Voto, diritti consolari, enti gestori e cittadinanza: il dibattito in plenaria

ROMA\ aise\ - Un ampio dibattito ha chiuso la prima mattina dell’assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero riunito alla Farnesina. Presieduti dalla segretaria generale Maria Chiara Prodi, alla presenza del Direttore generale per gli italiani all’estero, Luigi Maria Vignali, i lavori hanno visto l’intervento di consiglieri e parlamentari commentare diversi punti della relazione di Governo illustrata dal sottosegretario Silli.
“Quando si apre un nuovo capitolo ci sono anche nuove opportunità, più ambiziose che unitarie”, ha osservato Prodi, secondo cui occorre chiedersi “come adattare le infrastrutture ai nuovi bisogni degli italiani all’estero”. Centrale sarà capire “come dare risposte ambiziose, istituzionalmente elevate” ai “7 milioni di iscritti Aire che dovrebbero essere nel cuore della Repubblica e non una “riserva indiana”. C’è anche un cambio generazionale – ha osservato la segretaria generale – che deve essere considerato non come giovanilismo, ma come bisogno di far sentire in maniera nuova le domande di connazionali”. Prime tra tutte quello sul voto all’estero e le sue modalità, l’erogazione dei servizi consolari e “l’imbuto” degli appuntamenti, i problemi degli enti gestori che combattono di anno in anno per le risorse mentre serve “uno sguardo globale” di ampio respiro.
A Silli, la segretaria generale ha chiesto di essere “alleato del Cgie nella discussione con gli altri attori che possono diventare nostri interlocutori”.
Il voto all’estero e la cittadinanza, i servizi consolari e gli enti gestori i temi toccati da consiglieri e parlamentari nel dibattito.
Nuovo vicesegretario per l’Europa, Giuseppe Stabile (Spagna) ha voluto evidenziare il “grande sforzo” fatto dalla rete diplomatica per la gestione del voto europeo e stigmatizzato la mancanza di comunicazione “politica” che orientasse i connazionali tra i candidati. Da rivedere, per Stabile, i tempi della fase pre-elettorale soprattutto per la ricezione dei doppi certificati elettorali, cioè quello italiano e quello del Paese di residenza.
Nessun certificato riceve, invece, l’italiano che vive in un Paese extra Ue, come ricordato dalla Vice segretaria per i paesi anglofoni extra ue, Silvana Mangione (Usa), che ha ricordato una raccomandazione dell'Ue “che suggeriva ai diversi Paesi di fare propria una proposta di legge per consentire ai propri concittadini che vivono al di fuori dell’Unione europea di poter votare”. Mangione ha anche ribadito la richiesta di “rivedere la tabella delle assegnazioni dei rappresentanti dei diversi paesi” nel Cgie per includere di nuovo il Sud Africa e denunciato e difficoltà degli enti gestori alle prese con regole che cambiano di anno in anno e che non garantiscono loro l’arrivo puntuale dei fondi.
Di servizi consolari ha parlato Mariano Gazzola (Argentina), vice segretario per l’America Latina, che ha preso atto dei numeri riferiti dal sottosegretario Silli, riconoscendo i “passi in avanti” che sono stati fatti, ma ricordando che in alcune sedi – citando in particolare Barcellona, città dove vivono molti italo-argentini – la situazione è davvero critica. Secondo Gazzola si dovrebbe discutere “se sia ancora utile un sistema di servizi collegato all’iscrizione Aire” o se sia il momento di riformare anche l’Anagrafe. Così come va modificato Fast it per renderle il suo utilizzo più facile, magari cercando la collaborazione di Comites, associazioni e patronati per aumentare il numero degli iscritti. Ringraziato il Governo per gli aiuti al Rio Grande do Sul, Gazzola ha pure ricordato che nell’area continua ad esserci la percentuale più alta tra funzionari consolari e numero di italiani assistititi: “c'è bisogno di una politica che consenta ai consolati in America Latina di avere un maggior numero personale”.
