M262E: l’arte di Michieletto per ricordare la tragedia di Marcinelle

VITTORIO VENETO\ aise\ - In occasione dell'apertura di un nuovo spazio espositivo nella città di Vittorio Veneto, Enrico Michieletto presenterà il suo ultimo progetto M262E, dedicato alla tragedia di Marcinelle (1956), luogo di origine dell'autore, che da circa 20 anni è impegnato a raccontare il dramma dei minatori.
Con M262E Michieletto analizza il momento del subbuglio all'interno della miniera in fiamme. In una superficie di 450 x 210 centimetri interamente nera, emergono 262 macchie bianche che nel loro insieme vogliono evocare gli attimi che hanno preceduto la fine di quelle vite. Le macchie, piuttosto informali, sfuggono all'ordine compositivo, sono casuali e travolte dal fondo nero.
Enrico Michieletto è impegnato sulla tematica della miniera di Marcinelle dal 2005, essendo nato nel 1962 a Charleroi da padre minatore.
Dal 1976 al 1980 ha frequentato il Liceo Artistico statale di Treviso e dopo essersi diplomato ha lavorato nello studio dell'architetto Renzo Darisi, suo caro insegnante. Nel 1983 è partito per Lima (Perù) e vi è rimasto per 10 mesi. In America latina ha potuto fare ottime esperienze e in quell'occasione ha visitato anche la Bolivia e l'Ecuador. Una volta rientrato in Italia, nell'aprile del 1984, ha lavorato, ma per un breve periodo, con il maestro Giuseppe Gatto (impresa di restauri). Nel mese di febbraio del 1985, curioso di conoscere altri luoghi, ha deciso di trasferirsi in Germania, prima nell'isola di Sylt, poi nella città di Amburgo. Qui vi è rimasto fino al 1992. Proprio in quel periodo, dopo aver acquistato una casa nei dintorni di Malaga (Andalusia), ha deciso di trasferirsi, potendo usufruire anche di un grande studio in un luogo molto suggestivo. In Andalusia ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, in particolar modo a Granada e Malaga, sempre in quel periodo ha avuto modo di esporre i suoi progetti in città come Karlsruhe, Firenze, Bologna, Milano, ecc...
Nel 1998 è stato invitato a partecipare con altri 15 artisti spagnoli alla mostra "News". L'evento era organizzato a Malaga dal gallerista Pedro Pizarro, successivamente nominato presidente della Fondazione Pablo Picasso di Malaga.
Dal 1999 al 2004 è stato invitato a partecipare a "la mia casa è un'automobile", evento annuale organizzato da Roberto Vidali (direttore di Juliet art magazine Trieste), presso la P.AR.CO. foundation di Casier. Nelle varie occasioni i progetti che ha presentato sono stati: API-cultura; Radicchi ai ferri; 12 falsi Van Gogh originali; VENDESI; Giotto e Cimabue in fila per due.
Nell'anno 2000 ha esposto "l@pecorina smarrita" a Bologna, presso la Galleria Nosadella, evento curato e presentato dal critico Edoardo di Mauro (Torino).
Nel 2003, su invito del curatore Guglielmo di Mauro, ha partecipato al progetto "extra 50", evento in ambito della 50^ edizione della biennale di Venezia. Per l'occasione ha presentato una performance titolata "GONdollars".
Nel 2006, in seguito all'acquisto di un grande spazio a Berlino, ha spostato il suo domicilio nella capitale tedesca. In questa fase, fino al 2011, sono stati realizzati numerosi cicli pittorici, molti di questi composti da 262 moduli e dedicati alla tragedia di Marcinelle (1956).
Michieletto ha inoltre progettato gli studi/atelier/musei in scala con personaggi in legno (visitatori, curatori, artisti). "Una volta realizzate le grandi opere pittoriche, queste vengono fotografate per essere collocate negli spazi museali in scala, ristabilendo così un nuovo rapporto tra l'artista, l'opera e il suo fruitore". L'idea, che ancora oggi è in fase di evoluzione, ha dato vita a migliaia di scatti fotografici di piccole installazioni, studi, gallerie, spazi museali, ecc....mettendo in evidenza i temi più stravaganti, spesso di matrice ironica e concepiti per suscitare interpretazioni ambigue.
Tutto questo lavoro ha spinto Michieletto nel 2018 a creare un archivio con tutta la documentazione delle opere. Per ogni progetto è stato realizzato un catalogo monotipo. Nel 2011 l'autore è rientrato in Italia, prima a Firenze, poi a Treviso. In questa fase ha realizzato molti lavori sul tema del consumo di carne, inoltre ha cominciato a lavorare su un nuovo ciclo, nato da un sogno, dove l'artista sarebbe stato giapponese.
Nel 2013 ha realizzato "A-mare" ciclo di 99 cartoni dedicati alle tragedie del mediterraneo. Nel 2014 è ritornato a Berlino e qui ha realizzato vari cicli pittorici come: Lagune di Venezia; Vermisst; L'arte dell'immaginazione…
Nel 2016 ha spostato la sua residenza nel Brandeburgo, esattamente a Lindow, cittadina a 80 km da Berlino e circondata da numerosi laghi e distese di campagne e boschi. In questo luogo dell'ex DDR ha lavorato moltissimo e grazie alla tranquillità, ha potuto sviluppare molti nuovi progetti, sia pittorici, sia legati alle piccole installazioni in scala. In questa fase è stato realizzato il Fuckushima art museum (in scala) e al suo interno sono stati esposti 10 progetti. Michieletto ha inoltre dipinto 84 piccoli cartoni raccontando il paesaggio di quei luoghi. I lavori sono stati realizzati all'esterno, per evocare i pittori del passato.
Alla fine del 2022 ha deciso di rientrare in Italia, dopo aver acquistato una casa a Vittorio Veneto, dove attualmente risiede e lavora, ha ricreato il luogo ideale per continuare la sua ricerca. Al piano terra dell'edificio si trova lo spazio espositivo, dove periodicamente vengono esposti i vari progetti dell'artista e di altri autori. Nelle quattro sale ai piani superiori è visibile parte del ciclo dedicato alle giapponesi, in una stanza è invece esposto il progetto dei "falsi".
A pochi chilometri si trova l'archivio, dove sono conservate tutte le opere realizzate fino ad oggi. (aise)