Bocaletti (Cgie Lega): diaspore italiane e serbe a confronto

BELGRADO\ aise\ - Il consigliere CGIE di nomina governativa, Alessandro Boccaletti (in quota Lega), ha aperto, grazie al supporto organizzativo dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado, un tavolo di lavoro “comune e continuo” sulle diaspore italiana e serba. Lo ha fatto con la presidenza della Commissione per la diaspora e i serbi nella Regione presso il parlamento serbo. E all’interno ci sono il Ministro senza portafoglio addetto alla diaspora serba e la Direzione per la cooperazione con la diaspora presso il Ministero degli Esteri serbo.
Italia e Serbia, secondo quanto spiegato da Boccaletti, hanno molti punti in comune in termini di grandi emigrazioni. In Serbia, il rapporto diaspora/cittadini residenti è quasi pari a 1 (6 milioni di serbi o discendenti all’estero contro circa 7 residenti in Serbia); in Italia lo stesso rapporto è un 1.6 (circa 87 milioni tra residenti iscritti AIRE e oriundi, contro 53.5 milioni di cittadini italiani residenti in patria).
Dopo i numerosi incontri del tavolo, il consigliere ha spiegato come “le politiche e le leggi in essere nei due paesi evidenziano quanto importanti sono le nostre diaspore sia come comunità che come risorsa. Ma emigrazione non deve poi confondersi con obbligo di cittadinanza e perdita di sovranità a causa di persone che vivono lontano. La discendenza lontana deve interagire con le stesse opportunità che gli stati soggetti a diaspore storiche come l’Italia e la stessa Serbia offrono per la rappresentanza identitaria all’estero, e che deve includere sempre la conoscenza della propria lingua e la promozione di un’identità culturale”.
Due i temi principali sui quali si sta concentrando il tavolo, come riferito dal Consigliere CGIE: la cittadinanza e le politiche mirate al rimpatrio. In particolare, suggerisce Boccaletti, i programmi che favoriscono il ritorno, come i programmi “Lavoro delle Radici”, che possano promuovere più consumi, più investimenti, più lavoro, più impresa rispettivamente in Italia e Serbia.
In tema di cittadinanza, invece, si è discusso dell'atto di responsabilità da parte di un governo di affrontare sempre gli abusi sulla cittadinanza in modo severo, dato che la cittadinanza è stata definita da Boccaletti “una cosa seria”. E ovviamente “non può essere soggetta a strumentalizzazione e interessi di parte da chi si è disconnesso effettivamente ed affettivamente dal paese d’origine”.
Però, secondo il Consigliere leghista, “la porta per il rimpatrio in patria per ogni tipo di diaspora deve rimanere sempre aperta, come anche creare e facilitare opportunità di lavoro ed investimenti con il rientro nella propria terra d’origine”. (aise)