La convenzione Maeci – patronati e gli enti gestori i temi toccati da Gianluca Lodetti, vicesegretaro di nomina governativa: c’è sempre più bisogno “di tutela, di assistenza nella portabilità dei diritti delle persone” ed è dunque ora di sottoscrivere la convenzione per “costruire un sistema sinergico tra il Ministero e i patronati”. Sul fronte degli enti gestori, “il fatto che la produzione normativa che li riguarda sa così corposa la dice lunga sulla difficoltà di mettere in piedi un sistema che vada veramente incontro agli enti gestori”. Se questi enti “fanno parte, così come io credo, di una strategia complessiva non solo della Farnesina ma del sistema Italia” bisogna dotarli di strumenti e risorse certe e la nuova circolare li mette in difficoltà. Per confrontarsi Lodetti ha proposto “un tavolo permanente del ministero con gli enti gestori” così come questi ultimi “non vengano sentiti solo all'occorrenza, ma costantemente nell'ambito di un progetto comune”.
Di enti gestori ha parlato anche Tommaso Conte (Germania), che ha contestato la relazione del sottosegretario ma soprattutto la gestione del capitolo 3153 da parte della Dg per la diplomazia culturale, che evita ogni confronto perché “non siamo una sua priorità”.
“Ieri in Commissione il consigliere Filippo Romano, responsabile dell'ufficio V, quando si parlava dell'identità culturale italiana, ci ha risposto “voi per noi non siete più un obiettivo prioritario”, cioè i corsi di lingua e cultura per la Dg che se ne occupa non sono più un obiettivo prioritario. Qui dobbiamo fare la rivoluzione”, ha aggiunto ricordando anche i tentativi di contatto fatti da Michele Schiavone con il Dg De Pedys. La richiesta di Conte, quindi, è che competenze e risorse in materia tornino alla Dgit. Quanto alla circolare e alla consultazione degli enti, Conte ha aggiunto: “nella relazione letta dal sottosegretario Silli lui scrive “abbiamo ascoltato gli enti gestori”; credetemi o non li hanno capiti o non li hanno ascoltati” perché quello che prevede la circolare li penalizza grandemente.
Walter Petruzziello (Brasile) ha ringraziato il Governo per gli aiuti al Rio Grande do Sul citando l’abnegazione del Console generale che “ha lavorato con l’acqua alla vita”.
La parola è poi passata al senatore Menia (FdI) che ha illustrato i due ddl che ha presentato in materia di voto all’estero e cittadinanza: criticato il voto per corrispondenza, le modifiche del Rosatellum e pure la “qualità” di alcuni dei rappresentanti eletti all’estero, Menia ha proposto il voto elettronico o, in alternativa, ai seggi.
Quanto alla cittadinanza, essa “non equivale al passaporto”: nei due articoli prevede la riapertura dei termini per il riacquisto dei cosiddetti “naturalizzati” e regole più severe per il riconoscimento tout court a cominciare dalla conoscenza della lingua. Il senatore ha parlato di compravendite, di “Black Friday delle cittadinanze”, soprattutto in Sud American, di “documenti falsificati” che “intasano i Comuni italiani”. E se uno dei primi diritti legati alla cittadinanza è quello del voto, alla luce del Premierato e della nuova legge elettorale che verrà approvata, un cambio di passo, per Menia, sarà fondamentale. “Quando si votò nel 2006 gli iscritti all'aire erano 3.106.000 quindi oggi abbiamo 4 milioni in più? Volete dirmi che sono emigrati 4 milioni di italiani in questi anni, quando l'Istat ci dice che la media dell'ultimo ventennio è stata di 71.000 emigrati l'anno? Oppure si tratta di passaporti comprati? Persone che potrebbero decisivi nell’elezione di un Premier?”. Con la riforma della cittadinanza che ora è in calendario in Senato, Menia ha invitato il Cgie a dire la propria per contribuire al dibattito, così come sul fronte del voto all’estero.
