In ricordo di Michele Schiavone: la plenaria ricorda il suo segretario generale

ROMA\ aise\ - Un “lascito importante, umano e di impegno civile”, una persona “a servizio di tutti noi, fino all’ultimo minuto”. Così la segretaria generale del Cgie Maria Chiara Prodi ha ricordato Michele Schiavone, guida del Consiglio generale degli italiani all’estero, scomparso il 30 marzo scorso dopo una lunga malattia. L’omaggio all’ex segretario generale e al segretario esecutivo Marco Nobili, morto a Vancouver in gennaio, ha anticipato l’apertura ufficiale della assemblea plenaria alla Farnesina.
Alla presenza di una delegazione parlamentare composta dalla presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato, Stefania Craxi, degli eletti all’estero Giacobbe, Porta e Ricciardi (Pd), Tirelli e Borghese (Maie) del senatore Menia, il Direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali, e i consiglieri hanno condiviso i loro ricordi sottolineando tutti quanto Schiavone sia stato un interlocutore presente e attento per tutti.
Michele Schiavone “era davvero nel cuore di tutti noi”, ha detto Vignali. “Una persona perbene, un gentiluomo, un italiano che difendeva gli italiani all’estero con passione e rispetto per le idee di tutti”. Aveva “la capacità di smussare gli angoli e trovare un ragionevole compromesso per tutti. Era Determinato nei suoi obiettivi, sempre gentile e cortese, sempre alla ricerca di una collaborazione”. Per questo è stato “un interlocutore prezioso, perché voleva trovare un accordo, capire la posizione dell’altro. Michele sapeva ascoltare”.
Richiamando la sua pima continentale Europa da Direttore Generale, nel 2017/18, Vignali ha ricordato che in quell’occasione Schiavone propose l’”Europa in movimento”, l’idea di unire le forze degli europei all’estero per riconoscere l’importanza della mobilità : “un’idea forte, volava alto in questo”, ha ricordato Vignali. “però gli interventi al dibattito non furono all’altezza, e ricordo che in modo brusco interruppe il dibattito e disse a tutti “siate audaci! Sappiate vivere con audacia il vostro mandato!” Un monito che mi è rimasto dentro. Noi tutti, - ha aggiunto - anche alla Dgit e al Cgie ci perdiamo su “piccolezze”, ambiti mediocri, obiettivi minori, rischiando di perdere di vista quelli più importanti. Michele sapeva guardare oltre. Nel ricordo di questa persona gentile, determinata e cortese, – ha concluso – il mio auspicio è che sappiamo ricordarci di essere audaci anche noi”.
Membro del Comitato di presidenza, ma soprattutto amico e medico di Schiavone, Tommaso Conte lo ha definito “volto, voce e anima del Cgie”. È stato “un soggetto “politico” che ha dato significato a questa parola, nel senso di polis, di comunità, quella oltreconfine”. Di lui Conte ha ricordato le capacità di “mediazione e abnegazione e di ascolto”, in grado di “fare sintesi delle diverse posizioni”. È stato “il Segretario generale di tutto il Cgie e tutto il Cgie ne rimpiange la scomparsa”.
È stato un “vero diplomatico, un ambasciatore delle esigenze, delle aspirazioni degli italiani all’estero. È difficile navigare tra interessi politici e partitici, tra i caratteri di veri istrioni che animano il mondo degli italiani nel mondo”, ma Schiavone ha avuto “la capacità di dare e ricevere rispetto. Questa è l’eredità più preziosa che ci lascia, insieme alla sua saggezza, al suo entusiasmo, al saper rispettare la giusta distanza”, sempre con “garbo e sorriso”. Provato nel fisico, fino all’ultimo ha avuto “un cuore di uomo forte, fermo nei suoi principi. Un esempio di vita – ha concluso – che lascia a tutti noi”.
Molto commossa, Silvana Mangione – vicesegretaria per i Paesi anglofoni extra Ue – ha definito Schiavone un “uomo profondamente buono”, a cui va riconosciuto la capacità di “guidare il Cgie in un periodo difficile come quello del Covid”. Un uomo di “grandissima dirittura morale, dall’enorme pazienza e capacità di comprensione e ascolto”. Michele “ha costruito e lanciato almeno due generazioni di rappresentanti delle nostre comunità. Gli è stato negato il punto di arrivo finale che ha meritato fino in fondo, un seggio in Parlamento”.
Anche a Marco Nobili “abbiamo voluto molto bene, soprattutto nelle due Americhe. Lo abbiamo perso troppo giovane”. Come segretario esecutivo è stato “bravo nel guidarci alla scoperta di leggi e normative di cui non avevamo profonda conoscenza, utili per superare il periodo del Covid, una perdita che ha colpito questo Cgie. Dalla loro vita e conoscenza abbiamo ricavato crescita morale, intellettuale e politica”.
