“La cura delle persone prima di tutto”: i volontari delle Acli nel mondo a Trento

TRENTO\ aise\ - Trento Capitale europea del volontariato vivrà ha ospitato il 29 e 30 maggio “Oltre i confini, il volontariato delle comunità italiane in Europa”, iniziativa promossa dal Patronato ACLI e dalla FAI, la Federazione delle ACLI Internazionali, per dare valore all’azione volontaria legata al supporto delle comunità italiane all’estero rappresentate da milioni di lavoratrici e lavoratori, casalinghe e pensionati.
L’Iniziativa si è svolta nell’ambito del programma più generale di Trento Capitale Europea del Volontariato: “il Trentino – ha affermato in proposito Mario Tonina, assessore provinciale alla salute, politiche sociali e cooperazione – si dimostra ancora una volta un laboratorio di buone pratiche insite fra l’altro nel patrimonio storico di questa terra, rappresentato dall’autonomia e dalla cooperazione”.
Le ACLI – è stato ricordato durante i lavori – svolgono un ruolo essenziale in favore di migliaia di espatriati in 23 paesi del mondo e in quasi tutte le nazioni europee. Un’attività di servizio alla persona, alle famiglie, ai lavoratori e alle lavoratrici che è iniziata nel dopoguerra ed è stata rilanciata a partire dal 2006 all’indomani della ripresa del fenomeno legato alla nuova emigrazione. In questo caso si parla certamente di una componente di espatriati connessa alla necessità di un lavoro e della stabilità economica, ma anche di una nuova generazione di emigranti che cercano nuove e più qualificate soluzioni professionali. Si parla pertanto di persone istruite, con una consolidata esperienza professionale che sono alla ricerca di una migliore qualità della vita e del lavoro.
“Negli ultimi sette anni – ha ricordato Luigi Vignali, Direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie – gli emigrati all’estero dall’Italia sono passati da 4,8 milioni a 7,2 milioni, 6 dei quali iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero)”.
L’attività delle ACLI viene realizzata tramite le pratiche di Patronato quali assistenza, fisco e previdenza, politiche famigliari e sanitarie nonché pratiche consolari legate alla cittadinanza e ai diritti alle quali si affianca un’intensa azione di socializzazione e formazione (conoscenza delle lingue e della cultura sia del paese ospitante sia dell’Italia).
Di questi temi e soprattutto del ruolo dei volontari (che nel linguaggio aclista vengono definiti “promotori sociali”) presso le strutture di Patronato operanti nei paesi esteri si è discusso nella due giorni. A Trento si sono dati convegno oltre un’ottantina di volontari provenienti da tutti i paesi europei per ragionare attorno ad un’attività che di fatto rappresenta uno dei presidi più importanti dell’italianità all’estero e un servizio essenziale per quei connazionali che si trovano ad affrontare le difficoltà dell’espatrio.
“Le sfide dei prossimi anni – ha sottolineato Giuseppe Rauseo, del Consiglio Generale degli italiani all’estero e Presidente delle ACLI svizzere – sono racchiuse nelle parole servizio e comunità. Servizio perché si tratta di rilanciare la sfida della digitalizzazione e dell’efficienza delle prestazioni e dall’altra la comunità in quanto si tratta di rafforzare le politiche di inclusione, formazione e socializzazione in favore degli espatriati”.
“Quello che vogliamo rilanciare – ha affermato in proposito Matteo Bracciali, Vicepresidente della Federazione ACLI Internazionali – è il concetto di cura della persona che passa sicuramente attraverso l’erogazione di un servizio, ma anche attraverso attività di promozione sociale, informazione e crescita culturale”. Al centro dell’attenzione delle ACLI c’è pertanto sia la formazione degli operatori dei Patronati e dei servizi fiscali, con particolare attenzione all’innovazione tecnologica e all’applicazione dell’intelligenza artificiale, sia, per usare le parole del Vicepresidente delegato del Patronato ACLI nazionale Michele Mariotto: “l’attività di intermediazione con i consolati e il Ministero degli affari esteri per la tutela a la promozione dei diritti di cittadinanza dei connazionali all’estero”.
L’obiettivo della costruzione e della cura delle comunità degli italiani all’estero è stato trattato anche da Monsignor Pierpaolo Felicolo, Direttore della Fondazione Migrantes, il quale ha ricordato il ruolo delle 416 missioni cattoliche all’estero in favore degli emigrati italiani e lo stretto rapporto che lega queste realtà ecclesiali alle ACLI.
Fra le attività innovative è stata ricordata in modo particolare quella francese. Maria Chiara Prodi, Vicesegretario del Consiglio Generale degli Italiani all’estero e Direttrice a Parigi della Maison de l’Italie” ha ricordato l’attività di sensibilizzazione e coinvolgimento dei connazionali sulle tematiche dell’appartenenza, della storia e della cultura nazionale anche al fine di creare nuove occasioni di incontro, conoscenza reciproca e socializzazione.
Il Sottosegretario agli esteri Giorgio Silli ha inviato un videomessaggio ai partecipanti.
I convegnisti, assieme ad una delegazione delle Acli trentine, parteciperanno domani, 1° giugno, alle ore 9:30, all’udienza del Santo Padre in occasione dell’ottantesimo di fondazione delle ACLI. (aise)