Cittadinanza iure sanguinis dopo la riforma: all’Università di Siena l’evento di Natitaliani

ROMA\ aise\ - A pochi mesi dall’approvazione della Legge 74/2025, che ha profondamente ridisegnato l’impianto della cittadinanza italiana per iure sanguinis, l’associazione “Natitaliani” ha organizzato per oggi, 2 ottobre, dalle ore 15.00 all’Università di Siena il convegno nazionale “Cittadinanza Iure Sanguinis dopo la Riforma del 2025. La risposta degli esperti”, in collaborazione con Europe Direct Siena, Università di Siena e “Il Sole 24 Ore”.
La riforma ha introdotto limiti generazionali più rigidi, requisiti di residenza e nuovi vincoli per conservare la cittadinanza, aprendo scenari complessi e interrogativi di forte impatto giuridico e sociale. Il convegno intende offrire un confronto pratico e autorevole tra giuristi, istituzioni e operatori.
“Abbiamo voluto creare uno spazio di approfondimento qualificato, capace di offrire risposte concrete a dubbi e criticità della nuova legge – ha spiegato Flavia Di Pilla, Direttivo Natitaliani e promotrice dell’iniziativa -. L’obiettivo è garantire chiarezza e uniformità applicativa, evitando che interpretazioni divergenti possano penalizzare cittadini e famiglie”.
“La classificazione dei cittadini italiani in cinque categorie, con effetti retroattivi sui minori, rappresenta una violazione palese dell’Articolo 3 della Costituzione – ha aggiunto Daniel Taddone, Presidente di Natitaliani, mettendo in luce i nodi critici della riforma -. Mai nella storia d’Italia la cittadinanza era stata revocata in base a criteri anagrafici arbitrari. Anche il cosiddetto ‘visto per oriundi’, che riserva appena 150 posti in tre anni, è una beffa per milioni di discendenti”.
Claudia Antonini, Vicepresidente di Natitaliani, riportando la voce delle comunità all’estero, ha invece spiegato: “In Brasile e in altri Paesi abbiamo riscontrato disorientamento e frustrazione. La propaganda ha generato confusione, mentre le nuove norme hanno creato incertezza anche tra le istituzioni internazionali. L’accentramento delle pratiche al Ministero degli Esteri, basato su documenti cartacei e procedure farraginose, non è una modernizzazione, ma una regressione che rischia di limitare diritti fondamentali”.
Infine Maristella Urbini, Vicepresidente di Natitaliani, che ha concluso spiegando come il ruolo di Natitaliani sia oggi “strategico: siamo un ponte tra comunità italiane nel mondo e istituzioni italiane. La nostra missione è vigilare sull’applicazione della legge, garantendo rispetto della Costituzione, uniformità interpretativa e strumenti concreti di tutela per i cittadini”. (aise)