Una scomparsa, quella di Nobili, ha detto Vignali, è stata “una perdita umana per tutti, una grande perdita per la Farnesina tutta”. Era “un funzionario di buon senso, sorridente, amabile, che non si è mai tirato indietro per risolvere problemi concreti che il Cgie ha dovuto affrontare”. Una presenza “discreta, cortese ma sempre molto efficace. Marco ci manca ancora oggi, tanto”.
Vecchi (Pd) ha voluto evidenziare il “cordoglio sincero, profondo, prolungato e universale, non trasversale” con cui ancora oggi si ricorda la scomparsa di Schiavone. “Ognuno di noi ha fato un pezzo di strada con lui” in cui “viveva profondamento un elemento umanistico che non dovrebbe essere eccezione nella politica”, cioè il senso “dell’impegno sociale e civile, come servizio, con l’obiettivo di dare beneficio agli altri”.
Parole fatte sue da Ricciardi (Pd) che ha ricordato come a Schiavone ha sempre rimproverato la “mancanza di cazzimma”. Lui, ha aggiunto, “avrebbe meritato di stare in Parlamento da due decenni. Amava citare Gramsci: “il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”. Michele i mostri non li ha visti arrivare, o non ha voluto vederli. E questo è il tributo massimo e l’essenza più profonda della persona”.
Schiavone è stato “un amico ed esempio di vita, un protagonista della storia dell’emigrazione nel mondo. Ho imparato molto da lui”, le parole del senatore Giacobbe (Pd).
Molto commosso e commovente l’intervento di Mariano Gazzola, vicesegretario per l’America Latina, un continente con cui sia Schiavone che Nobili hanno avuto una “particolare relazione”.
“Non mi piace parlare di perdita quando muore qualcuno. Non perdiamo mai quello che amiamo, e noi Michele lo abbiamo amato”, ha detto Gazzola. “In politica non si usa mai parlare di amore, viene visto come una debolezza, ma non lo è. È una forza vincente”. Michele “amava questo Paese, era un vero figlio dell’Italia”.
Il segretario generale è stato “un amico accogliente” per Paglialunga (Argentina), “presente per tutti”, ha aggiunto Fabio Porta (Pd), disponibile all’ascolto anche di chi non la pensava come lui, ha detto Arcobelli (Usa): “avevamo idee diverse su tutto, ma sapeva avvicinare; ci accumunava il senso di responsabilità e la voglia di rappresentare gli italiani all’estero. Pur essendo di parte, da Segretario generale è stato equilibrato ed equidistate”. Schiavone, ha ricordato, “ha partecipato al 50° del Ctim: venne nella nostra sede con una delegazione Cgie, non lo dimenticherò mai”. Quanto a Nobili, Arcobelli ha datto di “essere stato l’ultima persona a parlargli: tre ore prima della sua morte ci siamo sentiti per l’organizzazione a Vancouver della Conferenza dei ricercatori. Abbiamo mantenuto impegno. Lo ringrazio per quello che ha fatto come funzionario diplomatico”.
Schiavone è stato “un amico e collega, mai spocchioso per il ruolo che ricopriva”, ha ricordato Lodetti, vicesegretario di nomina governativa. Un uomo “gentile e amorevole”, ha aggiunto Cretti (Svizzera): “nel suo antico pudore, ha dimostrato che gentilezza e amore non sono una debolezza, ma una forza. Michele era anche estremamente generoso, si è speso per gli altri in modo per me incomprensibile. Senza mai immaginare che ci fosse un ritorno. Era la sua missione di vita. Non l’ho mai visto coltivare un senso di rivalsa anche quando erano evidenti le ragioni per le quali gli erano stati negati i traguardi che meritava”.
Di Schiavone, Alciati (Brasile) ha ricordato “l’entusiasmo con cui scopriva cosa facevano le nostre comunità”, mentre Tabone (Francia) ha sottolineato che ha saputo “coniugare il verbo ascoltare con il verbo fare”.
Il senatore Menia (FdI) ha detto di aver “conosciuto e apprezzato” Schiavone. “Ci siamo confessati reciprocamente. L’omaggio migliore che gli avete fatto è stato quello di ieri: nonostante tutto, il Cgie era pesantemente spaccato alla sua nascita: ieri (con l’elezione di Stabile a vicesegretario per l’Europa - ndr) avete compiuto un atto di unità e a Michele sarebbe piaciuto”. Schiavone e Nobili “sono stati faro e luce per il cammino di molti”.
Schiavone, ha ricordato Stabile – nuovo vicesegretario per l’Europa – “non sapeva dire di no a nessuno. Dobbiamo farci complici operosi dei suoi alti valori”. (ma.cip.\aise)