Non gridare prima che il bambino nasca: italiani in Cile fra comunità, elettricità e rinnovabili – di Nello Gargiulio

SANTAIGO DEL CILE\ aise\ - Non gridare prima che il bambino nasca. Ora che le acque sono più calme riguardo la questione delle interruzioni della corrente elettrica e i danni generati dopo la tempesta del 1° agosto, vale la pena chiedersi: come si spiega che il Cile, Paese ad alto tasso di terremoti, abbia raggiunto un così alto livello di prevenzione antisismica e non di prevenzione del sistema di connettività dell'elettrificazione e delle comunicazioni.
Oggi dipendiamo tutti dall’elettricità. Di fronte a eventi eccezionali, come quello del primo agosto, ha dimostrato che bisogna farsi trovare preparati. E dunque, l'attuale rete elettrica, presenta punti deboli. Non sorprende, in questo scenario, il motivo per cui non è stato possibile raccogliere gli sforzi per intervenire per recuperare la corrente subito dopo la tempesta. Certamente, se i sindaci che hanno reclamato immediatamente compensazioni agli utenti per i danni elettrici si fossero preoccupati nel momento opportuno di sostituire alberi marci e fare potature adeguate, i danni sarebbero stati minori.
La strada scelta dalle autorità, infatti, è stata, ancor prima di uscire dall'emergenza, quella di attribuire immediatamente le responsabilità dei danni alle aziende distributrici. Il ruolo delle autorità nelle crisi dovrebbe essere in prima battuta quello di promuovere e sostenere a tutti i livelli le soluzioni più immediate e poi passare alla definizione dei livelli di responsabilità. I conti, in genere, si pagano dopo, non prima.
È bene, di nuovo, non gridare prima della nascita del bambino. In questo caso sembra sia avvenuto il contrario. E nel caso dell’Enel ancor più: sembrava proprio che si volesse buttare via il bambino insieme all’acqua sporca. Quasi che il contributo dell’Enel nella generazione dell’energia in Cile e soprattutto delle rinnovabili fosse spazzato via dalle stesse pale eoliche. La cooperazione e lo sviluppo si costruiscono sulla fiducia e questa nei momenti di crisi può crescere o venire meno.
Come italiani in Cile ci auguriamo che l’esperienza dell’Enel nello sviluppo delle energie soprattutto rinnovabili venga riconosciuta e valorizzata nella sua globalità e dare un nuovo impulso anche alla cooperazione bilaterale in questo caso nel campo energetico. “Enel distribuzione” rappresenta solo il 10% della presenza di Enel in Cile, il cui punto di forza sono le energie rinnovabili. L’ammontare degli investimenti in questo settore supera i 3 miliardi di dollari.
Il momento è adeguato, anche per tutti noi italo-cileni, di pensare a nuovi segnali di riscatto dell’Italianità e dell’immagine dell’Italia nel nostro caro Cile. Muoviamoci. (nello gargiulo*\aise)
*consigliere Cgie per il Cile