Dell’importanza degli “oltre 70 milioni di persone di origine italiana nel mondo che sono state e continuano ad essere una grande risorsa per il nostro Paese”, ha parlato Francesco Giacobbe (Pd) secondo cui “occorre agire in due direzioni: diffondendo lingua e cultura e anche tramite i servizi di cittadinanza”. Quando le cose funzionano “lo Stato sta solo facendo il suo dovere”, ha aggiunto richiamando l’attenzione anche sul “rafforzamento dell'interscambio anche economico finanziario fra l'Italia e i Paesi dove risiedono le nostre comunità”. Quanto alla cittadinanza e alla riapertura dei termini “se non si riforma ora la 91/92 tra poco non potrà goderne più nessuno”. Fondamentale anche “puntare sui giovani” rinnovando gli organismi di rappresentanza “ridefinendo un ruolo che fu disegnato quando il mondo era diverso da quello di oggi”.
Vincenzo Arcobelli (Usa) ha ricordato le rassicurazioni dell’anno scorso sull’apertura di una sede a Newark e annunciato che il prossimo 8 agosto, nello stesso giorno di Marcinelle, si terrà la prima commemorazione ufficiale a Monongah per ricordare la tragedia mineraria.
Gianluigi Ferretti, dopo aver stigmatizzato l’assenza di Silli andato via subito dopo la relazione, ha fatto le sue congratulazioni a Prodi e plaudito alla “caduta dell'occupazione della sinistra del Cgie”. Quanto alla cittadinanza “è già una bomba atomica ad orologeria: avrete letto, come ho letto io, che alcuni giudici, in assenza di titoli che comprovano la discendenza, hanno sentenziato che comunque essa era “verosimile” e quindi hanno concesso la cittadinanza. Una cosa orribile e tremenda”. Quanto al voto, “solo in Italia si parla di brogli e quindi facciamoci qualche domanda”.
Nello Gargiulo (Cile) ha invitato a riflettere anche sulle cittadinanze per stato civile, ha condiviso l’opportunità di richiedere la conoscenza della lingua per il suo ottenimento, prevedendo corsi gratuiti per chi è in difficoltà, e anche online per raggiungere tutti.
Contro la “strumentalizzazione del tema cittadinanza” da parte del centrodestra si è scagliato il consigliere Taddone (Brasile), nipote di cittadini italiani, nato in Brasile, che in un ottimo italiano ha sostenuto che il ddl del senatore Menia contiene molti errori che “creeranno confusione”. “Noi nati all'estero siamo cittadini dalla nascita: lo dice il codice civile del 1865, la legge del 1912, la Costituzione del 48 e la legge del 92, lo ribadiscono la Corte di Cassazione e, molto recentemente, la Corte costituzionale che ha ribadito che “la cittadinanza per fatto di nascita si acquista a titolo originario” e che “lo status di cittadino, una volta acquisito con la nascita, ha natura permanente ed è imprescrittibile”, ribadendo che “il principio di non retroattività della legge costituisce un fondamentale valore di civiltà giuridica”. Noi siamo stati abbandonati dallo stato italiano per molto tempo a causa di tanti motivi, ovviamente i problemi ci sono ma non si risolvono con una riforma della legge. Si risolvono con l'uso dei milioni di euro che i consolati ricevono tutti gli anni per fare le pratiche”. Per Taddone “il tema della cittadinanza è trattata così perché siamo noi nel Sud America: se questo fosse un fenomeno in Nord America o in Europa non sarebbe trattato così”, ha sostenuto il consigliere secondo cui ci sarebbe anche “del razzismo”. Quanto alle frodi, ci sono e vanno punite con gli strumenti a disposizione.
Da informatico Morello (Argentina) ha evidenziato i limiti del Prenot@mi – il portale per la prentoazione dei servizi consolari - dal punto di vista di data base, tema che verrà approfondito venerdì nella sessione dei lavori dedicati alla digitalizzazione.
Per Francesco Papandrea (Australia) i risutlati del Governo da un anno a questo parte sono stati “deludenti”. Il consigliere ha criticato la nuova circolare sugli enti gestori e richiamato l’attenzione sulla difccoltà di attivare le credenziali Cie all’estero. (m.c.\aise)