Agroalimentare italiano e brexit: +35% le esportazioni in Uk
ROMA\ aise\ - Era il 2020 quando la BREXIT ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dalla Comunità europea. Ci sono stati momenti difficili e di incertezza, come l'inflazione dei prezzi alimentari che preoccupa tutt’ora oltre l'80% dei cittadini britannici, con ripercussioni sulla grande distribuzione e sulla ristorazione. Inoltre, la Brexit ha senza dubbio significato costi e i tempi legati alla burocrazia, come segnalato dal 75% delle aziende DOP IGP italiane. Tuttavia, l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea ha avuto un impatto significativo e positivo sul settore agroalimentare italiano, con un aumento delle esportazioni verso il mercato britannico del +35% dal 2017 (come spiegato dal rapporto di Origin Italia e Fondazione Qualivita). La prima voce delle esportazioni italiane in UK è proprio il settore agroalimentare, con 4,53 miliardi di euro nel 2023, rappresentando in valore il comparto con la crescita più alta nell'export.
Per il settore del cibo DOP e IGP italiano, il Regno Unito è il quarto mercato di destinazione, con una quota del 6% dell'export che coinvolge oltre 60 denominazioni, soprattutto formaggi (66%), prodotti a base di carne (16%) e aceti balsamici (17%).
Tra gli aspetti che hanno contribuito positivamente vi è l'accordo sugli scambi e la cooperazione UE-UK con zero dazi e autocertificazioni, la protezione delle DOP e IGP nel Regno Unito, la percezione di qualità e il buon posizionamento dei prodotti italiani sul mercato britannico. (aise)