Passato e futuro dell’Associazione Piemontesi nel Mondo - di Ugo Bertello

TORINO\ aise\ - “Dopo cinquant’anni dalla sua nascita di fatto e pochi di meno dalla sua legalizzazione in forma giuridica, quale futuro si può prevedere per l’Associazione Piemontesi nel Mondo, “inventata” e tuttora presieduta dal Gr.Uff. Michele Colombino?”. Se lo chiede Ugo Bertello in questa riflessione pubblicata nell’ultimo numero dell’anno della newsletter dell’Associazione.
“È la domanda che si pone chi, come il sottoscritto, ne fa parte da quarantacinque anni e per rispondere alla quale dà uno sguardo al passato. Nel quale rivede, oltre all’erezione del monumento di San Pietro Val Lemina, il cui cinquantenario è stato ricordato e festeggiato nel mese di giugno di quest’anno, tutta una serie di fatti ed avvenimenti che sono valsi a far conoscere l’Associazione nel mondo.
Intanto, i sessantatré gemellaggi che ha contribuito a far realizzare tra comunità del Piemonte e dell’Argentina; poi la trasferta di uno stuolo di piemontesi, con presidenti di Giunta e Consiglio Regionale, nel mese di settembre del 1986, a San Francisco di Cordoba, per l’inaugurazione del monumento dedicato all’Inmigrante Piemontes; la promozione e attiva partecipazione all’organizzazione, da parte della Regione Piemonte, dei convegni internazionali di piemontesi all’estero, prima a Torino, poi ad Alessandria e a Novara.
Ma soprattutto va a merito dell’Associazione il fatto di aver scoperto e fatto conoscere, mediante l’attribuzione del Premio Internazionale Piemontesi nel Mondo, una serie di piemontesi e loro discendenti in ogni parte del mondo: dall’Inghilterra alla Francia ed alla Svizzera, in Europa e dal nord al sud America, in Canada, Stati Uniti, Brasile, Bolivia e Argentina, ed all’Australia, sino a Tonga, sperduta isola dell’Oceania. Memorabile fu l’anno 1990, quando nel mese di luglio vennero premiati, tra altri, nella sala del Consiglio Regionale a palazzo Lascaris, due ministri in carica e l’ambasciatore degli Stati Uniti a Roma.
Il successo di quell’iniziativa dell’Associazione indusse la Regione ad istituzionalizzare il Premio Internazionale, con la legge 4 novembre 1992, n. 46, ma dopo alcune edizioni la manifestazione venne purtroppo abbandonata e ora ci rimane solo la speranza che, chissà quando, l’ente regionale voglia e possa riprenderla, perché piemontesi illustri all’estero, che meritano d’essere fatti conoscere in madrepatria, sono tanti.
Se si guarda al futuro, sarebbe mera utopia pensare che possano continuare o ripetersi le attività svolte dall’Associazione nei decenni passati, sia perché sono necessarie risorse economiche importanti, sia, soprattutto, perché molti dei soci che la componevano non ci sono più e di quelli che sono rimasti la maggior parte è avanti con gli anni.
Per poter prevedere e attuare nuove iniziative, sarebbe auspicabile che l’Associazione avesse nuova linfa e nuovi innesti anche generazionali, con l’ingresso di persone che abbiano a cuore i piemontesi all’estero e che dispongano di tempo e mezzi per occuparsene”. (aise)