del Cgie Tommaso Conte. Questi ha messo in luce il ruolo fondamentale dei sindacati tedeschi nel garantire diritti ai lavoratori italiani, contribuendo alla loro protezione e all’integrazione nel mondo produttivo, e ha ricordato anche le “vedove bianche”, le donne rimaste in Italia durante l’emigrazione dei mariti, invitando a non dimenticare la componente femminile del sacrificio migratorio.
Ospite della serata, il sindaco Frank Nopper ha voluto ringraziare pubblicamente la comunità italiana per il contributo determinante allo sviluppo della città. Sottolineando quanto gli italiani abbiano lasciato un’impronta indelebile a Stoccarda – nelle fabbriche automobilistiche, nei cantieri, nei servizi, nella cultura gastronomica e artistica –, Nopper ha poi detto “voi appartenete a noi. Vi vogliamo qui” e il suo messaggio è stato accolto da un forte applauso.
Deputato al Parlamento tedesco – Die Linke, l’on. Luigi Pantisano è un italiano di seconda generazione e ha portato all’incontro una testimonianza personale molto intensa. Ricordando i sacrifici dei suoi genitori e di tante famiglie che, negli anni Sessanta, lasciarono l’Italia per lavorare in Germania, spesso separandosi dai figli per anni, Pantisano ha evidenziato come la propria presenza oggi nel Parlamento tedesco rappresenti un risultato della forza e della dignità della prima generazione di emigrati.
Deputato ma al Parlamento italiano (PD) anche lo storico Toni Ricciardi, che ha ripercorso l’emigrazione come fenomeno strutturale dell’Italia moderna, ricordando il ruolo essenziale delle rimesse degli emigrati, spesso più decisive del Piano Marshall, e l’impatto trasformativo della diaspora sulle comunità italiane di origine. Ricciardi ha definito l’emigrazione “ascensore sociale” e “motore di modernità”, invitando lo Stato italiano a valorizzare molto di più il ruolo dei connazionali all’estero.
Presente anche il collega Simone Billi (Lega), come Ricciardi eletto in Europa, che ha posto l’accento sul valore del sacrificio della prima generazione, ricordando l’incontro con un emigrato a Stoccarda da più di 60 anni. Billi ha riconosciuto che il rispetto guadagnato dagli italiani in Germania è il frutto del lavoro e dell’impegno di chi è arrivato negli anni più difficili, quando emigrare era una scelta dolorosa e senza tutele.
È poi intervenuto con il suo contributo Toni Potenza di IG Metall, che ha approfondito il ruolo storico delle organizzazioni sindacali tedesche come luoghi di solidarietà e inclusione, spiegando come l’arrivo degli italiani abbia arricchito non solo la forza lavoro, ma anche la cultura sindacale, portando nuove energie, pluralismo e battaglie comuni per l’equità e i diritti.
Ha poi preso la parola il presidente di DGB Baden-Württemberg Kai Burmeister, il quale ha ricordato che l’accordo del 1955 portò nelle fabbriche persone, non semplici “forze lavoro”, e che proprio grazie alla partecipazione dei lavoratori migranti i sindacati tedeschi si sono evoluti verso una cultura più aperta, democratica e rappresentativa. Ha ribadito l’importanza della partecipazione dei migranti nelle elezioni dei consigli di fabbrica, una delle più grandi conquiste dell’integrazione tedesca.
Momento centrale della serata è stata la proiezione del documentario “La forza di partire”, realizzato e diretto da Maurizio Palese (Vivigermania). Il film raccoglie le testimonianze di dodici italiani ultraottantenni arrivati tra gli anni ’50 e ’60, creando un ponte narrativo tra la prima emigrazione e quella contemporanea. L’opera, accolta da una vera ovazione, è stata definita “un dono prezioso” per la memoria collettiva.
La premiazione dei dodici protagonisti ha rappresentato uno dei momenti più emozionanti della serata.
L’artista Neliah ha presentato in anteprima il suo brano “Il sole con me”, dedicato simbolicamente alle nuove generazioni italiane in Germania.
La serata si è infine conclusa con un rinfresco italiano, occasione di incontro e dialogo tra generazioni diverse, unite dalla stessa storia.
Un evento che non ha solo celebrato il passato, ma ha offerto una riflessione profonda sul presente e sul futuro di chi oggi sceglie di vivere in Germania. (aise)